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Colpo di stato digitale

di Shoshana Zuboff - 09/07/2022

Colpo di stato digitale

Fonte: Internazionale

Nella civiltà dell’informazione le società vengono definite da una serie di questioni relative alla conoscenza: il modo in cui viene distribuita, l’autorità che governa la sua distribuzione e il potere che protegge quell’autorità. Chi è che sa? Chi è che decide chi sa? Chi è che decide chi decide chi sa? Ora i capitalisti della sorveglianza hanno in mano la risposta a ciascuna di queste domande, anche se non li abbiamo mai eletti per governarci. Ed è questa l’essenza del colpo di stato cognitivo. Queste persone rivendicano l’autorità di decidere chi detiene la conoscenza accampando diritti di proprietà sulle nostre informazioni personali, e difendono questa autorità con il potere di controllare sistemi e infrastrutture informativi di cruciale importanza. (…) Viviamo negli anni formativi della civiltà dell’informazione. La nostra epoca è paragonabile alla prima fase dell’industrializzazione, quando i padroni avevano tutto il potere e i loro diritti di proprietà venivano prima di qualunque altra cosa. L’intollerabile verità della situazione attuale è che finora gli Stati Uniti e la maggior parte delle altre democrazie liberali hanno ceduto la proprietà e la gestione del mondo digitale al capitale privato della sorveglianza, che ormai si contende con la democrazia i diritti e i princìpi fondamentali che definiranno il nostro ordine sociale in questo secolo. (…) Forse una maggiore consapevolezza di questo golpe in atto e della minaccia che rappresenta per le società democratiche ci costringerà finalmente a fare i conti con la scomoda verità che incombe su di noi da vent’anni. Possiamo vivere in democrazia o possiamo vivere nella società della sorveglianza, non in entrambi i posti contemporaneamente. Una società della sorveglianza democratica è impossibile a livello sia esistenziale sia politico. Per essere chiari: al centro di questa battaglia c’è l’anima della nostra civiltà dell’informazione.