Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / “Dobbiamo essere come soldati” e ognuno è libero di sparare (mediaticamente) i proiettili che più ritiene adeguati

“Dobbiamo essere come soldati” e ognuno è libero di sparare (mediaticamente) i proiettili che più ritiene adeguati

di Maurizio Murelli - 03/01/2025

“Dobbiamo essere come soldati” e ognuno è libero di sparare (mediaticamente) i proiettili che più ritiene adeguati

Fonte: Maurizio Murelli

Non avrei mai immaginato che il mio post di ieri avrebbe avuto sostegno concettuale dalla mamma di Cecilia Sala. «Dobbiamo essere come soldati» (“La Stampa); «Sono un soldato come Cecilia» (“Tiscali notizie”). Se così è allora come ho sostenuto ieri la prigionia del soldato Cecilia, nemico dichiarato dell’Iran, trova la sua legittimità anche nel pensiero di mamma Sala.
E mentre Cecilia Sala è prigioniera perché così ha deciso l’Iran, l’ingegnere elettronico iraniano Mohammad Abedini Najafabadi è detenuto senza che abbia compiuto alcun reato in Italia ma perché così hanno deciso gli americani. Una bella differenza.
La nostra “libera stampa, democratica e antiautoritaria” lo appella come “terrorista”, senza uno straccio di prova: che è terrorista lo dicono gli americani e da noi lo si ripete a pappagallo. Che poi, se per essere terrorista è sufficiente commerciare in schede elettroniche che possono armare i droni (facciamo che sia vero), allora negli aeroporti italiani la polizia dovrebbe avere un gran bel daffare con gli arresti di ingegneri elettronici. Quanti ingegneri elettronici atlantisti e in particolar modo americani, costruttori di schede elettroniche atte ad armare i droni e missili che stanno massacrando donne e bambini a Gaza (e in molte altre parti del mondo) transitano negli aeroporti italiani? Ma sì, certo: i droni americani sono buoni e democratici e uccidono solo i terroristi.
Tornando alla nostra stampa “libera e democratica” che riporta le interviste alla mamma di Cecilia Sala, mi domando “se per caso” anche l’ingegnere iraniano abbia una mamma meritevole di essere intervistata…
Insomma “Dobbiamo essere come soldati” e ognuno è libero di sparare (mediaticamente) i proiettili che più ritiene adeguati…, pronti a pagarne le conseguenze, come scrivevo ieri.