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C’è un problema all’o.d.g.: chi comanda in Italia?

di Francesco Lamendola - 28/08/2018

C’è un problema all’o.d.g.: chi comanda in Italia?

Fonte: Accademia nuova Italia

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, nega ai clandestini della nave Diciotti di sbarcare dal porto di Catania, dopo aver dato il permesso di scendere a terra ai bambini non accompagnati e alle persone con problemi di salute, e la procura di Agrigento apre un fascicolo su di lui; ipotesi di reato: sequestro di persona, abuso d’ufficio, incitamento all’odio razziale.

Ci si chiede, intanto, perché la nave Diciotti abbia preso a bordo quei clandestini, che si trovavano in acque territoriali maltesi; perché abbia replicato lo stesso copione dei primi di luglio, quando ebbe luogo una vicenda pressoché identica. Errare humanum, perseverare diabolicum. Identico anche l’atteggiamento dell’Unione europea: tante belle parole e nessuna disponibilità concreta; anzi, la seconda volta meno della prima. I tre interlocutori che alla fine si sono fatto avanti sono stati l’Irlanda e l’Albania, e quest’ultima non è neanche membro dell’Unione, più la Chiesa cattolica: come se non si sapesse che domani, o dopodomani, gran parte di quei clandestini saranno a spasso per l’Italia, ad ingrossare il già pauroso esercito che scorrazza dalle Alpi alle Sicilia, libero di rubare, spacciare, rapinare, sfruttare il racket della prostituzione, stuprare e ammazzare: seicentocinquantamila anime, cifre ufficiali del ministero. Quello precedente al governo giallo-verde, sia ben chiaro; perché  se fossero state fornite da questo governo, chi ci avrebbe creduto? E il bello è che sono cifre immensamente inferiori alla realtà. Gli italiani sono tenuti al buio, da anni vengono sistematicamente ingannati; non hanno il diritto di sapere. Si fa loro credere che quanto sta avvenendo è qualcosa di naturale, e, comunque, d’inevitabile; che si può, sì, “governare i flussi” (ma è mai stato fatto?), non però arrestarli, perché così vuole la Storia, e così vogliono anche l’Umanità, la Solidarietà, la Civiltà, il Cristianesimo e la Chiesa cattolica: quella di Bergoglio, però, cioè quella taroccata e apostatica, non quella vera. Già: però il signor Soros è venuto in Italia ed è stato ricevuto a Roma, dal premier Gentiloni, come se fosse un Capo di Stato. Si sono parlati a porte chiuse e non è chiaro cosa si siano detti. Soros, per chi non lo sapesse, oltre a essere il grande sponsor delle o.n.g. che ci scodellano i migranti dalla sponda africana alla nostra, è anche quel signore che, con le sue speculazioni, ha causato al nostro Paese un immenso danno finanziario, negli anni passati. È anche un signore che è ricercato da alcuni Stati europei, come l’Ungheria e la Russia, nei quali il suo ritratto figura sulle segnalazioni dei delinquenti pericolosi e notori, e, se osasse mettere il naso da quelle parti, verrebbe immediatamente arrestato e processato. Soros è uno dei più grandi criminali della finanza mondiale, però questo non viene detto dai nostri mass-media, forse perché, in tema di migrazioni e di globalizzazione, parla lo stesso linguaggio del signor Bergoglio, l’altro grande impostore, colui che sta distruggendo scientemente la Chiesa cattolica, per eseguire lo sporco lavoro che gli è stato affidato dalla massoneria ecclesiastica. Ma per i nostri mass media, padroni incontrastati del discorso perché operanti in regime di monopolio, non solo senza concorrenza, ma anche senza il minimo contraddittorio, Bergoglio è già santo adesso, in vita, e Soros è un grande filantropo, un amico dell’umanità.

La faziosità sistematica dei media è sotto gli occhi di tutti, purché si sia disposti a vederla. Si parla del viaggio del papa in Irlanda; si riportano le sue “parole forti” contro gli abusi sessuali avvenuti ad opera di membri del clero. Non si dice che costui sapeva, e ha coperto, alcuni dei più vergognosi predatori sessuali vestiti, o meglio travestiti, da vescovi, come Barros in Cile, o come McCarrik negli Stati Uniti: uomini così spregevoli che hanno abusato di un numero imprecisabile di ragazzini e di giovani seminaristi, in un arco di tempo di molti e molti anni. Secondo la narrazione dei nostri media, tuttavia, il signor Bergoglio è un paladino della moralità e un fiero custode del buon nome della Chiesa. Altro esempio: la narrazione della vicenda della Diciotti. Si è descritta la situazione dei clandestini a bordo come difficilissima, pressoché insostenibile; il trattamento da essi ricevuto come inumano, crudele, contrario a tutte le leggi internazionali. Ma è falso, completamente falso. Si è dato il massimo spazio ai Martina, alle Boldrini piombati a Catania come miserabili avvoltoi, ai quattro manifestanti pro-clandestini; si è detto che i poveri migranti non ce la facevano più, che poteva succedere di tutto se non fossero stati autorizzati a sbarcare: chi lo sa?, perfino una epidemia. Ma la “linea Salvini”, se vogliamo chiamarla così, è quella voluta da milioni e milioni di italiani: la schiacciante maggioranza. Per questo Salvini e Di Maio hanno avuto una valanga di voti, per questo è nato il governo Conte. Eppure, a questa maggioranza non è stata data voce. Si  è fatto in modo che parlassero tutti, tranne i rappresentanti del governo. Si è voluto far credere che la durezza e l’insensibilità di un uomo solo tenessero in ostaggio dei poveracci che già tanto avevano sofferto; e sull’ignobile comportamento dell’Unione europea, che non ha voluto saperne di prendersi uno solo di quei poveracci, neanche una parola di biasimo. Al contrario, di è detto e ripetuto che l’Italia, per colpa di Salvini e del governo Conte, si stava giocando la faccia davanti al mondo, che stava perdendo credibilità davanti all’Europa: davanti a questa Europa. Un’Europa così fetente che, dopo vent’anni che l’Italia si prende in carico tutti i clandestini che vogliono venire dall’Africa e da altre parti del mondo, essa la lascia ancora una volta sola, perché nessuno è disposto a prendersene dieci o quindici in casa propria. L’Europa dei prestanome come Juncker, dei tecnocrati come Moscovici, dei banchieri come Draghi, delle euro nullità come Tajani: davanti a questa Europa, massonica e usuraia, noi tutti, come italiani, dovremmo vergognarci e domandare scusa, perché la politica xenofoba e populista di Salvini e Di Maio ci ha fatto perdere credibilità. E intanto, personaggi moralmente inqualificabili, come la signora Bonino, che si è vantata di aver eseguito personalmente migliaia di aborti clandestini, salgono sui più alti pulpiti (è proprio il caso di dirlo, perché vanno a parlare nelle chiese, su invito dei preti di sinistra ammiratori di Bergoglio, grande ammiratore della grande italiana) per scagliare terribili anatemi contro Salvini e per ammonirci tutti quanti, per metterci in guardia dalla pericolosissima deriva verso il populismo e il razzismo, di cui stiamo dando al mondo segnali preoccupanti.

Qualcuno si ricorda ancora, per caso, la signora Poggiolini, moglie di Duilio Poggiolini, la quale graziosamente disse ali microfoni: Italiani, finirete male; io vi maledico? Ecco, stanno tornando quei tempi; solo che a minacciare maledizioni contro il popolo italiano sono i suoi uomini di governo, o meglio ex uomini di governo, quelli politicamente corretti, quelli che piacevano tanto a Obama e alla signora Clinton, e che piacciono tuttora a Soros e ai Benetton;  i suoi giornalisti, i suoi magistrati, i suoi intellettuali, i suoi vescovi, il suo papa. Italiani state attenti, non siete più brava gente come un tempo; avete preso una brutta piega, frequentate cattive compagnie; vi siete messi su una strada pericolosa, guardate di non finire male. Italiani siete sul punto di diventare cattivi, di diventare xenofobi; volete difendere i confini della (vostra) Patria, dunque siete egoisti, disumani, sequestratori di persone innocenti e inconsapevoli, siete fomentatori dell’odio razziale. Italiani, che delusione: da tanti anni vi facevate mungere e spremere così bene, in maniera tanto pulita, in silenzio, senza fiatare, dicendo persino “grazie”, tanto che era una soddisfazione mungervi e spremervi; da decenni leggevate i nostri giornali, guardavate i nostri telegiornali, ascoltavate e credevate tutto quel che vi dicevano i Monti, i Napolitano, i Renzi e i Mattarella, i Letta e i Gentiloni; e adesso, guardate cosa siete diventati. Nessuno vi vuole più bene; Macron, Merkel, Juncker, ce l’hanno tutti con voi, e sì che quelli sono fior di galantuomini; non è possibile che  non proviate nemmeno un poco di vergogna. Questa, senza esagerazione alcuna, è la situazione odierna: una narrazione del discorso che è tutta in mano a quel meno dell’1% della popolazione che trae vantaggio dalla globalizzazione e dall’immigrazione; e microfoni spenti per quel più del 99% della popolazione che sta pagando un prezzo salatissimo, che si sta svegliando, che vorrebbe vederci chiaro, e che ha perfino l’impudenza di voler far sentire la sua voce. Ma dove andremo a finire, di questo passo, come direbbe la signora Botteri. Mah! Ci sarebbe veramente da ridere, se non ci fosse piuttosto da piangere.

Nelle società democratiche, la funzione della stampa e delle reti radiotelevisive sarebbe appunto quella di fungere da contraltare al potere politico e a quello giudiziario, informare correttamente l’opinione pubblica ed evitare che decisioni importanti passino sopra le teste dei cittadini, senza che questi se ne rendano conto. Ebbene, quel che sta accadendo in Italia e in questa Europa fetente dei Soros e dei Juncker, è l’esatto contrario: giornali, radio e televisioni, tutti rigorosamente sul libro paga delle grandi banche e delle multinazionali, fanno di tutto perché il lavaggio del cervello dei cittadini sia completo, perché i popoli siano ridotti a una massa bruta di mucche da mungere senza pietà, e perché la loro umiliazione sia spinta fino a indurli a ringraziare i loro carnefici per le politiche spietate che li stanno massacrando, tagliando sempre più il costo del lavoro e importando nuovi schiavi negri da far lavorare per quattro euro al giorno al posto degli operai europei troppo sindacalizzarti, che hanno l’ardire di voler lavorare solo otto ore al giorno e di rifiutare persino il paterno bracciale elettronico, che l’azienda vorrebbe mettere loro al braccio per poterli seguire amorevolmente in tutte le incombenze della giornata. In una società democratica, quindi, l‘informazione, e specialmente quella pubblica, cioè le televisioni Stato, dovrebbero svolgere la funzione di dar voce a chi governa, e mostrare correttamente quel che sta facendo per il proprio Paese; e dar voce anche a chi è all’opposizione, affinché possa criticarlo e contestarlo, ma sempre nel rispetto della volontà popolare: che è, fino a prova contraria, quella uscita dalle urne. Ora, le urne il 4 marzo scorso hanno sancito che otto italiani su dieci non volevano più saperne di governi a guida Pd, che non erano d’accordo con le politiche della sinistra, che non erano d’accordo con la linea della neochiesa bergogliana dell’accoglienza indiscriminata. E invece che cosa fanno i mezzi d’informazione, praticamente al cento per cento? Danno voce e spazio all’opposizione, ma non danno né voce, né spazio a chi sta al governo; cioè a chi è stato votato da otto italiani su dieci (e che, se si tornasse a votare domani, prenderebbe ancora più voti, soprattutto la Lega, precisamente perché sta facendo le cose che sta facendo, e che sono, caso raro nella nostra tradizione politica, proprio le cose che si era impegnato a fare in campagna elettorale). Non si creda che le cose vadano molto diversamente nel resto del mondo. Nella madre di tutte le democrazie, gli Stati Uniti d’America, il presidente Trump, eletto regolarmente e con un netto margine di voti, subisce, fin dal giorno della sua elezione l’ostracismo generalizzato dei mass media, che lo dipingono come una specie di pazzo criminale e che fanno di tutto per delegittimarlo, per ridicolizzarlo, per ridurlo all’impotenza; fra le altre cose, danno il massimo risalto alle procedure per l’impeachment con cui i suoi avversari politici vorrebbero levarlo di mezzo per via giudiziaria. Non importa quel che dice Trump; non gli si concede spazio sulle reti televisive; importa solo quel che dicono i suoi più accesi detrattori. Noi, da parte nostra, paghiamo lo stipendio a giornalisti come Giovanna Botteri, che stanno a  New York per raccontarci non quel che accade negli Stati Uniti, ma quel che essi vorrebbero che accadesse, cioè la caduta ignominiosa di Trump, il suo processo, la sua condanna alla berlina, la distruzione del suo programma, la dissoluzione di ciò che egli rappresenta. Alla faccia del piccolo dettaglio che decine di milioni di cittadini americani lo hanno votato; e che lo hanno votato esattamente per fare quel che ora sta facendo, o sta cercando di fare. Oppure prendiamo la Francia. Qualcuno si ricorda che in quel Paese, pur di impedire che la volontà popolare mandasse al governo, pacificamente e democraticamente, la signora Le Pen, tutti gli altri partiti, d’accordo con le grandi banche, fecero una grande ammucchiata e tirarono fuori da qualche casa di cura psichiatrica il signorino Macron? Una cosa mai vista e mai udita in nessun Paese democratico: destra e sinistra che si uniscono per impedire il responso legale delle urne, per calpestare la volontà popolare. Almeno, fino a qualche anno fa, si badava a salvare le apparenze. Ma ora i poteri forti si sentono minacciati, e diventano feroci; mostrano i denti, e non per finta. Si preparano ad azzannare. Non sia mai che gli italiani abbiano l’impudenza di voler sapere, e perfino capire, come ha fatto il ponte Morandi a venir giù in quel modo; e chi e come, adesso, dovrà fare la relativa inchiesta. Non sia mai che vogliano sapere e capire come mai la Diciotti è andata a rimettersi, e a rimettere il nostro Paese, nella stessa identica situazione di un mese e mezzo fa, cioè sotto ricatto morale e con i riflettori di tutto il mondo puntati addosso, per vedere quanto cattivi saremmo stati con i poveri profughi. Non sia mai che i cattolici vogliano sapere e capire che ci fa in Vaticano un signore argentino il quale, oltre  ad aver protetto e coperto i peggiori predatori sessuali e i più abominevoli sodomiti che infangano, con la loro pestilenziale presenza, la Chiesa cattolica, sta demolendo scientemente, giorno per giorno, mese dopo mese, la dottrina e la morale  cattoliche. Infine, non sia mai che agli italiani venga il capriccio di sapere e capire chi comanda sul serio, qui...