Chiediamo scusa ai Sioux
di Maria Rita D'Orsogna - 06/12/2016
Fonte: Comune info
Credo che non sia possibile restare indifferenti a queste immagini.
Duemila veterani di guerra statunitensi si sono accampati nelle praterie del North Dakota per dare il loro appoggio ai Sioux che resistevano al passaggio dell’oleodotto North Dakota Access Pipeline.
Cosi, solo per amore, sono andati lì e hanno offerto di essere a fianco delle tribù indigene le cui acque e i cui siti sacri erano minacciati da questo oleodotto.
Lo US Army Corps ha deciso in extermis di bloccare l’oleodotto e di considerare un percorso alternativo, dopo mesi di resistenza, di violenza, di freddo, di paura (leggi Hanno vinto i Sioux, niente oleodotto).
E alla fine, succede qualcosa di inaspettato, e di quanto più nobile l’umanità possa offrire. A un certo punto del tutto inaspettatamente, i veterani si sono inginocchiati e hanno chiesto scusa ai Sioux per il genocidio e i crimini di guerra commessi dall’esercito statunitense contro i popoli indigeni nel corso dei secoli.
Il capo Sioux, Leksi Leonard Crow Dog, per conto di tutte le tribù Sioux ha accettato le scuse e a sua volta ha chiesto scusa ai militari per il dolore causato il giorno 25 giugno 1876 quando i Sioux sconfissero la settima cavelleria dell’esercito Usa. Il capo tribù ha detto: “Vi perdoniamo e chiediamo pace al mondo”.
Tutti avevano gli occhi inumiditi. E anche chi scrive.
* Fisica e docente all’Università statale della California, cura diversi blog (come questo). Consapevole dell’importanza dell’informazione indipendente, Maria Rita ha autorizzato con piacere Comune a pubblicare i suoi articoli