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Chi scatena la guerra?

di Antonio Catalano - 06/05/2022

Chi scatena la guerra?

Fonte: Antonio Catalano

Non è che il Papa sia diventato filo russo, e che approvi l’intervento di Mosca in Ucraina, ha semplicemente detto una verità così evidente che solo la malafede impregnata di bellicismo Nato della sinistra al napalm può negare, per cui il "loro" papa, per definizione buono e inclusivo, diventa d'un botto inviso. Papa Bergoglio ha detto che la Nato ha abbaiato e che ha certamente facilitato, se non provocato, l’ira dei russi. Un pensiero diffuso più di quanto i nostri interventisti a stelle a strisce e in salsa ucraina vogliono ammettere: sono in tanti infatti a pensarla in questo modo, senza scomodare i vari Orsini, i generali Bertolini e Mini, solo per citarne alcuni. Specialmente se poi gli stessi giornali americani, come il New York Times, ci dicono che vari generali russi sono stati uccisi con aiuto Usa. Ma niente, dobbiamo sorbirci l’iracondia di Mentana&soci nonché la richiesta di parlamentari piddini che spingono per convocare il Copasir (che dovrebbe occuparsi di servizi segreti) perché accerti le responsabilità dei giornalisti tv circa interviste di personaggi non graditi (vedi Lavrov). Quello che è un elementare principio seguito nell’insegnamento (o che si dovrebbe, uso il condizionale visto lo stato pietoso della scuola) di storia e che si traduce nella classica domanda rivolta all’allievo “quali sono le cause che hanno scatenato la guerra di…?”, diventa, per i nostri interventisti filo Nato, la prova della propria colpa. Scrive bene nel suo articolo apparso oggi sulla “Verità” l’ex magistrato Pietro Dubolino quando afferma che non sempre chi dà inizio a una guerra è quello stesso che l’ha preparata e voluta. Perché spesso può avvenire che la guerra sia preparata e voluta proprio da chi poi, apparentemente, la subisce. Dubolino ricorre a una serie di esempi storici, casi da manuale che nell’insegnamento di storia a scuola sono sempre stati utili per spiegare agli allievi questo conosciuto e antico meccanismo. Come il caso che “genera” la Seconda guerra di Indipendenza (1859) combattuta tra il Regno di Sardegna e la Francia, da una parte, e l’Impero d’Austria, dall’altra. Fu l’Austria a dichiarare la guerra al Regno di Sardegna, ma era stato Cavour – ci ricorda Dubolino – a creare volutamente le condizioni perché l’Austria fosse “costretta” a dichiarare la guerra, perché altrimenti non sarebbe scattato l’impegno che Napoleone III aveva assunto di accorrere a sostegno del Regno di Sardegna. L’ex magistrato prosegue dicendo che non dovrebbe essere mistero per nessuno che gli Usa perseguissero da tempo il proposito di far entrare l’Ucraina nella Nato, facendola così diventare una spina nel fianco della Russia; e che la Russia avrebbe, ovviamente, fatto tutto, anche un attacco, per impedire che il proposito si realizzasse. Se davvero agli Usa stava a cuore la pace – sostiene l’ex magistrato – avrebbero agito diversamente, adoperando la loro influenza per cercare attraverso vie diplomatiche un’accettabile soluzione politica. Cosa che, evidentemente, non era per nulla nelle intenzioni americane. Quindi, se gli Usa hanno agito così è perché nutrissero interesse a scatenare l’intervento russo. Innanzitutto per indebolire la Russia, ecco perché gli ingenti “aiuti” militari alla “resistenza” ucraina; inoltre, perché l’intervento russo avrebbe indotto (come sta accadendo) i Paesi europei a rafforzare i propri vincoli con la Nato, e quindi la loro dipendenza da Washington non solo sotto il profilo delle (presunte) esigenze di sicurezza ma anche sotto quello degli approvvigionamenti, a prezzi maggiorati, delle risorse energetiche. Baudolino conclude facendo notare che gli interessi americani non coincidono con quelli dell’Ue, né tanto meno con quelli dell’Ucraina, utilizzata come vittima sacrificale di tale logica. Per cui, sarebbe opportuno che i governi europei (Ucraina compresa) meditassero sull’esempio lasciato da Napoleone III, il quale, quando si rese conto, dopo la sanguinosissima battaglia di Solferino, che gli interessi della Francia non coincidevano più (se mai avevano coinciso, specifica Baudolino) con quelli del Regno di Sardegna, che lo aveva trascinato in guerra, non esitò a stipulare, per suo conto, un armistizio con l’Imperatore d’Austria. E Cavour abbozzò.