Del blitz di sora Meloni da sua maestà Trump è interessante un dettaglio, che non è un dettaglio
di Alessio Mannino - 05/01/2025
Fonte: Alessio Mannino
Del blitz di sora Meloni da sua maestà Trump è interessante un dettaglio, che non è un dettaglio: ad annunciarlo, prima ancora di essere reso pubblico, naturalmente sul social muskiano X è stato Andrea Stroppa. E chi è, Andrea Stroppa? Classe 1994, di Torpignattara, già consulente per la sicurezza informatica per Matteo Renzi, è una sorta di rappresentante ufficioso in Italia di Elon Musk, di cui si professa "amico" e per cui lavora come advisor in SpaceX e Starlink. In un'intervista al Foglio (27/11/2024), ha raccontato di essere lui il collegamento fra la Presidente del Consiglio e l'uomo più ricco del pianeta, descrivendone così il rapporto: "Sono amici. Hanno un rapporto di stima reciproca e di interessi intellettuali comuni. La storia di Roma, tanto per cominciare. E poi Il Signore degli Anelli, che piace molto a Elon. E poi condividono la visione di quello che dovrebbe essere il ruolo dell’Occidente negli anni della decadenza culturale, economica e politica dell’Europa e in misura minore anche della decadenza culturale dell’America". Se la visita a sorpresa servirà a liberare la pur pessima Cecilia Sala, arbitrariamente detenuta a Teheran così come ingiustamente incarcerato nelle nostre patrie galere è, al netto delle accuse, l'iraniano Abedini, ben venga la trafila Meloni-Stroppa-Musk-Trump. Però restano da registrare due fatti. Uno già noto, e uno da annotarsi come relativamente nuovo. Il primo è che la sudditanza dell'Italia agli Usa è a un grado tale di servilismo da dover strombazzare un'udienza straordinaria della valvassina di Palazzo Chigi presso l'imperatore, nella sua reggia di Mar-a-Lago, come evento risolutore, a segnalare il bisogno di ottenere il permesso dal padrone per gestire un caso in cui la sovranità nazionale dovrebbe imporre un colpo di reni, un minimo d'orgoglio nazionale. Il secondo è che noi, plebe frumentaria, assistiamo beatamente al disbrigo degli affari internazionali come a un gioco di relazioni personali, pubblicate comme il faut con meme apposito sul social imperiale, dandoci l'impressione di una "story" instagrammabile in cui un nerd di Torpignattara, in un "sogno americano" che si fa melonianamente anche "italiano", può diventare l'anello di congiunzione con il centro politico della Terra d'Occidente. E così viene al solito oscurato dalla cronaca sensazionale il peso reale e aspro, che ha poco di "memizzabile", degli interessi geopolitici sul campo. Tutto molto "swag" come si dice nel gergo under 30. O meglio, per quanto ci riguarda, inguardabilmente "cringe".