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Destra e Sinistra, il teatrino continua

di Guido Dalla Casa - 25/07/2024

Destra e Sinistra, il teatrino continua

Fonte: Guido Dalla Casa

Si sta discutendo per vedere se la violenza di destra e la violenza di sinistra vengono trattate allo stesso modo. Inoltre destra e sinistra insistono per litigare sempre di più. Ma se sono uguali! E’ la solita storia: ci sono l’opposizione ammessa (finta) e l’opposizione dimenticata e nascosta (quella vera), che il sistema non divulga mai. Il tutto condito con lo spettacolo deprimente delle elezioni USA, dove il popolo è chiamato alla fine a fare una sceneggiata fra due personaggi già preparati, e non sempre raccomandabili. Non è mancato un attentato e la presenza, tipicamente USA, di un fucile d’assalto acquistabile anche da una fascia di età che non può bere una birra. Questo per “dimostrare che c’è la democrazia”. Il termine è completamente privo di significato, forse aveva ancora qualche senso ai tempi di Pericle, ad Atene, più o meno 2500 anni fa, ma probabilmente anche quella era un’illusione, comunque durata poco.
 Intanto il clima varia rapidamente, la biodiversità diminuisce vertiginosamente, l’atmosfera si altera senza scampo, l’inquinamento è ovunque, le foreste scompaiono, i mari si svuotano di Vita e si riempiono di plastica, le specie si estinguono, gli Insetti diminuiscono, i cicli vitali della Terra si disarticolano, i pesticidi uccidono tutto, gli ecosistemi spariscono, la sofferenza aumenta, le malattie psichiche crescono inesorabilmente, i giovani angosciati frequentano gli psicologi, disorientati anche loro. Ma c’è “il progresso”.
Maggioranza e Opposizione
  Destra, sinistra, centro, Repubblicani, Democratici, Laburisti, Conservatori, Stelle varie, socialisti, tradizionalisti, comunisti, populisti, fascisti, rivoluzionari, industrialisti, sovranisti, atlantisti, europeisti, mondialisti, ambientalisti “superficiali”, fautori della green economy e della crescita verde: sono tutti figli dell’Illuminismo, credono ciecamente nel progresso, pensano che la nostra specie sia al di fuori e al di sopra della Natura, inseguono sempre e comunque lo sviluppo economico, pensano di manipolare “la materia”, vogliono una sola cultura in tutta l’umanità, l’Occidente.
Ripetiamo. La destra: nata in Occidente, figlia della Rivoluzione industriale, illuminista, modernista, scientista, progressista, seguace del positivismo, fanatica dell’economia, con il mito del lavoro, convinta che il mondo naturale è tutta roba a nostra disposizione e che l’industria e la tecnologia porteranno tanti beni e oggetti da rendere felice tutta l’umanità, eliminando le altre culture umane, arretrate e primitive.
 La sinistra, la sua “opposizione”: potete fare un copia-incolla.
  Meglio usare un nome solo: l’Industrialismo, che ha prodotto tanta infelicità, ha distrutto la Natura e sta rivelando il suo fallimento. Tutta la civiltà industriale è un fenomeno sostanzialmente impossibile, perché incompatibile con il Sistema Biologico Terrestre, che è il sistema molto più grande di cui comunque fa parte.
Opposizione “vera”?
  Forse c’è una larva di opposizione vera al sistema, ed è rappresentata dalle tre organizzazioni giovanili nate negli ultimi anni (Fridays For Future, Extinction Rebellion, Ultima Generazione), che usano metodi non-violenti ma “di disturbo” verniciando qualche monumento (con vernice lavabile) o sbarrando qualche strada per pochi minuti: allora scattano punizioni durissime da parte del sistema! Altro che per le violenze degli estremisti “politici”! Qualche tempo fa ho conosciuto un esponente di questi movimenti; alle mie perplessità sui loro metodi (non sulle idee) mi ha osservato: Cosa altro possiamo fare? Non ho saputo rispondere, e non ci riesco tuttora. Forse in gran parte non si rendono conto completamente della gravità e profondità della situazione della Terra e delle premesse culturali che sono alla base dell’Occidente: i cambiamenti climatici sono un effetto, anche grave, ma non la causa. Le cause culturali a monte sono l’antropocentrismo e il materialismo (con i dualismi uomo-Natura, spirito-materia, ego-mondo, e altri), caratteristiche della civiltà industriale, frutto anche della sciagurata alleanza fra l’industria e le principali istituzioni religiose che hanno invaso il mondo. Inoltre la nostra civiltà continua ad esaltare sempre più la competizione in tutti i modi possibili, spesso non evidenti: ma la competizione non è la “molla del progresso”, è una grande fonte di guai. Quando qualcuno “vince”, molti altri “pérdono”. Ma in realtà non c’è niente da vincere,…e quindi niente da perdere.
  Il resto dell’opposizione “vera” è confinata in internet, dove possono frequentarla davvero in pochi, e quindi il sistema non se ne preoccupa molto.
  Ora occorre abolire l’economia, con tutti i suoi dannati numerini: lo sta dicendo anche Serge Latouche, noto economista francese, padre della decrescita.
Uno studio sistemico
   Si dovrebbero eseguire studi di carattere non lineare, ma sistemico-olistico: che sappia io, l’unico studio serio di questo tipo è stato quello promosso dal Club di Roma ed eseguito nel 1970-71 con l’aiuto del calcolatore del M.I.T., pubblicato in italiano nel 1972 con il titolo “I limiti dello sviluppo”, nascosto e dimenticato (?!) ben presto dal sistema.     Una nota riassuntiva:
Il rapporto "I limiti dello sviluppo" è stato l'unico studio sistemico serio eseguito finora sul sistema mondiale. Le sue proiezioni in avanti si stanno rivelando esatte, dopo più di 50 anni. Allora fu fatto un errore da parte dei divulgatori, che misero in evidenza soprattutto l'esaurimento delle risorse, mentre il risultato essenziale era l'impossibilità di proseguire con gli andamenti della civiltà industriale perché incompatibili con il funzionamento del Sistema Terrestre. Dei 12 scenari esaminati, solo due non portavano a un collasso del sistema, ma avevano come condizione necessaria e non sufficiente lo stabilizzarsi della popolazione mondiale attorno all'anno 1975, che corrisponde circa alla metà di quella attuale. Anche lo scenario-limite con l'ipotesi di "risorse infinite" collassava (solo qualche anno più tardi degli altri), perché la curva dell'inquinamento andava all'infinito. E’ molto importante anche il libro "Assalto al Pianeta" di Pignatti e Trezza (Bollati Boringhieri, 2000) passato completamente sotto silenzio per non intaccare il fanatismo suicida della crescita.  Dal libro:
La questione ambientale non è la conseguenza dell’aumento dell’entropia dei materiali, come descritto da Georgescu-Roegen e neppure dell’esaurimento delle risorse preconizzato dal Club di Roma; essa deriva, invece, dal fatto che disponiamo di troppa energia, e questo causa una continua accelerazione dei processi industriali, aumento dell’inquinamento, eutrofizzazione, effetto serra, e la conseguenza è il disarticolamento della Biosfera.
Un esempio: “Aiutare” l’Africa?
  La politica, ormai schiava dell’economia e dell’industria, pensa solo a far crescere il P.I.L. e altri indicatori simili: quando va bene accenna all’ambiente come a un problema secondario, una cosa “da tempo libero”! Ma ben pochi si rendono conto che non c’è nessun ambiente, c’è invece un Organismo Totale (la Natura), un Grande Inconscio di cui facciamo parte come specie animale.
 Destra e sinistra, tutti uguali; maggioranza e opposizione, parole finte. Come se non bastasse, adesso l’Italia vuole anche “aiutare l’Africa” facendo godere anche agli Africani le ineffabili gioie delle periferie urbane: il fenomeno è già in corso, da tempo.  Naturalmente si continua, in modo sempre più veloce, a saccheggiare le cosiddette “risorse” (concetto della civiltà industriale, e di poche altre).
   Tutto l’Occidente che si dà molto da fare in tal senso. Si tratta di un continente dove forse è più facile trovare un mitra che un panino al formaggio, ma non uno solo di quei mitra è stato fabbricato in Africa.
  Ormai è tardi. Da stime attendibili, l’Africa aveva 30 milioni di abitanti umani quando gli europei (cioè “i bianchi”) hanno iniziato ad entrare all’interno del continente, più o meno due secoli fa. Quindi quello era probabilmente il numero sostenibile in quel territorio, dove trovavano spazio tanti altri esseri senzienti, in equilibrio e simbiosi.
 Qualche tempo dopo si è innescato nel continente un raddoppio di popolazione umana ogni 30 anni. Due alla quinta potenza fa 32, alla sesta fa 64: con cinque o sei raddoppi i conti tornano e oggi il numero di Africani ha superato largamente il miliardo, ma non credo che potrà arrivare a completare un altro raddoppio, perché incompatibile con il territorio: infatti, qualcuno tenta di andarsene, ma dove?
 Parallelamente c’è stata una spaventosa distruzione di Natura, che è il Complesso di cui facciamo parte, non “risorse”.
  Il piano italiano prende il nome di un “re degli idrocarburi” dei decenni passati. Questo sarebbe “lo sviluppo dell’Africa”: si vuole continuare ovunque il processo che sta distruggendo la Natura, la Vita del Pianeta.
  Resta comunque il dovere di dare informazioni sulla situazione e sperare in qualche “meraviglioso imprevisto”. Ci penserà la Terra, forse sta già cominciando.  Il collasso del sistema industriale-tecnologico-economico è ormai diventato una speranza.