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Cala il sipario

di Guido Dalla Casa - 30/01/2022

Cala il sipario

Fonte: Guido Dalla Casa

  Il teatrino si chiude, cala il sipario. Evidentemente era tutto deciso fin dall’inizio, ma probabilmente non dai Mille (Garibaldi, perdonami!) ma da altri che erano fuori. Tutto il séguito è stata una sceneggiata per il popolo, che però spesso è disposto a crederci. Ci avevano fatto vedere perfino gli scatoloni del trasloco! Era solo per mostrare che il Capo se ne andava davvero: invece questo eccesso di informazione dimostra più che mai che quanto accaduto dopo era già deciso. Doveva restare tutto come prima. All’esecutivo doveva rimanere il fedele “emissario di Davos”, sul Colle uno che non potesse nuocere al sistema.

  I cambiamenti climatici si aggravano inesorabilmente, si estinguono le specie, si distrugge la biodiversità, su cui si basa la capacità omeostatica del Pianeta, le sofferenze inflitte agli altri esseri senzienti (altri animali, piante, ecosistemi, esseri collettivi) sono allucinanti, il Covid non dà tregua, la Terra dà i primi segnali di difesa dal suo male (cioè la crescita) e i nostri Mille pensano al loro teatrino, a salvarsi il vitalizio, o la pensione, e a (far finta di) lottare per le poltrone.

  Qui non si tratta delle loro supersedie, o del cosiddetto Piano di Ripresa, ma di gestire una transizione decente da un mondo di “Repubbliche fondate sul lavoro”, pieno di confini e di guerre, a un mondo di “Comunità fondate sul Mondo Naturale”, più o meno quello dei Bioregionalisti, o delle culture native. E scusate se è poco: bisogna gestire la fine della civiltà industriale e delle sue assurdità, la fine dell’antropocentrismo e del materialismo che ne sono le caratteristiche di fondo. Forse la fine di tutto l’Occidente.        

  Purtroppo c’è una difficoltà insormontabile: gli otto miliardi di umani che si trovano su questo Pianeta. I pochissimi studi in proposito danno come numero massimo supportabile dalla Terra in condizioni vitali, cioè stazionarie, il valore di 3-4 miliardi, con consumi inferiori a quelli attuali e con alimentazione quasi-vegetariana. Qui la responsabilità è chiaramente dell’Occidente, che ha portato medicinali (mi riferisco a quelli utili!) senza i corrispondenti anticoncezionali, e non mi riferisco soltanto all’aspetto materiale. Non si sapeva forse che tutti gli altri animali senza predatori fanno pochissimi figli? E che, solo come esempio, quando la civetta delle nevi prevede che ci saranno pochi topolini, non fa le uova?

  Cosa fare? Otto miliardi, in crescita inesorabile: questo è il dato del Problema che lo rende insolubile. U Thant (allora Segretario Generale dell’ONU) aveva scritto nel 1969 che c’erano al massimo dieci anni di tempo, poi questi problemi sarebbero stati al di fuori di ogni nostra capacità di controllo: e così è stato.

  L’Ultima Chiamata è stata 50 anni fa: nessuno ha risposto.

  Con una consapevolezza generale e senza condizionamenti, è probabile che una coppia umana normale non desideri più di due figli; poiché una certa percentuale non forma coppia, o non desidera avere figli, il numero complessivo calerebbe, ma molto lentamente: ci metterebbe alcuni secoli per arrivare a valori accettabili. Quindi non c’è più tempo a disposizione, dobbiamo affrontare un transitorio traumatico, ma non è la fine del mondo, è la fine di una forma di pensiero, di una visione del mondo, antropocentrica e materialista …e, di conseguenza, la fine dell’economia.

  Ma i nostri Mille ricominceranno domani le loro finte “battaglie politiche” per le poltrone.  A quelli, della Terra, di tutti gli esseri senzienti, fra cui siamo anche noi e loro, non interessa assolutamente niente.