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Chi insegna a chi? L'ANPI... e la storia

di Classe V N Scienze Applicate, Liceo Leonardo da Vinci - 05/12/2019

Chi insegna a chi? L'ANPI... e la storia

Fonte: Mattia Cervellini

Sulle vicende del 28/11/19 al Leonardo da Vinci sono state presentate varie versioni e penso sia giusto che anche noi studenti che abbiamo assistito in prima persona agli avvenimenti diciamo la nostra. Non amo particolarmente i post lunghi ma credo che in questo caso sia necessario. Se volete far girare la nostra versione dei fatti ve ne saremo grati.

Civitanova Marche, 29 Novembre 2019

Scrivo a nome degli studenti della classe quinto N, del liceo Leonardo da Vinci di Civitanova Marche che, nel giorno 28 novembre, sono stati chiamati a partecipare ad una conferenza riguardante la presentazione di un libro, organizzata dall’ANPI. Con la riduttiva espressione “chiamati a partecipare” intendo sottolineare che il coinvolgimento di tutte le classi quinte dell’istituto era obbligatorio nonostante non fossero passate le adeguate circolari di preavviso nelle classi. Dopo aver raggiunto l’auditorium, sorpresi per la forma di invito che avevamo ricevuto, abbiamo ritenuto opportuno seguire la conferenza, poiché gli argomenti trattati potevano essere spunti di riflessione, in quanto parte integrante del programma scolastico dell’ultimo anno. Tuttavia, a nostro avviso, la presentazione del libro ha avuto un ruolo estremamente marginale, specialmente nella seconda parte della conferenza, che, man mano, ha iniziato a prendere una sempre più evidente piega politica. Questo “malcelato schierarsi” ha provocato una reazione abbastanza forte da parte degli stessi studenti: sono stati alcuni di loro infatti, a chiedere ai professori di poter andarsene ritenendo poco appropriato l’approccio con cui venivano ricostruiti i fatti storici. All’interno di una scuola superiore infatti, specialmente se chiamati a trattare di argomenti complessi come quelli della storia, noi studenti adottiamo uno spirito critico capace di adattarsi alle ricostruzioni storiografiche sempre in evoluzione. Ciò che invece è emerso durante la conferenza, è stato un approccio alla storia totalmente diverso, basato su una ricostruzione degli eventi che assolutamente non poteva essere messa in discussione. Al termine della seconda ora di convegno, erano pochi gli studenti rimasti, tra cui, quelli della mia classe; preciserei che, tenendo conto di ciò che è stato raccontato dai ragazzi precedentemente usciti, gli stessi organizzatori hanno contestato la loro decisione di andarsene (a noi è stato direttamente imposto di rimanere). Al termine della “presentazione”, è stato lasciato uno spazio per dei possibili interventi; uno studente chiedeva informazioni riguardo le manifestazioni definite “neofasciste” e come bisognava trattarle; tralasciando che, la risposta è stata un invito a scendere in piazza in modo violento, un mio compagno di classe ha palesato che, nell’articolo 21 della costituzione, quello di manifestare era un diritto civile. Alla sua domanda “Non pensate che questo vostro approccio sia un po’ una contraddizione?”, i relatori hanno detto “No”. A questo punto è intervenuto il prof. Matteo Simonetti, docente di storia e filosofia presso il nostro liceo, a difesa del mio compagno di classe, facendo diverse considerazioni riguardo a quanto detto fino a quel momento. Egli ha esordito dicendo che coloro che ancora oggi si definiscono fascisti hanno una visione estremamente anacronistica della realtà e sarebbe l’equivalente di definirsi giacobini; poi ha continuato dicendo che, nel momento in cui si decide di trattare argomenti estremamente delicati come questo, occorre una pluralità di opinioni e fonti, in linea con un vero approccio storiografico. Il professore infatti, ha affermato che, il valore di una democrazia sta proprio nel garantire la libera espressione del proprio pensiero, trascendendo ogni forma di componente politica; le risposte da lui ricevute sono state “in una democrazia non tutte le opinioni possono essere accettate” e “quando si parla di Resistenza non occorre una controparte”. Tralasciando le evidenti contraddizioni dei relatori, abbiamo assistito ad una scena decisamente inappropriata ad un contesto scolastico: non solo al professore è stato strappato il microfono dalle mani, ma contro di lui si è schierato, maleducatamente, uno dei consiglieri comunali di Civitanova. Il docente è stato accusato di non essere degno di insegnare a noi studenti, di catechizzare pericolosamente, mettendo così in dubbio la sua serietà riguardo l’insegnamento. Questa reazione decisamente impertinente e arrogante ha catalizzato una risposta da parte di noi studenti, che abbiamo preferito uscire dall’auditorium. Dunque, siamo stati placcati dai presenti soci ANPI e se in Aula Magna, il professore riceveva ancora degli attacchi (dei ragazzi rimasti hanno sentito provenire dai relatori, espressioni quali “lei è un fascista e dunque se la prende” e “nazista”) , noi studenti venivamo accusati di essere delle marionette, senza la minima capacità peculiare di ragionare.

Una riflessione
Proprio alla luce di queste loro sfrontate parole, abbiamo deciso di non rimanere indifferenti e di smascherare l’ipocrisia. Crediamo sia stata una fortuna il fatto che, a partecipare, siano state solo le classi quinte, poiché uno scenario così sconveniente e incivile avrebbe rappresentato un nocivo esempio. Durante il nostro percorso scolastico con il prof. Simonetti, non solo abbiamo sviluppato diversificate formae mentis, ma egli ha sempre ritenuto opportuno mostrare varie realtà dei fatti, in ambito storico, e la possibilità di esprimere il nostro pensiero, in ambito filosofico, dando vita a lezioni trascinati e stimolando sempre di più la nostra curiosità. Non possiamo tollerare dunque, un infondato attacco nei suoi confronti, dal momento che mai ha tentato di condizionarci, né mostrato il suo schieramento politico nel sensibile contesto scolastico; alla conferenza ha solo parlato di libertà, per cui egli ci invita a batterci da sempre. La realtà eterogenea e numerosa del nostro liceo permette, ogni anno, di assistere ad assemblee e conferenze sempre interessanti e formanti, grazie alle variegate opinioni che tutti noi abbiamo, radici di dibattiti estremamente costruttivi. Riguardo questa conferenza però, abbiamo visto come la paura del diverso pensiero possa accecare qualcuno e radicalizzarne la posizione, impedendo così una qualsiasi forma di dialogo civile. Quando poi questi valori vengono schiacciati dagli stessi che ,fino ad un minuto prima, ne erano fieri portatori, ecco che la libertà per cui tanto hanno lottato i nostri predecessori viene frantumata. Alla luce di tutto ciò noi studenti siamo profondamente scossi e offesi per lo stato di inettitudine con cui siamo stati trattati. Grazie a questo però, abbiamo capito quanto sia soffocante la censura, specialmente se giustificata dal buon nome della democrazia.

CLASSE V N Scienze Applicate, Liceo Leonardo da Vinci