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Club Bilderberg. L’oligarchia a porte chiuse

di Roberto Pecchioli - 02/06/2024

Club Bilderberg. L’oligarchia a porte chiuse

Fonte: EreticaMente

È in corso a Madrid, presso il lussuoso complesso alberghiero Mirasierras, la riunione annuale del Club Bilderberg, il circolo riservato dei potenti politici, economici, finanziari, militari, giornalistici del mondo occidentale. Fondato nel 1954 dal principe Bernardo, marito della regina Giuliana d’Olanda della ricchissima casata Orange, a lungo diretto da Etienne Davignon, diplomatico, politico e finanziere belga con un lungo curriculum nella Comunità Economica Europea, è un luogo d’incontro della classe dirigente del mondo occidentale. Non è esagerato affermare che tra le ovattate stanze dei suoi incontri oligarchici si decide una parte rilevante del nostro destino. A porte chiuse, senza comunicati ufficiali, senza che nulla trapeli.
Solo all’ultimo momento il Club indica luogo, data, invitati alla riunione, rigorosamente riservata e sotto la protezione di un imponente, costoso apparato di sicurezza pubblico e privato. Strane precauzioni per un incontro presentato per decenni come poco più di una scampagnata tra amici uniti dall’appartenenza all’élite europea e nordamericana. Tra i nomi italiani spicca un’assenza, quella di Franco Bernabè, banchiere, ex amministratore di Eni, titolare di un numero impressionante di incarichi. L’habituè del Club è degnamente sostituito da Lorenzo Bini Smaghi, già membro dell’esecutivo della BCE, banchiere d’affari, attuale presidente del colosso finanziario francese Société Générale, ex presidente di Italgas.
La pattuglia italiana (per modo di dire, poiché tutti, al Bilderberg, rappresentano interessi globalisti apolidi) è completata da alcuni banchieri poco conosciuti al grande pubblico come Michele Dalla Vigna (Goldman Sachs) e Marco Alverà (veneziano ma cittadino Usa, 8ex Snam ed Eni), dal politologo docente della celebre facoltà parigina di Scienze Politiche Giuliano Da Empoli, nonché da un volto conosciuto al pubblico televisivo, la giornalista Lilli Gruber, invitata di lungo corso del Bilderberg. Non mancano il Commissario Europeo ed ex primo ministro italiano Paolo Gentiloni Silverj e il senatore a vita, banchiere d’affari, funzionario dell’oligarchia, economista e tante altre cose Mario Monti, ex capo del governo italiano dopo il golpe bianco italo-europeo-finanziario (l’arma dello spread) che cacciò l’ultimo governo Berlusconi nel 2011.
Gli scarni bollettini del Club – da qualche tempo costretto a un minimo di comunicazione – rivelano che i temi di quest’anni sono i seguenti: lo stato e la sicurezza dell’Intelligenza Artificiale; le grandi novità della biologia (farmaci, sieri, nanotecnologie?); il clima; il futuro della guerra; il paesaggio geopolitico; le sfide e economiche di Europa e Stati Uniti; il panorama politico Usa; l’Ucraina e il mondo; Medio Oriente; Cina; Russia. Vasto programma. Come sempre, non sapremo nulla di ciò che è detto e soprattutto delle decisioni prese, poiché il Bilderberg prende a porte chiuse decisioni che interesseranno tutti e ciascuno. I presenti sono vincolati al silenzio, in particolare i giornalisti di sistema, tra i quali, oltre alla nostra Lilli, spiccano gli editorialisti capi dell’Economist, del Financial Times e del sito e TV economica Bloomberg, insieme con numerosi editori e dirigenti dei media mainstream, giunti, immaginiamo, per ricevere le disposizioni di chi “detta la linea”.
Il resto dei partecipanti è un autentico parterre des roi. Un sovrano regnante è presente: Guglielmo Alessandro d’Orange Nassau, re d’Olanda, padrone di casa in quanto nipote del fondatore del Bilderberg. La Spagna che ospita l’elevato consesso è rappresentata da due ministri in carica, José Manuel Albares (Esteri) e Carlos Cuerpo (Economia e Commercio), da un politico di opposizione, dal governatore del Banco di Spagna e da Ana Botìn, presidente del colosso Banco di Santander. Nelle lussuose suites del Mirasierras sono ospitati il segretario della Nato Stoltenberg, Albert Bourla del gruppo farmaceutico Pfizer, Eric Schmidt di Google, il ministro degli Esteri ucraino Kuleba, i massimi dirigenti di giganti finanziari come Deutsche Bank e Goldman Sachs, tecnologi e tecnocrati di Microsoft e Google. Posti d’onore per militari e uomini del deep State americano e occidentale: i più noti sono David Petraeus, ex direttore della CIA e David Phillips, dell’USIC (United States Intelligence Community), l’organismo direttivo delle sedici principali agenzie di intelligence americane.
Porte spalancate per Wopke Hoekstra, Commissario Europeo per il Clima, Charles Michel, Presidente del Consiglio Europeo, per il presidente della Finlandia (neo-membro Nato) e per Mark Rutte, sino a qualche giorno fa primo ministro olandese, uomo forte della politica dei Paesi Bassi. Uno dei banchieri più influenti d’Europa è lo svedese Marcus Wallenberg, presidente di Skandinaviska Enskilda Banken AB, dai cui uffici è partito sin da febbraio l’invito al Bilderberg – con l’indicazione di luogo e data ancora sconosciuti – per il Ministro degli Affari Europei svedese, peraltro assente. Presenti alti dirigenti del sistema di intrattenimento (Gerhard Zeiler presidente di Warner Bros Discovery International, i vertici della televisione CNN, altissimi esponenti delle maggiori aziende energetiche (Shell, British Petroleum, Total, BP) ministri canadesi ed europei, perfino Anatoly Chubais, politico ed economista liberale russo filo occidentale, la pasionaria guerrafondaia antirussa e primo ministro estone Kaja Kallas, oltre a numerosi oligarchi del mondo tecnologico, finanziario, universitario, industriale.
La presenza alla riunione annuale del Bilderberg non è citata, per i numerosi politici, membri di governo, parlamenti e istituzioni dell’Unione Europea, nelle rispettive agende ufficiali. Sono a Madrid – così dobbiamo credere – come privati cittadini che si riuniscono altrettanto privatamente per discettare amabilmente delle sorti del mondo. Il Bilderberg Club non è l’unico laboratorio di potere riservato del mondo; forse non è neppure il più influente. Da settant’anni, tuttavia, riunisce i vertici dei vari ambienti di potere dell’Occidente, designa responsabili politici, esprime la linea e l’agenda dei padroni di questa parte del mondo. Dimostra nei fatti che dietro le vane parole d’ordine di libertà, democrazia, sovranità nazionale e popolare esiste – ormai a volto scoperto – una trama di circoli, gruppi, consorterie di potere – non sempre d’accordo tra loro – impegnate a orientare, dirigere, imporre – le scelte geopolitiche, economiche, culturali del mondo, implementare questioni tecnologiche epocali come l’Intelligenza Artificiale (tema di quest’anno), scegliere i referenti governativi che dovranno portare avanti – e far accettare ai popoli – le decisioni prese dal sinedrio a porte chiuse.
Solo da pochi anni una parte dell’opinione politica conosce l’importanza, i circoli e i volti di chi davvero comanda. Moltissimi, i più, neppure sanno dell’esistenza di questi gruppi oligarchici. Chi dovrebbe informarli tace e addirittura fa parte della struttura. L’intera catena di potere globalista è rappresentata al Bilderberg e in altre strutture riservate: è già molto che lo si sappia. Al Mirasierras in questi giorni, tutto l’anno in altri ambulacri del dominio, qualcuno dirige il mondo sopra le nostre teste contro i nostri interessi, calpestando i nostri principi, modificando le nostre vite. I popoli si dissanguano nelle guerre, l’opinione pubblica si divide e si combatte su mille questioni – spesso futili – mentre i padroni del mondo si incontrano periodicamente per gestire risorse e potere, imporci scelte, visioni del mondo, tecnologie, conflitti.
Crediamo ancora alle parole d’ordine del sistema, alla libertà, alla democrazia rappresentativa, al potere dei popoli, al “libero” voto? In tempi di inganno universale, la lista dei presenti alla riunione del Club Bilderberg – l’elenco completo è alla pagina web Bilderberg 2024 en Madrid: temas elegidos por la élite global, españoles seleccionados y listado completo de participantes – Kontrainfo (noticiasholisticas.com.ar) – è uno squarcio di verità nel villaggio globale. Purtroppo, sono così potenti, così convinti della nostra incapacità di capire e reagire che non si nascondono più.