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Dalla paura delle alluvioni alla paura delle "soluzioni"

di Riccardo Paccosi - 20/10/2024

Dalla paura delle alluvioni alla paura delle "soluzioni"

Fonte: Riccardo Paccosi

Ieri notte, mentre guardavo in semi-diretta le immagini dell'alluvione, dopo un po' ho cominciato ad avvertire un senso di timore: non solo per l'alluvione in quanto tale, ma anche pensando al modo in cui media e politica avrebbero strumentalizzato l'accaduto in favore della retorica intorno alla green-sostenibilità.
Infatti, fin da subito sono comparsi online interventi all'insegna dello sciacallaggio ideologico, ovvero volti a colpevolizzare non già gli amministratori del territorio, non già le aziende multinazionali, bensì i semplici cittadini.
Infatti, la narrativa neoliberista pitturata di verde che va avanti dal 2019 - anno in cui i potenti di Davos hanno lanciato la figurante Greta Thunberg - è tutta incentrata sulla colplevolizzazione del popolo e della classe media che, secondo tale visione, si riscaldano troppo, mangiano troppo, viaggiano in aereo troppo.
L'intensificazione dello sfruttamento delle risorse dovuto a un'economia globalizzata e fondata sulla competizione internazionale, ovviamente, non risulta sfiorata neppure di striscio dalla retorica ambientalista del ceto padronale: come potrebbe, del resto?
Così come nel 2011 non ero un esperto di spread finanziari, così come parimenti nel 2020 non ero un esperto di virologia, allo stesso modo oggi non sono un esperto di climatologia.
Sono esperto di politica quel tanto che basta, però, per intuire che stati d'emergenza leggibili esclusivamente tramite discipline scientifiche specialistiche, consentono al potere di imporre la propria narrazione in quanto la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica non può possedere gli strumenti cognitivi per metterla in dubbio.
Oggi, infatti, la comunità scientifica reale risulta divisa sull'argomento del riscaldamento climatico e sulle sue eventuali cause. Questo significa che non sussiste un'unica verità scientifica, ma soltanto un'unica verità istituzionale che si auto-qualifica come scientifica potendo contare sul supporto di un'ampia parte di quegli specialisti che dalle istituzioni sono pagati.
Ma il punto cruciale, in fondo, non è nemmeno questo.
Se anche la teoria del cambiamento climatico e delle sue cause antropiche fosse integralmente veritiera, infatti, non avrebbe ugualmente senso negare la valenza ideologica delle soluzioni che le èlite politico-finanziarie propongono.
Pensare di diminuire drasticamente le coltivazioni e gli allevamenti promuovendo al contempo l'entomofagia, imporre ristrutturazioni green alle abitazioni con costi che potrebbero portare sul lastrico milioni di piccoli proprietari di case: tutte queste cose non sono soluzioni tecniche, bensì strategie politiche; ovvero l'ennesimo capitolo di quella guerra mossa dai governanti contro i propri popoli, finalizzata a estromettere milioni di persone dal ceto medio.