Credere all'assurdo
di Andrea Zhok - 08/06/2023
Fonte: Andrea Zhok
In fin dei conti la dinamica dell'accettazione della menzogna è sempre la stessa.
Non è che il mondo sia fatto prevalentemente da stupidi.
Non è che di fronte alle due contraddizioni al dì prodotte dalle "autorità sanitarie" nel periodo pandemico la maggioranza non percepisse niente di problematico.
Così come non è che oggi i più non vedano le straordinarie contorsioni semantiche delle "autorità politiche" per accreditare una lettura a senso unico della guerra russo-ucraina.
E parimenti, non è che i più non vedano le forme di censura, non vedano i pericoli della cancel culture, non vedano il carattere fuori proporzione delle presunte tutele dei "diritti civili" nella dimenticanza del diritti sociali.
E ancora, non è che i più non vedano che il sistema culturale d'importazione americana abbia avuto un effetto catastrofico sull'Europa, o non vedano che aver abbracciato l'euro abbia rappresentato l'inizio della fine per l'economia italiana, ecc. ecc.
Tutte queste cose, che per una minuscola parte della popolazione rappresentano evidenze da cui partire non è che siano celate alla maggior parte della gente.
No, il problema è un altro.
Il problema è il tasso di sopraffazione cui la popolazione media è sottoposta.
I più percepiscono tutte quelle incongruenze e molte altre, ma non hanno le forze psichiche per trarne alcuna conseguenza, perché farlo significherebbe sostanzialmente cestinare in blocco il mondo in cui ufficialmente si presume tutti vivano.
Significherebbe entrare in conflitto costante e durevole con le apparenze circostanti, presupposte dal discorso pubblico; significherebbe iniziare a dover sorvegliare ogni parola, ad essere disposti a trovare una nuova motivazione per ogni cosa; significherebbe mettersi nella disposizione di lungo periodo di remare contro corrente.
E questo per una popolazione già stremata dalle difficoltà di una quotidianità obnubilante è insostenibile: sono semplicemente sopraffatti.
E perciò è meglio credere all'assurdo, o fingere di crederci, o fingere che sia irrilevante crederci o non crederci, purché tutto possa continuare come prima, purché non debba assumermi un altro, l'ennesimo, onere.
Ed è così che un sistema fondato sulla menzogna trionfa.
Non perché davvero abbia persuaso i più, ma perché l'anticipazione di quanta fatica, quanto stress costerebbe prendere una posizione differente dissuade quasi tutti dal fare alcunché.