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Armi

di Guido Dalla Casa - 06/03/2025

Armi

Fonte: Guido Dalla Casa

  La civiltà industriale, che ha invaso il mondo, vive sul processo produrre-vendere-consumare. Ormai, quasi ovunque, si deve consumare per poter produrre: questa è la base dell’economia.
  Quale consumo più grande e più veloce della guerra? E i morti? E la sofferenza? Al modo di funzionare della civiltà industriale, che è l’espressione attuale dell’Occidente, dei morti non interessa niente: per proseguire il suo cammino deve continuare a sostituire materia inerte a sostanza vivente, come in tutti i processi legati alla crescita economica.
   Spesso, nelle guerre in corso, si sente descrivere qualcosa di simile:
 Vengono lanciate alcune decine di oggetti esplosivi teleguidati che vengono quasi tutti intercettati e distrutti da altrettanti antimissili, anch’essi sofisticatissimi. Tutto avviene per aria: in sostanza, il danno recato al nemico è solo quello causato dai frammenti di droni e antimissili che cadono sul suo territorio. I danni sono spesso molto modesti, ma con consumi immensi e rapidissimi di materiale molto costoso.
  Qualcuno ricostruirà sofisticate apparecchiature con elettronica e informatica molto elaborate, che saranno a loro volta distrutte. Così, in qualche parte del mondo, crescono il Prodotto Interno Lordo e altri indicatori economici, si “dà lavoro” a molta gente… e in questi processi si distrugge una parte della Vita nel Complesso Terrestre, ma questo non viene messo in conto, perché risponde molto bene ai princìpi e ai dettami di questa civiltà: il PIL cresce da qualche parte, ed è “ufficialmente” un indicatore del benessere. Se aumentano le psicopatie, le depressioni e i suicidi, chi se ne frega?
  Senza contare che dopo ci sarà la ricostruzione: ancora un proficuo “lavoro” per qualcuno.
  Un altro esempio:
  Durante il primo mandato dell’attuale presidente USA, vi fu un nutrito e pubblico scambio di invettive e offese, anche personali, fra Trump e il presidente della Corea del Nord, perfino sui rispettivi barbieri. Il tutto fu diffuso accuratamente in tutto il mondo. Facevano a gara a chi aveva sulla scrivania “il bottone più grosso” per lanciare “la bomba” (l’erede della famosa “valigetta dell’Apocalisse” di moda durante la guerra fredda?). Le bombe nucleari nord-coreane erano poche, ma potevano arrivare sulle coste californiane…: i missili di Kim avevano quella gittata.
  Dopo circa un anno, più o meno, nel 2018, i due si sono abbracciati teneramente in un Paese del Sud-est asiatico, dopo un lungo viaggio in treno dell’erede e nipote di Kim-Il-sung. E allora, perché tante offese, e così largamente pubblicizzate? Durante quel periodo, dopo gli insulti e le minacce e prima della tenera riconciliazione, sono state vendute armi sofisticatissime e costosissime dalle industrie americane a molti Paesi asiatici “impauriti” (soprattutto Giappone e Corea del Sud). Guarda caso…quello è stato il risultato. Il guadagno di quelle industrie è stato enorme.
  Così, appena si manifesta il “rischio” che finisca la guerra in Ucraina e che venga a mancare la “protezione” USA (!?!), ecco che l’Europa si affretta a voler stanziare una somma astronomica per comprare armi per una fantomatica “difesa” da un nemico inesistente: occorre inventarlo, ma lo hanno già fatto. Le industrie belliche USA ed europee sono in ansiosa attesa.
  Mi piacerebbe chiedere ai pacifisti se pensano che ci possa essere la pace mantenendo la competizione economica, cioè senza abbandonare in toto i princìpi e la stessa esistenza della civiltà industriale.
  Ancora una volta si evidenzia qualcosa che nessuno dice: L’economia è il male del mondo. Se si vuole la pace, e non solo, occorre abbandonare l’economia. Dopotutto, molte culture native ne facevano a meno, e sono durate decine di migliaia di anni.