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Come gli USA manipolano l’umanitarismo su Aleppo

di Steven Chovanec - 15/10/2016

Come gli USA manipolano l’umanitarismo su Aleppo

Fonte: controinformazione

 

Gli Stati Uniti stanno manipolando la preoccupazione umanitaria in uno sforzo di proteggere le proprie milizie jihadiste da loro sostenute ed il loro progetto imperiale di cambio di regime in Siria. Le classi intellettuali e i media occidentali stanno cadendo dovutamente su questa linea, promuovendo una narrativa di aggressione militare sotto la copertura della “protezione ai civili”.

Questi stessi che si sentono “responsabili  di proteggere” i civili sono quelli che hanno condotto le invasioni dell’Iraq e della Libia, facendo aumentare in modo esponenziale i massacri di civili e producendo la proliferazione dell’estremismo violento all’interno di quei paesi. Sono perfettamente ipocriti, orientati a più interessi di conquista e dominazione e porteranno più morte e distruzione anche in Siria.

 

Gli USA non hanno alcuna partecipazione al benessere dei civili siriani, nonostante le loro condanne dell’offensiva della Russia ad Aleppo. Questo si dimostra chiaramente per il fatto che le persone che stanno appoggiando (i miliziani dei gruppi jihadisti) sono i responsabili degli stessi delitti di cui accusano la Russia e la Siria, in particolare di attacchi indiscriminati, di bombardamento contro i civili con artiglierie e missili, sono quelli che hanno distrutto scuole, ospedali, ecc.. Inoltre l’offensiva su Aleppo realmente non differisce da quella che gli USA hanno condotto su Manbij, dove si dice che gli statunitensi hanno attuato una politica della “terra bruciata” mentre che hanno liberato la città dall’ISIS, per cui la popolazione è sata trattata come se fossero tutti terroristi o simpatizzanti dell’ISIS.

Potrebbe dirsi che la loro condotta sia stata anche peggiore, visto che si sono guadagnati la distinzione di aver lanciato gli attacchi più mortiferi contro i civili nel corso dei 5 anni del conflitto, massacrando per lo meno 700 persone civili dove non erano presenti miliziani dell’ISIS. L’operazione di Manbij non ha suscitato alcuna protesta morale dei media e degli osservatori poccidentali, comprensibilmente perchè si trattava di “vittime indegne” visto che sono state vittime degli USA e non dei nemici degli USA (Russi, siriani ed iraniani).

Lo stesso si può dire per le operazioni degli USA fatte a Kobani ed a Fallujah, per cui le popolazioni sono state essenzialmente incenerite dai bombardamenti senza alcun chiasso dei media.

Anche l’Arabia Saudita non ha molto da preoccuparsi dei civili siriani di Aleppo, visto come sta implacabilmente assassinando e massacrando la popolazione assediata dello Yemen, con l’appoggio ed i sostegno militare e logistico degli USA e della Gran Bretagna, da circa due anni senza alcuna preoccupazione per la popolazione civile. Gi attacchi dell’aviazione saudita hanno determinato una situazione ancora più grave che non la situazione umanitaria in Siria, lasciando per lo meno 19 milioni di persone che necessitano di assistenza umanitaria. In Siria (dove sono in atto sanzioni e blocco da parte dell’Europa ) si stima che un totale di 18 milioni di persone necessitano di aiuto.

Anche la Turchia non dovrebbe essere molto preoccupata, come si è reso evidente dalla sua condotta verso la popolazione curda, tuttavia, la recente tranquillità di Erdogan circa il destino di Aleppo è indicativa di una intesa intercorsa tra lui ed il Presidente Putin, per cui la Turchia stabilisce una presenza nel nord della Siria e blocca l’avanzata dei curdi e in cambio limita il suo appoggio ai ribelli jihadisti ed a quelli di Aleppo in particolare.

La vera ragione per cui gli USA stanno denunciando l’operazione russa sta nel fatto che da Washington stanno guardando con orrore la prospettiva a breve termine che i gruppi ribelli jihadisti, loro alleati, in Aleppo siano sbaragliati dall’offensiva russo siriana. Non solo sarà questa città il punto di inflessione decisivo nella guerra, tutti i ribelli saranno spazzati via ed il Governo siriano ritornerà a controllare di tutte le città popolate eccetto Idlib, tuttavia altri hanno argomentato che questo potrebbe anche segnare la fine dell’egemonia degli Stati Uniti in tutta la regione del Medio Oriente in generale.

In altre parole, gli USA stanno cercando di volgere tutta l’opinione pubblica mondiale contro lo sforzo russo di debellare i gruppi terroristi per fermare l’avanzata e proteggere i propri ribelli alleati e bloccati dentro Aleppo.
Le analisi degli esperti sono d’accordo, come Fabrice Balanch, dell’Istituto di  Studi  Strategici di Washington, nell’indicare che “il Fronte Al Nusra è quello che domina le diverse fazioni dei ribelli, incluse quelle considerate moderate, e spiega che il potere del gruppo di Al Qaeda è di fatto aumentato dalla primavera del 2016″.

Gli Stati Uniti stanno cercando di proteggere questi miliziani di Al Qaeda ed i loro affiliati, dall’offensiva russo siriana così come altri elementi operativi dell’intelligence degli USA che sono collegati con questo gruppo. La narrativa propagandistica diffusa dai media, secondo cui la Russia starebbe commettendo una catastrofe umanitaria, pretende di occultare questo fatto, così come gettare la colpa a russi e siriani per le sofferenze della popolazione di Aleppo.

In realtà sono stati proprio gli USA con il loro appoggio costante ai ribelli jihadisti (e con i quintali di armi fornite loro) quelli che hanno la responsabilità principale delle sofferenze dei civili.
Per spiegare questo bisogna capire che la gente che vive nei quartieri est di Aleppo non ha mai appoggiato i ribelli nè gli ha mai dato il benvenuto. I ribelli tuttavia, hanno ” portato la rivoluzione” a loro ed hanno conquistato tutta la città contro la volontà degli abitanti. Dai pochi corrispondenti che si sono trovati nella città, è arrivato il racconto di come Aleppo è stata invasa dai miliziani jihadisti che hanno praticato violenza ed una ondata di repressione e come la gente viveva solo nella speranza che l’Esercito siriano riprendesse il controllo della zona. La popolazione ha denuciato la “rivoluzione malintenzionata” e caratterizza le regole imposte dai ribelli come un flagello del terrorismo.

Questo naturalmente non ha dato alcuna preoccupazione agli Stati Uniti nel tempo, che adesso si proclamano “protettori” dei civili in Aleppo.
Si calcola che un numero che oscilla fra i 400 ed i 600.00 cittadini della popolazione originale di Aleppo si è trasferita nella parte occidentale della città controllata dalle forze governative. I civili rimasti, sono per lo più le famiglie dei miliziani che essi stessi obbligano a rimanere ed a combattere. Il numero ufficiale di 200.000 civili è probabilmente sovrastimato e si si calcola che non siano più di 50/80.000 le persone rimaste. Tuttavia i civili che rimangono sono persone rimaste  bloccate all’interno di questa zona di guerra a cui è stato impedito di uscire.

Nel corso della prima tregua, erano stati aperti i corridoi umanitari e l’Esercito siriano aveva invitato i civili ad uscire ma sono stati i miliziani ribelli quelli che hanno impedito la fuga dei civili, con informazioni che hanno descritto come altri che hanno provato a fuggire siano stati triucidati dagli jihadisti. Il tentativo di evacuare i civili è stato condannato dagli USA che hanno sostenuto che” le persone innocenti devono essere capaci di rimanere nelle loro case”. I gruppi radicali stanno utilizzando i civili come scudi umani per proteggere se stessi e gli Stati Uniti hanno appoggiato questa strategia.

Questo è stato confermato dall’inviato dell’ONU Steffan De Mistura che cita le informative che indicano che i ribelli stanno utilizzando la collocazione intenzionale delle loro posizioni vicino le infrastrutture sociali, vicino alle abitazioni civili ed ai depositi .
Questo perchè vi è sempre stata la politica del Governo siriano per separare la popolazione civile dai ribelli, visto che è sempre molto più efficace militarmente combattere contro un nemico che non si trova all’interno di una poplazione civile. Allo stesso modo gli USA hanno sempre fatto una politica per evitare che questa separazione si produca.
Gli Stati Uniti si sono sempre rifiutati di consentire lo sgombero della popolazione civile dai quartieri est di Aleppo ed hanno sostenuto i terroristi che si fanno scudo ed impediscono la fuoriuscita della popolazione.

Un esperto di strategie militari ha analizzato la questione ed ha illustrato che tutto questo si spiega visto che, se tutti i civili dei quartieri est di Aleppo fossero evacuati, poi non ci sarebbe alcun ostacolo ad impedire all’Esercito siriano di schiacciare i miliziani restanti e così non  sorgerebbe alcuna protesta internazionale verso di  quelli nel farlo. La fonte spiega: “la guerra in Siria è un teatro di guerra urbana. L’unica modo per i ribelli di combattere è quello di utilizzare le zone residenziali per farsi scudo della popolazione e combattere mescolandosi ai civili. Questo contrasta con l’Esercito siriano che vorrebbe combattere in un teatro totalmente vuotato dalla presenza dei civili”.

Di fronte a questa situazione, la strategia del Governo siriano è stata quella di bombardare sporadicamente per spaventare i civili e obbligarli a fuggire dalle zone controllate dai miliziani. Questo anche perchè l’Esercito siriano ha frenato la sua offensiva con il fine di permettere ai civili di evacuare; si volevano portare i civili fuori dal teatro dei combattimenti in modo da poter sconfiggere militarmente i ribelli più rapidamente e facilmente.

Se gli USA fossero realmente preoccupati per risparmiare i civili sulla zona est di Aleppo, risulta facile capire che sarebbe stato sufficiente consentire l’evacuazione dei civili dalla zona, gli USA ed i loro alleati avrebbero dovuto fare pressione sui loro miliziani alleati per permettere questo, invece di consentire ai miliziani di tenere la popolazione in ostaggio. (…………)
Purtroppo risulta che soltanto la Russia e la Siria stanno seguendo la via dei compromessi, mentre gli USA ed i loro alleati sono coscienti di aver bloccato la situazione.

I media e gli osservatori occidentali stanno mantenendo una linea di oscuramento della verità e trasmettono la falsa narrativa propagandistica di Washington con occultamento di queste verità e dei fatti che sono incompatibili con gli interessi dei pianificatori della politica di Washington. (………………….)

Questa è una guerra di potere internazionale e le preoccupazioni umanitarie si stanno manipolando senza scrupoli in appoggio agli interessi che non hanno nulla a che vedere con la preoccupazione per le vite innocenti. Non bisogna cadere in questo falso umanitarismo che significa più guerra, più imperialismo e da cui deriverà sempre morte e distruzione.

*Steven Chovanec è un giornalista indipendente ed analista politico con sede in Chicago. Laureato in Relazioni Internazinali presso l’Università Roosevelt, insegna queste materie e si ocupa di ricerca ed analisi in geopolitica e nelle politiche sociali.

Fonte: Underground reports

Traduzione: Luciano Lago