Dottrina della destrutturazione della natura umana
di Antonio Catalano - 20/12/2023
Fonte: Antonio Catalano
Ritengo utile capire ciò che accade nella Chiesa, poi la dimensione religiosa e spirituale appartiene alla propria sensibilità, che è sempre meglio non ostentare comunque. Utile perché ciò che accade nella Chiesa non riguarda solo Lei ma la società nel suo insieme, quindi inevitabilmente assume ripercussioni “politiche”, dando alla parola politica il significato più ampio. Specialmente quando non si tratta di questioni di pura fede, ma di decisioni che riguardano il costume sociale.
La “Dichiarazione dottrinale che apre alle benedizioni per coppie ‘irregolari’” (così il titolo di prima pagina dell’ “Osservatore Romano” del 18 dicembre) introduce un cambio di paradigma rilevante, e cioè che la Chiesa deve dimenticare di considerare gli atti di omosessualità come «contrari alla legge naturale» che in «in nessun caso possono essere approvati».
Non serve mettere la testa sotto la sabbia, rifugiarsi cioè nella giustificazione che la benedizione non si nega a nessuno, come si è sempre fatto, perché in questo caso la benedizione non viene data alla singola persona, che comunque dovrebbe ravvedersi, ma alla coppia “irregolare”. Ha quindi ragione da vendere padre Thomas Gerard Weinandy, importante teologo statunitense, quando dice che «benedire coppie in matrimoni irregolari o dello stesso sesso senza dare l’impressione che la Chiesa non stia validando la loro attività sessuale è una farsa» e che i partecipanti a questi momenti «sanno, senza dubbio, che tali relazioni sono per loro natura sessuali».
Come dovevasi dimostrare, la Dichiarazione dottrinale ha inevitabilmente suscitato reazioni all’interno della Chiesa. Interessante notare la “geografia” di queste reazioni. Esultano i prelati tedeschi (quelli che tirano la volata alla protestantizzazione del cattolicesimo), alcuni dei quali già avevano autorizzato i sacerdoti a officiare “cerimonie di benedizione” per “coniugi” gay. Casi non isolati. La Conferenza episcopale tedesca elogia infatti la decisione di aprirsi alla «diversità degli stili di vita». Spostandoci in Africa, dove la Chiesa cattolica ha una forte presenza, vediamo invece che qui l’episcopato è «scioccato» e «sconcertato», come riporta la pubblicazione cattolica “The Pillar”. La Conferenza episcopale del Malawi, per esempio, ha proibito «benedizioni di qualunque tipo» per «coppie» dello stesso sesso. Ma ci sono anche reazioni negli Usa, dove lo scontro è molto forte. Monsignor Joseph Strickland, cui Bergoglio ha tolto la diocesi di Tyler, afferma perentorio: «Dobbiamo dire no con una sola voce. Non applicheremo queste indicazioni alla vita della Chiesa».
Una geografia non solo religiosa, ma politica. Una geografia che ci mostra profondi contrasti interni alla Chiesa, contrasti che riconducono anche alle diverse collocazioni geopolitiche. Capirne la portata quindi è importante, a prescindere che si sia credenti o meno. Da una parte c’è la Chiesa istituzionale sempre più smaniosa di “aprirsi” al mondo, di mostrarsi in sintonia con il famoso “spirito del tempo”, di essere cioè “del” mondo; dall’altra la Chiesa dei fedeli che riaffermano la verità evangelica dell’essere “nel” mondo ma non “del” mondo. Giovanni 15, 18-21: «In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelto io dal mondo, per questo il mondo vi odia”».
La chiesa vaticana sembra voler appartenere al mondo. Che poi non è il mondo in generale, ma “questo” mondo. Per essere più chiari: il mondo occidentale, quello in cui imperversa la cultura liberal globalista alla quale l’Uomo deve sottomettersi perché diventi a una “sola dimensione”, la dimensione utile al capitalismo della sorveglianza, nel quale siamo abbondantemente dentro.
La critica al capitalismo, oggi, nel nostro mondo occidentale, non può disinteressarsi della denuncia del suo transumanesimo, che tra le sue tante idee malsane e distopiche, contiene quella più contro naturale in assoluto: la negazione della differenza sessuale tra maschio e femmina e che la riproduzione passi per il loro incontro carnale. L'elogio dell'omoerotismo altro non è che il cavallo di troia della destrutturazione della stessa natura umana, nonché strumento della destrutturazione sociale. Come è sempre avvenuto nella Storia. Censura! Ma “io non perdono, non perdono e tocco”.