L’alleato è passato al nemico. Il 4 dicembre sarà il nuovo 8 settembre. Aveva scelto il No, Roberto Benigni, ma sceglierà il Sì. Il furbissimo diavolo liscia il pelo dal verso giusto e dichiara che una vittoria del No, nientemeno, sarà peggio che la Brexit. Sarà pure stata la più bella costituzione del mondo ma lui – buon per lui – ne fa carta straccia.

L’alleato è passato al nemico. Silvio Berlusconi sceglie il No ma spera fortemente che vinca il Sì. Schiera quel che resta di Forza Italia contro il referendum della soave, silente e severa Maria Elena Boschi ma l’intera Mediaset – il vero arsenale nucleare del Cavaliere – tifa per il Sì. Il povero Renato Brunetta – ultimo dei giapponesi – continua a combattere contro il renzismo dilagante ma la marcia trionfale di Matteuccio è intonata direttamente da Canale5, Italia1, Rete4. Mai come in questo periodo, infatti, s’era visto un premier che non fosse Berlusconi, ospitato e riverito sotto i riflettori come accade sempre di più a Renzi.

Amici tra i nemici, nemici tra gli amici. La parola d’ordine, anzi, la password, è una sola: “Si vince coi voti della destra”. Mai Romano Prodi avrebbe avuto la lavagna di Paolo del Debbio a Quinta Colonna; mai Enrico Letta sarebbe stato accolto da Maria De Filippi; mai, a Tiki Taka, sarebbe andato – e neppure in compagnia del cane Aiace – Massimo D’Alema. Berlusconi, intanto, sta riposando. I medici gli hanno prescritto riposo assoluto e proibito qualunque impegno referendario: “Deve allontanarsi progressivamente dalla politica e ritagliarsi un ruolo da patriarca”.

Amici tra i nemici, nemici tra gli amici. Il fantuttone Brunetta, intanto, combatte e canta con Lucio Battisti: “Perché no”.