Chi beneficia degli attacchi alle petroliere nel Golfo Persico?
di Giovanni Sorbello
Fonte: Il Faro sul Mondo
Gli eventi che hanno colpito il Golfo Persico nelle ultime settimane hanno l’intento di influenzare tutto, dal prezzo del gas e del petrolio, al destino dei piccoli Stati regionali. Uno sguardo alle tensioni in atto in tutto il mondo, tra cui il Medio Oriente, la regione del Golfo Persico, l’Europa dell’Est e il Venezuela, indicano che queste tensioni provengono dalle misure unilaterali illegali dell’amministrazione americana.
Il ritiro della Casa Bianca dall’accordo nucleare iraniano (Jcpoa), la designazione del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica (Irgc) come gruppo terroristico, la reimposizione delle sanzioni all’Iran e il tentativo di portare a zero le esportazioni petrolifere iraniane sono mosse provocatorie e sospette degli Stati Uniti che hanno alimentato le tensioni nella regione.
Gli Usa e i loro alleati regionali, inclusa l’Arabia Saudita, hanno sostenuto la mossa provocatoria degli Emirati Arabi Uniti che accusano l’Iran di essere dietro gli attacchi alle due navi a Fujairah, negli Emirati Arabi Uniti, senza presentare alcuna prova. Queste trame sono state sventate grazie all’approccio vigile e saggio dell’Iran che ha ridotto le tensioni.
Un nuovo attacco saluta la visita di Shinzo Abe in Iran
In occasione della tanto attesa visita in Iran dopo 40 anni del primo ministro giapponese Shinzo Abe, molti si aspettavano una maggiore riduzione delle tensioni nella regione grazie alla sua visita. Purtroppo non è stato così, infatti, in concomitanza con la visita del premier giapponese un altro attacco sospettoso e provocatorio è stato effettuato contro due petroliere nel Mare di Oman.
Indubbiamente gli Stati Uniti e le loro procure nella regione, come al solito, accusano l’Iran di essere dietro l’attacco senza avere alcuna prova, ma la domanda principale è che chi sta beneficiando maggiormente delle tensioni nella regione del Golfo Persico?
Riflettendo sui seguenti motivi, ci si può rendere conto che il numero uno dei beneficiari delle tensioni e degli attacchi alle petroliere nel Golfo Persico e in Medio Oriente sono gli Stati Uniti, Israele e alcuni regimi regionali che cercano la loro sopravvivenza seguendo il Politiche degli Stati Uniti.
Contrariamente a decenni fa, gli Stati Uniti sono oggi uno dei più grandi produttori di petrolio e gas del mondo che cercano di conquistare la quota di mercato degli altri Paesi del mondo. A seguito del ritiro degli Stati Uniti dal Jcpoa e dei suoi sforzi per portare le esportazioni petrolifere iraniane a zero con il pretesto di diverse accuse, in realtà gli Stati Uniti stanno facendo sforzi non solo per afferrare la quota dell’Iran del mercato energetico, ma anche per limitare le entrate dell’Iran e la sua influenza regionale. La tendenza degli Stati Uniti a creare tensioni in Venezuela e nell’Europa orientale e lo schiaffo delle sanzioni contro Caracas e Mosca può essere interpretata in questa linea.
Qualsiasi tensione nel Golfo Persico non solo aumenterà il prezzo dell’energia nel mercato globale, ma creerà anche abbastanza pretesti per Washington per aumentare la sua presenza militare nella regione. Ciò significa il controllo delle rotte energetiche da parte degli Stati Uniti al fine di contenere i suoi rivali come la Cina, l’Ue, il Giappone e le nuove potenze emergenti come l’India, le cui economie dipendono fortemente dall’energia proveniente dal Golfo Persico e dal Medio Oriente.
Le tensioni nella regione oltre al “progetto Iranofobia” garantiranno il proseguimento dell’acquisto di armi americane da parte di alcuni Paesi regionali come l’Arabia Saudita, Qatar, Bahrain ed Emirati Arabi Uniti. Continuando a vendere armi all’Arabia Saudita, gli Stati Uniti non solo creano migliaia di posti di lavoro per gli americani, ma mantengono anche i loro rivali come la Cina e la Russia dal mercato delle armi del Medio Oriente.
Le tensioni e i conflitti creati dagli Stati Uniti in Medio Oriente hanno portato a grandi fratture e divergenze tra gli Stati regionali, che è vitale per la sicurezza del regime di Tel Aviv e le sue politiche espansionistiche.
Iran salva equipaggio delle petroliere colpite nel Mare di Oman
Mentre gli Stati Uniti erano impegnati ad accusare falsamente l’Iran dell’ennesimo e sospettoso attacco avvenuto contro delle petroliere nel Golfo Persico, le autorità iraniane intervenivano prontamente in soccorso delle due petroliere colpite da “misteriosi” attacchi nel Mare di Oman, portando in salvo tutti e 44 membri dei due equipaggi.