Brevi note sul corteo
di Antonio Catalano - 05/04/2025
Fonte: Antonio Catalano
Sono tornato da poco dalla manifestazione dei 5 stelle. Mi sono fermato in via Cavour là dove sfocia in via dei Fori Imperiali. Ne ho contati circa 50mila, probabilmente gli organizzatori diranno il doppio. In ogni caso, bisogna riconoscere che c’era tanta gente. Ci sono andato in qualità di osservatore non come partecipante, vista la mia totale indisponibilità a condividere la piattaforma sulla base della quale è stata indetta la manifestazione. Trovo inaccettabile che i 5 stelle provino a rifarsi una verginità politica dopo aver seminato tra milioni di persone una profonda disillusione per la politica. Non possono fischiettare facendo finta di non aver contribuito in modo determinante nel governo Draghi, quando avevano numeri elevati in parlamento, ad avviare quella politica di ostilità economica e militare contro la Russia poi continuata col governo Meloni. Ma, guarda un po’, all’opposizione si sono “svegliati”. Mistero della fede. Inutile girarci intorno. Questa formazione ha un difetto congenito: l’opportunismo. E questo è ben rappresentato da Giuseppe Conte, uomo dal fare curial-gesuitico. Un movimento senza neanche un briciolo di teoria politica, che naviga a vista approdando di volta in volta dove le acque sembrano quelle buone. Alla manifestazione c’era tanto centro sinistra (Boccia, il duo Bonelli-Fratoianni)… tanti di quelli che stavano anche a piazza del Popolo il 15 marzo, così come tanti giornalisti “de sinistra” (Santoro, Sansonetti…). Un ex deputato pentastellato, persona seria e leale, Francesco Forciniti, in un comunicato pubblico spiegava che sarebbe andato in piazza a condizione che… [per chi voglia leggerlo vada nei commenti]. Scrivevo poco fa a un mio amico di FB (il prof. Vincenzo Costa… ti ho rubato la foto): «La grande amarezza è che questa gente (che comunque dovrà sforzarsi di crescere, smettere cioè di cantare We shall overcome o Imagine e interrogarsi sulla politica) sarà messa al servizio della solita istrionica e opportunistica politica contiana, un gran maestro in queste operazioni. Una piazza politicamente – dico politicamente – infantile e incapace di contrastare il piano di riarmo europeo». Piano di riarmo che può essere contrastato solo mettendo radicalmente in discussione la sua fucina politica: l’Unione Europea. Un’UE che ci chiama alla guerra contro un nemico inesistente (la Russia non è nostra nemica, la Russia non ha nessuna intenzione di invadere nessun paese europeo), un’Ue che ha sguinzagliato i suoi cani da guardia per per censurare qualsiasi opposizione alla sua folle e criminale politica (vedi Romania, vedi Francia, vedi chiusura di conti correnti in Italia a Visione TV…). È stata una manifestazione per la pace nella quale non si sono individuate le responsabilità politiche della minaccia alla pace. Una manifestazione così non solo non serve a nulla (se non per i giochetti politici per misurarsi all’interno del campo largo) ma rende imbelli, predispone gli animi ad accettare infine come inevitabile la corsa al riarmo.