Dobbiamo davvero avviare una corsa agli armamenti per difenderci da una possibile aggressione russa?
di Andrea Zhok - 09/03/2025
Fonte: Andrea Zhok
Chiedo in anticipo scusa per la banalità delle considerazioni che seguono.
Mi sono risolto a riportarle semplicemente perché continuo a ritrovare argomentazioni lunari intorno alla necessità di armarsi per difendersi dalla Russia. Perciò, vista la posta in gioco, forse è meglio ribadire anche l'ovvio.
TEMA: Dobbiamo davvero avviare una corsa agli armamenti per difenderci da una possibile aggressione russa?
SVOLGIMENTO:
1) Quali sono gli asset, i valori materiali che la Russia potrebbe desiderare dall'Europa? Giacimenti minerari? Scorte di uranio? Depositi di gas naturale? Giacimenti petroliferi? Terra coltivabile?
No, è del tutto evidente che in tutte queste cose è l'Europa ad essere carente, oltre ad essere un importatore netto dei relativi prodotti.
L'unico asset europeo desiderabile per la Russia è la sua capacità industriale, la manifattura.
Ma ovviamente per appropriarti della manifattura di un paese non ci fai la guerra contro, visto che una guerra tende a distruggere capacità produttiva e visto che sfruttare l'altrui capacità produttiva in maniera coattiva è impossibile (funziona solo per la manodopera servile).
Manifattura e industria a parte, l'Europa può solo offrire ai russi luoghi di villeggiatura.
2) La Russia ha un territorio di oltre 17 milioni di chilometri quadrati, l'Unione Europea tutta insieme supera di poco i 4 milioni di chilometri quadrati. Dunque il territorio russo è più di 4 volte quello dell'UE. La densità della popolazione UE è di 105 abitanti per chilometro quadrato, la densità della popolazione russa è di 8 abitanti per chilometro quadrato. Dunque la Russia ha già un rilevante problema ad occupare il proprio territorio. Da quando in qua un paese con terra infinita, popolazione comparativamente scarsa, ma risorse minerarie ed energetiche colossali, vuole conquistare un'area territorialmente piccola, sovrappopolata e senza risorse? Invero, storicamente è sempre stato l'opposto: l'Europa occidentale ha ripetutamente cercato di conquistare l'oriente russo, secondo la ferrea logica geopolitica per cui aree ad alta densità di popolazione, e scarse risorse cercano di espandersi in aree a bassa densità di popolazione e vaste risorse.
3) Il riarmo è forse necessario perché la spesa militare russa è aggressivamente superiore a quella europea? In pieno conflitto, con un'economia quasi convertita in economia di guerra, la Russia nel 2024 ha destinato il 6,7% del PIL alle spese per la difesa. Questo è percentualmente molto più della spesa media europea che rimane sotto il 2%. Tuttavia in termini assoluti la spesa russa è pari a 145,9 miliardi di dollari, mentre quella europea (+ UK) ammonta a 457 miliardi di dollari (il triplo). (Gli USA da soli stanno a 850 miliardi di dollari). Ergo, affermare che c'è un gap di investimenti da colmare è semplicemente falso. Forse si tratta semplicemente di spendere meglio.
4) Se davvero siamo angosciati per la minaccia bellica rappresentata da una possibile aggressione russa quale atteggiamento sarebbe raccomandabile?
Esiste una regola universale nei rapporti tra i paesi, ed è che la migliore garanzia di sicurezza è fornita dalla cointeressenza: se hai interessi, investimenti, forniture in un paese, hai un fondamentale disincentivo a mettere tutto ciò a repentaglio con una guerra.
Ergo, se - ed è un grande se - le dirigenze europee volessero ridurre il pericolo di una minaccia russa, il modo di ottenerlo è facilissimo: togliere le sanzioni, riaprire commerci e investimenti, riaprire il North Stream 2. Di colpo le ragioni di un conflitto diminuirebbero verticalmente, e simultaneamente, con materie prime e risorse energetiche a basso costo, aumenterebbe la capacità europea di fornire beni interessanti per il resto del mondo (Russia inclusa).
5) Conclusioni.
Premesso che sul piano geopolitico l'UE ha ragioni per attaccare la Russia, mentre la Russia non ha ragioni per attaccare l'Europa, la strategia dell'UE, di a) incrementare una spesa militare esplicitamente orientata in funzione antirussa e b) mantenere sanzioni e blocco permanente dei rapporti commerciali con la Russia, rappresenta precisamente la più efficace strategia per massimizzare i rischi di un conflitto.
Nel nome delle esigenze di sicurezza stiamo aumentando l'insicurezza.