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C'erano un francese, un tedesco e un'italiano...

di Daniele Perra - 16/06/2022

C'erano un francese, un tedesco e un'italiano...

Fonte: Daniele Perra

Indubbiamente significativa (in termini di avvicinamento tra Ucraina ed UE) la foto di Draghi, Macron e Scholz a Kiev. Lungi da me voler ricorrere a quella retorica umanitarista che, spesso e volentieri, crea più danni e problemi di quanti ne risolva (soprattutto quando utilizzata in modo strumentale ad una precisa progettualità geopolitica, a prescindere dalla parte in causa). Tuttavia, visto che è l'UE stessa a farlo, mi preme ricordare che la Corte Europea dei Diritti Umani, in base alla Convenzione Internazionale sui Diritti Umani, proibisce in assoluto la tortura in ogni sua forma e considera lo Stato responsabile per le azioni di tutte le sue agenzie. L'art. 3 della stessa stabilisce che non vi è alcuna deroga all'utilizzo della tortura in caso di guerra o di minaccia alla sicurezza nazionale.
Ora, il secondo rapporto dell'OSCE dell'aprile 2016 (https://www.osce.org/files/f/documents/e/7/233896.pdf), dall'emblematico titolo "War Crimes of the Armed Forces of Ukraine: Torture and Inhumane Treatment", giunge a questa conclusione: "The extent to which torture is being used and the fact that this is done systematically prove that torture is an intentional strategy of the said institutions, authorized by their leadership".
Laddove quel "said institutions" è riferito alle Forze di Sicurezza Ucraine, alla Guardia Nazionale (alle milizie ad essa inglobate dal Ministero degli Interni) ed ai gruppi armati illegali largamente utilizzati nell'area dell'Ucraina meridionale ed orientale.
Nel rapporto, inoltre, si legge che l'utilizzo della tortura, dal 2014 in poi, non solo è aumentato vertigionosamente ma anche divenuto sistematico e continuativo. Tra le tecniche utilizzate c'è il waterboarding (reso famoso dalla CIA), la garrota ribattezzata "banderista", il pestaggio ed il ricorso alle bruciature. A pagina 13  si legge: "Many of the torture victims report marathon beatings inflicted by the Ukrainian armed forces and security forces". A pagina 15 si legge: "According to accounts by the victims, the Ukrainian army, the National Guard, various units of the Ministry of the Interior and the Security Service of Ukraine employ a whole range of torture techniques. Many of the victims say that they were stabbed and cut with a knife". E ancora: "The captured women are frequently raped".
Da notare che, nei racconti delle vittime, ritornano con costanza i nomi dei centri di Mariupol, Kramatorsk ed Izyum; così come viene sottolineato il ruolo dei Battaglioni Azov e Aidar (finanziati e sostenuti dall'oligarca ebreo-ucraino Igor Kolomoisky), Donbass e Dnepr-1. Inoltre, sorprende il fatto che parte delle vittime di tortura non siano neanche membri delle forze di autodifesa delle Repubbliche separatiste. La loro unica colpa sembra quella di essere russofoni.
A questo proposito, si potrebbe riportare uno stralcio del discorso che George Bush tenne di fronte al parlamento ucraino nel 1991: "Gli americani non sosterranno mai coloro che cercano l'indipendenza per sostituire una tirannia lontana con un dispotismo locale. Non aiuteranno coloro che promuovono un nazionalismo suicida basato sull'odio etnico".
Ergo, o i tempi sono cambiati, o l'Occidente è costruito su una montagna di menzogne. Personalmente propendo per la seconda ipotesi.