Covid-19 complottismo o tragica realtà?
di Marcello Austini - 01/05/2020
Fonte: Italicum
Quanto ci si appresta a scrivere non vuol rappresentare alcunchè di speciale. Si intendono solo condividere, delle riflessioni, semmai l’invito ai lettori ad analizzare a più ampio raggio ed anche in una chiave storica diversa, tutto quello che, in ordine alla crisi da coronavirus, stiamo vivendo, patendo, soffrendo, e i possibili scenari futuri.
Non si tratta di essere complottisti, ma di analizzare freddamente i vari fenomeni che dal 1989, dalla caduta del Muro di Berlino e del crollo del mondo comunista in poi, si sono susseguiti.
Certamente tale analisi potrà risultare sterile, cervelloide, manchevole soprattutto, in quanto non ci è dato conoscere tanti elementi chiave, tanti possibili retroscena, ma sta di fatto che, come in puzzle, come in un mosaico, si può cercare di collegare, di mettere assieme, i vari tasselli, gli accadimenti, e giungere se non alla verità assoluta, magari a qualcosa che ci si avvicini, che sia verosimile, e/o che permetta di vedere e giudicare gli accadimenti stessi, sotto un’altra luce, un altro angolo visuale, in maniera più consapevole e con un spirito critico maggiore.
Attraverso il metodo induttivo che, com’è noto, cerca di stabilire l’universale (la regola universale) partendo dal particolare (singoli elementi particolari), si procederà, pertanto, con l’elencazione di fatti, di eventi storici che, proprio a partire dal 1989, dalla caduta del Muro di Berlino, si sono susseguiti ed hanno segnato la Storia, la storia di Popoli e Nazioni, la vita di tutti noi.
Tre elementi, tuttavia, si intendono sin da ora però sottolineare e anticipare. Elementi che appaiono ricorrenti, degni di nota e che si accomunano:
1) l’accelerazione (storica) avutasi o che si è voluto imprimere a fatti e accadimenti. Un susseguirsi di eventi che mai, nel corso della Storia, erano stati così prossimi, così ravvicinati, succedutisi in modo così veloce. Tale accelerazione, allora, è solo casuale, episodica? Sia consentito di dubitare.
2) Il rincorrersi di date e numeri quasi ad intervalli ciclici, fissi, predefiniti, come se ci si trovasse in un “gioco” cabalistico. Anche per tale aspetto, è sempre e solo un caso? Si lascia alla sensibilità del lettore ogni eventuale interrogazione, ogni possibile risposta.
3) Chi ne ha tratto vantaggio? La costante, soprattutto, di chi, di tutto quanto succedutosi, ne abbia tratto vantaggio, ne abbia approfittato.
In questo caso, per tale terzo elemento, la risposta appare abbastanza agevole da fornire, quasi scontata! Ce l’abbiamo sotto gli occhi, la viviamo tutti i giorni e forse non ce ne avvediamo.
Possiamo affermare che ad approffitarne sono state le forze del quadrante occidentale, rappresentato dagli U.S.A., quelle del capitalismo finanziario sfrenato, fagocitante e sovrannazionale, quelle globaliste volte all’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale (NOM).
Fatti ed accadimenti storici dalla Caduta del Muro di Berlino (per evidenti ragioni di tempo e di spazio, l’elenco non è esaustivo).
- · 1989 – Caduta del Muro. Fine della Guerra Fredda e del Mondo comunista, della contrapposizione Oriente/Occidente. Dissoluzione dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (U.R.S.S.).
Gli Stati Uniti d’America (U.S.A.) quale unica potenza mondiale nel continente europeo. Si può ritenere o no, che sia stata una vittoria del capitalismo? - · 1990. I Guerra del Golfo (2 agosto 1990-28 febbraio 1991). E’ stata la prima guerra del “villaggio globale”, evento mediatico.
Obiettivi: – controllo USA della produzione del Petrolio da parte di Kuwait e Iraq;
– abbattimento del Regime di Saddam Hussein divenuto scomodo;
– insediamento/rafforzamento in chiave geopolitica degli USA nell’area;
– preparazione/predisposizione internazionale a nuovi strumenti di intervento
politico-militare (formazione di una forza di coalizione). Tutto ciò sia in termini
generali, nei rapporti tra Stati, ma anche nella percezione e nelle reazioni umane,
in quelle dei Popoli e delle Nazioni;
– l’adattamento, di ciascuno di noi, a nuovi scenari imprevisti. E ciò, da allora,
costituirà un tema ricorrente che si riproporrà nei vari, successivi accadimenti
storici. - · 1991. Occorre anche segnalare che dal 1991 e fino ai giorni nostri, inizia in Europa ed in Italia, il fenomeno dell’immigrazione selvaggia di massa. Inizia il fenomeno del precariato generalizzato in ambito dei rapporti di lavoro; quello dei tagli alla spesa pubblica; quello del crollo dello stato sociale; quello del capitalismo finanziario aggressivo e fagocitante.
- · 2001. 11 settembre. U.S.A. Crollo delle Torri Gemelle. Per tale accadimento, la letteratura è sterminata. Gli studi, le ipotesi, le congetture, molteplici e contrastanti.
Sta di fatto che nel costituire un tragico avvenimento, ha cambiato la nostra Storia, mutando i rapporti internazionali e dando seguito a tutta una serie di interventi politico/militari, come ad esempio, la guerra in Afghanistan. - · 2001. Guerra in Afghanistan Iniziata il 7 ottobre 2001 e tuttora in corso. A tal proposito, giovi sottolineare il fatto che la velocità (tema ricorrente) nel dispiegamento militare e con l’alleanza dei ribelli del Nord, inducono a ritenere che gli USA avessero pianificato, ben prima dell’11 settembre, l’invasione dell’Afghanistan.
- · 2003. II Guerra del Golfo. Inizio 20 marzo 2003 – fine 18 dicembre 2011.
Conflitto iniziato con l’invasione dell’Iraq da parte di una coalizione multinazionale guidata dagli U.S.A., e terminato col passaggio definitivo di tutti i poteri alle autorità irachene insediate dall’esercito americano su delega governativa statunitense.
L’obiettivo principale dell’invasione era deporre Saddam Hussein, già da tempo inviso agli Stati Uniti e a molte potenze occidentali. Lo si accusava di dotarsi di armi di distruzione di massa, e di un suo presunto appoggio al terrorismo islamista. La fine del conflitto, si tramutò abbastanza presto in una sostanziale destabilizzazione del Paese (tema ricorrente) e dette vita ad una resistenza contro le truppe straniere, che porto’ anche ad una guerra civile fra le varie fazioni operanti.
- · 2011. Primavera araba. Con tale espressione, si fa riferimento a quei sommovimenti, a quelle rivoluzioni e ondate di protesta che hanno attraversato molti regimi arabi nel corso del 2011.
Tunisia, Egitto, Marocco, Giordania, alcune monarchie del Golfo, Siria,Yemen (dov’è tuttora in corso una guerra, spesso dimenticata). Questi gli Stati principalmente coinvolti.
Libia. Anche nell’ex colonia italiana, la ribellione si è trasformata ben presto in un’insurrezione armata. Il resto è storia. Con la destabilizzazione del Paese, la guerra civile, l’intervento armato ed i bombardamenti della N.A.T.O., la tragica fine di Gheddafi. Lo scempio della sua persona negli ultimi momenti di vita, prima della sua esecuzione, ha fatto il giro del mondo ed è stato mandato in onda da tutte le televisioni internazionali. Con la fine del regime di Gheddafi si è aperta una fase delicatissima per la Libia e, di riflesso, per l’Italia stessa. Si pensi solo; all’incremento del fenomeno migratorio di massa che proprio dalle sponde libiche trova la sua origine. L’interevento armato, la destabilizzazione della Libia, ha prodotto una Nazione senza Stato, divisa nelle sue fazioni, sotto la minaccia delle ingerenze degli Stati confinanti e degli interessi economici e geopolitici di Francia; Regno Unito e U.S.A..
- · 2011. Crisi siriana e Guerra in Siria iniziata il 2012 e tuttora in corso.
Il conflitto sostanzialmente ha inizio con il diffondersi della “primavera araba” (foraggiata indovinate un po’ da chi…) anche nello Stato retto dal Presidente Bachar el-Assad.
Obiettivi: abbattimento del legittimo Presidente siriano; destabilizzazione del Paese; penetrazione/stabilizzazione strategica USA nell’area; rafforzamento dello Stato d’Israele.
Il tutto attraverso l’ausilio di governi arabi dichiaratamente filo-occidentali (Arabia Saudita e Q, forze armate e formazioni politiche siriane alternative fantoccio, nonchè l’utilizzo di gruppi terroristici jihadisti.
- · 2014-2019 Terrorismo islamista jihadista in Europa (attentati).
Il terrorismo non mira solo ad uccidere o ferire, ma anche e soprattutto, a dividere società, diffondere odio e paura, alterare i normali sistemi di esistenza sociale, comprimere le nostre libertà in nome della sicurezza (tema ricorrente). - · Fine 2019, inizio 2020. Vile uccisione, in Irak (il 3 gennaio), del Generale iraniano Soleimani. Possibilità di una crisi a livello mondiale, presto però ufficialmente “disinnescata”. Crisi che temporalmente, è molto prossima,ravvicinata, all’espandersi dell’infezione da Coronavirus-19 (è noto che il Governo italiano, ad esempio, conoscesse già agli inizi di gennaio 2020, il rischio della diffusione del virus ed avesse emanato disposizioni in merito).
A tal proposito, e prima di procedere con l’attualità più immediata, con la crisi sanitaria tuttora in corso, relativamente a quanto sopra esposto, si consentano alcuni spunti di riflessione.
Primo spunto. Non sembra che la crisi di inizio anno tra U.S.A. ed Iran sia passata troppo rapidamente e (per certi versi) presto dimenticata, presto superata? Le date, come già evidenziato, appaiono molto ravvicinate tra loro. E’ solo coincidenza? Pura casualità?
Secondo spunto. In tutti gli avvenimenti elencati, non si ravvisa pressoché mai, un ruolo attivo ed ed equidistante (dalle posiozioni dei belligeranti) dell’O.N.U. Organismo, autoreferenziale, dalla “sovranità” limitata e soggiogato alla pre-potenza delle Nazioni leaders (USA, Regno Unito, Francia, ecc.).
Terzo spunto. Il ruolo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.). Senza entrare nello specifico, nel merito della pandemia, si può affermare che tale Organizzazione ha svolto un ruolo senza alcun dubbio debole, contraddittorio, imbelle nella lotta al Covid-19. Tanto che il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato, il 14 aprile 2020, l’interruzione dei finanziamenti americani all’Organizzazione, accusandola di errori nella gestione della pandemia e di aver insabbiato informazioni sulla diffusione del virus.
Se poi si aggiunge, la sua palese dipendenza dagli investitori privati (Bill Gates è uno di essi) – oltre a quelli istituzionali rappresentati dai vari Stati aderenti – il quadro appare chiarissimo, seppur desolatamente drammatico.
- · 2020 (febbraio) crisi Covid-19. Scenari e possibili obiettivi.
A livello politico-strategico internazionale, si ritiene più che plausibile l’aver individuato, da parte delle forze mondialiste, la spaccatura o quanto meno un ridimensionamento dell’attuale Unione Europea, nonchè la divisione dei Popoli e delle Nazioni europei, come uno degli obiettivi principali. Con scenari ed assetti in futura possibile evoluzione.
A tal proposito, lungi da parte di chi scrive ogni esaltazione dell’Unione Europea e delle sue attuali Istituzioni – su cui, al contrario, si è profondamente critici – ma l’Europa dei Popoli e delle Nazioni anche nell’attuale assetto, può sempre rappresentare per assurdo e forse solo potenzialmente, un ostacolo per i piani mondialisti.
Si pensi, solo per restare al campo militare, alla creazione di una forza, di un esercito europeo che potrebbe, da un lato fungere da contraltare alle altre potenze mondiali continentali e non (USA, Federazione russa, Cina) e dall’altro, vanificare la sussistenza di un’organizzazione di difesa come la N.A.T.O. (organizzazione americanocentrica), con i suoi soldati e le sue basi dislocate un po’ su tutto il territorio europeo. Il predetto esempio, potrebbe essere potenzialmente replicato in tutti gli altri ambiti, in tutti i vari settori, finanche a giungere a quello sanitario, oggi divenuto di così stringente attualità.
Allora per tutto quanto sopra espresso, molto meglio far affogare ogni vero sogno europeo nei particolarismi, negli egoismi economico/finanziari Nord/Sud contrapposti, nelle interminabili discussioni MES si MES no, nella divisione sugli Eurobond, Coronabond, nell’azzuffarsi sul Recovery Found, ecc..
Al riguardo, sia chiara ad ogni modo una cosa e cioè che l’attuale Unione Europea è sbagliata, non funziona, va riformata ampiamente, rectius ex novo e non dal suo interno, come pure sostengono molte forze “sovraniste”, ma con azioni forti ed esemplari: quali l’uscita degli Stati dall’Unione e dal suo asfissiante sistema monetario, per un ritorno ad una sovranità politica e monetaria che sola, con adeguati strumenti posti in essere, possa contrastare la crisi, la recessione, l’impoverimento di Popoli e Nazioni.
Ulteriori obiettivi che l’offensiva mondialista può ottenere dalla crisi sanitaria Covid-19 possono essere:
Il diffondersi, tra le persone, complice la pressione psicologica incombente, sempre più incombente, dell’allarmismo sociale; della paura delle proprie condizioni fisiche ed economiche; del virus dell’egoismo, della mancanza di solidarietà, della logica del tutti contro tutti, della meschinità e della grettezza elette a valore morale. E non è proprio quello a cui, oggi, stiamo assistendo?
Non appaiono sempre più evidenti quei progetti che stanno facendo vivere la nostra Nazione (e non solo essa) in un clima da “stato di guerra” (e forse anche in un clima peggiore di quello che si vivrebbe nell’ambito di un conflitto), in una sorta di coprifuoco permanente, con limitazioni “legalizzate” delle libertà personali, con probabili futuri scenari dalle tinte ancor più fosche?
Ci si riferisce, evidentemente, all’introduzione di applicazioni sui nostri cellulari che permettano di tracciare dove siamo, dove ci siamo recati, le persone con cui siamo entrati in contatto, ecc.. Ma non solo, ulteriori possibili evoluzioni potrebbero riguardare l’introduzione di microchip sottocutanei ed altre diavolerie tecnologiche; l’obbligo generalizzato della vaccinazione, senza la quale, verosimilmente, si vedrebbero ancora più circoscritte le nostre libertà personali e si sarebbe esposti a sanzioni penali ed amministrative.
Senza la dimostrazione dell’essersi sottoposti a vaccinazione, ad esempio, potrebbe essere preclusa la possibilità di viaggiare, di muoversi anche solo per ragioni professionali, di frequentare ambienti di lavoro, di ritrovo, di ricreazione, di praticare sport. Potrebbe essere negata la partecipazione ad ogni tipo di manifestazione pubblica e/o politica, in quanto considerata dannosa per la salute pubblica.
Tutto ciò, in evidente contrasto con i dettami costituzionali su cui, a detta del Sistema, si potrebbe derogare al fine di “tutelare la salute pubblica”.
Senza scomodare Hegel e la sua “Fenomenologia dello spirito” (la dialettica tra servo e signore), o Pound (schiavo è chi aspetta qualcuno che venga a liberarlo) possiamo affermare, senza ombra di smentita, che non c’è salute senza libertà e non c’è libertà senza salute.
Il Sistema, invece, per un verso sta cercando di farci amare “le nostre catene”, la limitazione delle nostre libertà e dall’altro sta sondando fino a che punto le persone siano disposte a cedere, senza strappi, senza proteste, a misure fortemente invasive per le nostre libertà, per il nostro libero agire. Prove tecniche, insomma, di “dittatura democratica”.
Tutto quanto appena espresso appare pericolosissimo e rappresenta un “unicum” nei rapporti sociali, nella nostra vita privata, in quella pubblica, almeno per come le abbiamo imparate a conoscere dalla fine della seconda guerra mondiale ai giorni nostri.
Eppoi, se non fosse allora, proprio questa pressione psicologica cui siamo sottoposti, la paura del contagio, della pandemia, delle conseguenze economiche e sociali che ci aspettano, della caduta negli abbissi, il virus stesso?
Peraltro, giovi qui rammentare che dall’adozione e dall’utilizzo di tutti i predetti “strumenti” (applicazione per smartphone, microchip, farmaci, vaccini, mascherine e quant’altro) a beneficiarne da un punto di vista economico e non solo, sarebbero esclusivamente i grandi Gruppi affaristici su base planetaria, i potentati economici e finanziari, le lobbies, i Bill Gates di turno, le multinazionali (rectius sovranazionali) del farmaco, insomma il grande capitalismo finanziario globalista, il mondialismo che si attua attraverso ristrette élite ed occulti circoli sovrannazionali.
Senza cadere nel complottismo più becero, e per rimanere all’Italia, appare anche il caso di segnalare che la crisi Covid-19 può includere tra i suoi effetti e negli “obiettivi ottenuti” quelli infausti e dolorosi di aver “sfoltito” una buona parte di anziani e di pensionati, una buona parte della platea di chi, prossimo alla data, avrebbe avuto il diritto di poterci andare (Fornero o non Fornero).
Che triste ed amaro risparmio per le casse dell’Erario, che altrimenti avrebbe dovuto corrispondere trattamenti pensionistici, trattamenti di fine rapporto (c.d. buona uscita, istituita proprio pensate un po’ da quel “male assoluto”), maggiore spesa per assistenza sanitaria generale…. .
Qualcuno potrebbe obiettare che comunque, e in ogni caso, in presenza della pandemia da Covid-19, la spesa sanitaria sarebbe stata destinata ad aumentare, ad accrescersi sensibilmente, a schizzare in alto!
Ma, in un ipotetico dibattito, si potrebbe a nostra volta controbiettare che per gli stregoni del liberismo nostrano e per i malati di Unione europea, gli euroinomani, lo Stato di qui a breve, opererà con maggiori tagli alla spesa pubblica generale (scuole servizi, sanità compresa) e che soprattutto farà ricorso alla supina accettazione di quegli strumenti di “tortura” di massa, messi a punto proprio dall’Unione europea, dalle sue Istituzioni, Commissione in primis, dalla B.C.E., dal MES (Meccanismo europeo di stabilità) che costituiranno il “de profundis” per la nostra Nazione e decreteranno la “fine della storia” per la nostra povera Patria.
E pensare che per colmo d’ironia, l’inno ufficiale dell’Unione Europea è proprio “l’Inno alla Gioia” (sic) della Nona sinfonia di Beethoven.
Chi scrive intende chiudere il presente tentativo di analisi, con il rendere gli onori a Qassem Soleimani, Maggior Generale delle Guardie Repubblicane della Rivoluzione (ricordato già in altra parte dell’articolo), con le sue parole, quelle di un Uomo coraggioso, di un combattente, parole che rappresentano, allo stesso tempo, un omaggio alla valorosa Nazione iraniana, al suo Popolo, e a tutte le Nazioni indipendenti e sovrane, a quelle che, nonostante ogni attacco, non si arrendono.
Ecco le parole del generale: “di solito nella rappresentazione popolare il Paradiso è descritto come un emozionante paesaggio colorato, ruscelli gorgoglianti, belle donne. Ma c’è un altro tipo di paradiso: il campo di battaglia! Il campo di battaglia per la propria Patria”.