Bomberleyen fan club
di Marco Travaglio - 19/01/2025
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Atteso con la febbrile suspense che si deve al Messia, il nuovo federatore del centro, o del centrosinistra, o di qualcosa a caso, o di se stesso, al secolo Ernesto Maria Ruffini, ha alfine partorito non senza doglie la prima perla: “La maggioranza Ursula che da due legislature governa l’Europa potrebbe diventare una scelta solida per essere alternativi alla destra”. Nessuno ha avuto cuore di spiegargli che esistono due Ursula e due maggioranze Ursula: la Von der Leyen modello 2019, votata dal centrosinistra italiano e dai 5Stelle, su un programma di transizione ecologica, welfare e salario minimo; e la Bomberleyen modello 2024, votata da Pd, FI e FdI, ma non da 5Stelle e Avs, su un programma di transizione militare a spese del welfare e dell’ambiente. È l’uovo di colombo: non sapendo come battere la Meloni, il Pd la imbarca (sempreché lei sia d’accordo) e ci aggiunge pure Tajani per fare buon peso. Solo che, alleandosi con la destra, poi è arduo “essere alternativi alla destra”. Però è consolante che quell’impiastro di Ursula, sempre più impopolare in Europa, abbia ancora un piccolo fan club in Italia.
Un provvisorio inventario dei danni lo traccia Gianandrea Gaiani su Analisi Difesa, analizzando le demenziali politiche dell’Ue ursulina, che per fare dispetto a Mosca taglia le palle ai suoi membri e ingrassa gli Usa. L’Ucraina, che per fortuna non è membro Ue, ha fatto saltare i gasdotti North Stream fra Russia ed Europa; poi ha chiuso il rubinetto del gasdotto russo sul suo territorio; e ora bombarda l’ultimo superstite, il Turk Stream. “Se Washington – nota Gaiani – ha tutto l’interesse a privare di fornitori competitivi il mercato energetico europeo per imporci l’acquisto del suo costoso Gnl… c’è da porsi qualche domanda sul reale ruolo dell’Ue o quantomeno della commissione von der Leyen, pronta a sacrificare gli interessi dei suoi Stati membri pur di difendere quelli di Washington e Kiev”. La fine dei North Stream ha colpito la Germania e tutta l’Europa. La fine del gasdotto russo-ucraino sta rovinando soprattutto la Slovacchia (membro Ue e Nato) e la Transnistria russofona in Moldavia, ma anche l’intera Europa: il gas alla Borsa di Amsterdam sfiora i 50euro a Megawattora. E se salta pure il Turk Stream restano senza gas Turchia, Ungheria e Serbia, i primi due soci della Nato e i secondi due dell’Ue. “Se l’Ue – conclude Gaiani – non supporta la crescita degli Stati membri… occorre chiedersi quali interessi persegua e se coincidano con i nostri. Come appare chiaro dalle iniziative di Washington e Kiev, è molto rischioso continuare a delegare a simili alleati la cura dei nostri interessi”. E cita Charlotte Brontë: “Con amici così, che bisogno abbiamo di nemici?”.