Combattente che non combatte
di Massimo Fini - 19/09/2023
Fonte: Massimo Fini
Nel suo primo editoriale sul Giornale (8/9) Alessandro Sallusti, che è sempre meglio di Augusto Minzolini perché non specula sulle carte di credito ed è anche più simpatico, accusa la sinistra di aver favorito la globalizzazione senza rendersi conto delle conseguenze. Non è così. In un Wto del 1998 Bill Clinton, che certamente non è di sinistra, disse che non si poteva opporsi alla globalizzazione perché non è un fatto politico, è un fatto. E Fidel Castro (c’era ancora il vecchio Fidel, che nostalgia) disse che opporsi alla globalizzazione era come opporsi alla legge di gravità. Avevano ragione e torto entrambi. Se noi mettiamo al centro l’Economia e la Tecnologia è chiaro che tutto il sistema si ordinerà di conseguenza. Se mettiamo al centro del sistema uno spillo tutto verrà organizzato attorno allo spillo. Al centro del sistema dovrebbe essere rimesso l’uomo, dando all’Economia e soprattutto alla Tecnologia il ruolo marginale che avevano avuto prima del take off industriale. Facile a dirsi, quasi impossibile a farsi. Attualmente solo Papa Francesco insiste sulla centralità dell’uomo.
È ovvio che la tecnologia è sempre esistita. Nel delizioso racconto di Umberto Eco, intitolato La Cosa, il professor Ka presenta ad un grande generale, che gli aveva commissionato un arma per uccidere i nemici, una pietra. Il generale, che era già molto impaziente perché era cinque anni che aspettava, dice: “Ma questa è solo una pietra”. “Vi sbagliate” replica Ka. “Guardatelo bene è un sasso con una punta aguzza che può frantumare la roccia, spezzare una noce di cocco e quindi anche uccidere i nemici” e questa, già all’origine del mondo, è tecnologia. Nel corso degli anni, dei decenni, dei secoli, la tecnologia prenderà decisamente il sopravvento prevalendo su tutto ciò che è umano. È vero che individualmente si può fare della tecnologia un uso euristico e intelligente, ma a livello di massa si è sempre dimostrata impoverente. Lo vediamo nei nostri ragazzi letteralmente uccisi dall’uso compulsivo degli smartphone.
Ma veniamo ad un argomento altrettanto attuale: la guerra. All’inizio c’era il corpo a corpo dove gli uomini mostravano la propria valentia guerriera. Poi verrà la scoperta della polvere da sparo (che i cinesi, il popolo a mio avviso più intelligente della terra, usarono solo per i fuochi d’artificio) e il fucile. Il combattimento avviene a distanza. In un bellissimo film di Ermanno Olmi, il mestiere delle armi, c’è Giovanni dalle Bande Nere, un Medici, che è un grande guerriero. Esce in battaglia convinto che con il proprio valore sconfiggerà i nemici. Ma basterà un colpo di fucile per metterlo fuorigioco. Per un certo periodo i cavalieri, cioè coloro che erano addestrati al mestiere delle armi e avevano l’obbligo di difendere il territorio, si opposero al fucile considerandolo un arma sleale. Naturalmente persero la partita. Adesso siamo arrivati ai droni senza pilota, ai droni subacquei, ai droni kamikaze che tolgono ogni epica e anche ogni etica alla guerra dove gli uomini, a parte qualche eccezione, compaiono solo come vittime impotenti (chiamare kamikaze un drone è offendere i kamikaze giapponesi che col loro aereo si gettavano sulle navi nemiche, cioè si implicavano personalmente, un po’ come gli ISIS che seminano morte in cambio della propria). La stessa cosa, sia pure con qualche modifica, si è avuta nella recente guerra degli occidentali all’Afghanistan. I Talebani avevano i fucili e qualche ordigno improvvisato (ied), ma gli americani utilizzavano i B52 che volano a diecimila metri d’altezza e sono quindi irraggiungibili, lo stesso vale per i caccia. Questo provocava il disprezzo non solo dei Talebani ma anche degli afgani in generale abituati a vedere almeno il nemico in faccia. In guerra la particolare legittimità di uccidere, esclusa in tempo di pace, è data dal fatto che si può altrettanto legittimamente essere uccisi. Se uno solo può colpire e l’altro solo subire si esce dall’ambito della guerra e si entra in quello dell’assassinio. Obama, preceduto dai Righeira, aveva teorizzato di far combattere solo dei robot. Ma il combattente che non combatte perde ogni legittimità e ogni dignità.