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Basta con la logica del bilancino

di Stefano De Rosa - 20/03/2018

Basta con la logica del bilancino

Fonte: Italicum

 

Il terremoto del 4 marzo evidentemente non è bastato a sradicare anacronistici vizi politici


La percentuale dei consensi ottenuti al Senato nei collegi plurinominali con sistema proporzionale da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia-Udc è stata pari rispettivamente al 17,63% (37 seggi), al 14,43% (33 seggi), 4,26% (7 seggi) e all’1,19% (0 seggi). Gli altri 58 seggi conquistati dall’intero centrodestra nei collegi uninominali con sistema maggioritario, ma da ripartire tra le quattro distinte componenti, hanno determinato un testa a testa tra Forza Italia (56 seggi complessivi) e Lega (58 seggi complessivi).

In questo contesto, i 4 senatori di Nci-Udc eletti soltanto nei collegi uninominali hanno dichiarato di aderire a Forza Italia; una decisione che consentirebbe alla componente centrista della coalizione (Fi + Nci-Udc) di superare numericamente la Lega ed aspirare “legittimamente” alla presidenza di Palazzo Madama. Ci permettiamo di notare che procedere a simili calcoli aritmetici rischia di risultare una pratica miope ed ottusa che non tiene in alcun conto le dinamiche politiche in atto nella società, che il voto inequivocabile del 4 marzo ha invece espresso e recepito con chiarezza. Osserviamo, ancora, che i quattro seggi ottenuti dagli esponenti di Nci-Udc sono stati conquistati anche – anzi in alcuni casi soprattutto – grazie ai voti degli elettori leghisti.

Avanzare, da parte di Forza Italia, pretese sulla seconda carica dello Stato basandosi su queste logiche computistiche conferma e giustifica il destino di marginalità al quale si sta consegnando una formazione politica non più in grado di essere in sintonia con la base popolare ed incapace di interpretare sentimenti ed intercettare esigenze di quello che per un quarto di secolo è stato il suo osannante popolo. Non risulta, inoltre, che i senatori di Fratelli d’Italia abbiano manifestato la loro preferenza per un candidato presidente espressione della cosiddetta componente moderata della coalizione.

Il ricorso ad espedienti di formalismo contabile come giustificazione causale di una battaglia politica appare il preludio al definitivo scollamento tra certe burocrazie politico-istituzionali e le istanze politico-sociali. A lungo andare saranno sempre queste ultime a influenzare, modificare e sostituire le prime.

Un’ultima constatazione: sull’estremo versante destro, due formazioni radicali – in corsa al Senato – insieme hanno raggiunto 410 mila voti (1,34%) e sul fronte di sinistra due speculari formazioni estremiste hanno conseguito congiuntamente 420 mila voti (1,39%). Queste realtà, benché stigmatizzate dalle élite politiche ed additate al pubblico ludibrio dalla stampa addomesticata (si pensi alla retorica del voto utile), sono comunque portatrici e custodi indiscutibili di ideali, visioni del mondo, della società e dell’economia, nonché diretti eredi di soggetti partitici che solo pochi decenni fa si fronteggiavano legittimamente negli emicicli parlamentari.

Grazie a questa legge elettorale assurda e liberticida sono così condannate all’oblio e relegate al ruolo di riduttiva – ed ingiustamente reputata anacronistica – testimonianza novecentesca. Nci-Udc, invece, con percentuali e suffragi inferiori, intende assurgere ad ago di una bilancia istituzionale starata, con esponenti convinti persino di giocare una partita politica decisiva per il bene del paese, il loro. Due macroscopiche anomalie che una nuova legge elettorale ci auguriamo sappia presto sanare. In nome del popolo.