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Ecco a voi la nuova valuta di riserva globale basata sulle risorse

di Pepe Escobar - 04/04/2022

Ecco a voi la nuova valuta di riserva globale basata sulle risorse

Fonte: SakerItalia

Si sta formando una nuova realtà:

il mondo unipolare sta diventando irrevocabilmente una cosa del passato,

un mondo multipolare sta prendendo forma.

Che spettacolo è stato vedere Dmitri Medvedev, ex presidente russo, atlantista impenitente, e attuale vice presidente del Consiglio di Sicurezza russo, prendere la decisione di cambiare completamente registro con uno sfogo esplosivo che ha eguagliato la nuova stella di questa guerra – quel signor Khinzal [in italiano] che ha portato un palpabile ‘colpisci e terrorizza [in italiano] in tutto il NATOstan.

Medvedev ha detto che le “infernali” sanzioni occidentali non solo non sono riuscite ad azzoppare la Russia, ma si stanno invece ritorcendo contro l’Occidente “come un boomerang”. Che la fiducia nelle valute di riserva sta “svanendo come nebbia mattutina” e che l’abbandono del dollaro statunitense e dell’euro non è più irrealistico: “L’era delle valute regionali sta arrivando”.

Dopo tutto, ha aggiunto, “non importa se [gli occidentali] lo vogliano o no, dovranno negoziare un nuovo ordine finanziario (…) E la voce decisiva sarà allora di quei paesi che hanno un’economia forte e avanzata, finanze pubbliche sane e un sistema monetario affidabile”.

Medvedev ha reso nota la sua succinta analisi anche prima del D Day – cioè, questo giovedì [31 marzo], la scadenza stabilita dal Presidente Putin dopo la quale i pagamenti per il gas russo da parte di “nazioni ostili” saranno accettati solo in rubli.

Il G7, prevedibilmente, aveva assunto come posizione (collettiva): noi non pagheremo. “Noi” significa i 4 che non sono grandi importatori di gas russo. “Noi”, inoltre, significa l’Impero delle Bugie che detta le regole. Per quanto riguarda i 3 che saranno in gravi difficoltà, non soltanto sono grandi importatori, ma sono anche gli sconfitti della Seconda Guerra Mondiale – Germania, Italia e Giappone, territori ancora de facto occupati. La storia ha il vizio di giocare scherzi perversi.

Ma la negazione [della realtà] non è durata a lungo. La Germania è stata la prima a cedere – anche prima che gli industriali, dalla Ruhr alla Baviera, inscenassero una rivolta di massa. Il penoso cancelliere Scholz ha chiamato Putin, che ha dovuto spiegare l’ovvio: i pagamenti vengono convertiti in rubli perché l’Unione Europea ha congelato le riserve in valuta estera della Russia – in una crassa violazione del diritto internazionale.

Con pazienza taoista, Putin ha anche espresso la speranza che questo non rappresenti un peggioramento in termini contrattuali per gli importatori europei, e che gli esperti russi e tedeschi dovrebbero sedersi insieme e discutere i nuovi termini.

Mosca sta lavorando a una serie di documenti per definire questo nuovo accordo che, essenzialmente, suona come Niente Rubli, Niente Gas. Una volta violata la fiducia, i contratti diventano nulli. Con sanzioni unilaterali, gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno rotto accordi legalmente vincolanti, e in più hanno confiscato le riserve estere di una nazione – nucleare – del G20.

Le sanzioni unilaterali hanno reso dollari ed euro senza valore per la Russia. Gli attacchi isterici non serviranno a niente, la questione sarà risolta – ma alle condizioni della Russia. Punto. Il Ministero degli Esteri aveva già avvertito che il rifiuto di pagare il gas in rubli avrebbe portato ad una grave crisi globale di mancati pagamenti e fallimenti seriali a livello globale, una reazione a catena infernale di transazioni bloccate, congelamento di beni collaterali e chiusura di linee di credito.

Quello che accadrà dopo è parzialmente prevedibile. Le aziende dell’Unione Europea riceveranno la nuova serie di regole. Dopodiché avranno il tempo di esaminare i documenti e prendere una decisione. Quelle che diranno “no” saranno automaticamente escluse dal ricevere spedizioni dirette di gas russo – con tutte le conseguenze politico-economiche del caso.

Ci sarà qualche compromesso, naturalmente. Per esempio, non poche nazioni dell’Unione Europea accetteranno di usare i rubli e aumenteranno le loro acquisizioni di gas in modo da poter rivendere il surplus ai loro vicini e ottenere un profitto. E alcune potrebbero anche decidere di comprare gas alla bisogna nelle borse di scambio dell’energia.

Quindi la Russia non sta imponendo un ultimatum a nessuno. Il tutto richiederà tempo, perché sarà un processo progressivo. Con anche qualche sviluppo a latere. La Duma sta infatti contemplando l’estensione del pagamento in rubli ad altri prodotti essenziali – come petrolio, metalli, legname, e grano. Dipenderà dalla voracità collettiva dei chihuahua dell’Unione Europea. Tutti sanno che la loro isteria senza sosta potrebbe tradursi in una rottura colossale delle forniture in tutto l’Occidente.

Ciao, ciao oligarchi

Mentre le classi dirigenti atlantiste sono andate completamente fuori di testa, pur rimanendo ancora concentrate sulla lotta fino all’ultimo europeo per estrarre ogni residua, tangibile ricchezza dall’Unione Europea, la Russia sta giocando in scioltezza. Mosca, infatti, è stata piuttosto indulgente brandendo lo spettro della mancanza di gas in primavera piuttosto che in inverno.

La Banca Centrale russa ha nazionalizzato i guadagni in valuta estera di tutti i principali esportatori. Non c’è stato alcun default. Il rublo continua a salire – ed è tornato ora più o meno allo stesso livello prima dell’Operazione Z. La Russia rimane autosufficiente dal punto di vista alimentare. L’isteria americana sulla Russia “isolata” è ridicola. Nessun attore di peso in tutta l’Eurasia – per non parlare degli altri quattro BRICS e praticamente di tutto il sud del mondo – ha demonizzato e/o sanzionato la Russia.

Come bonus extra, probabilmente l’ultimo oligarca capace di esercitare qualche influenza a Mosca, Anatoly Chubais, se n’è andato. Chiamiamola un’altra manovra epocale: l’isteria sanzionatoria occidentale ha di fatto smembrato l’oligarchia russa – dal 2000, uno degli scopi personali di Putin. Il che avrà come conseguenza il rafforzamento dello Stato russo e il consolidamento della società.

Non conosciamo ancora tutti i fatti, ma possiamo immaginare che dopo anni di attenta valutazione Putin abbia optato per tentare il tutto per tutto e spezzare le reni all’Occidente – usando la triade dell’imminente guerra lampo sul Donbass, dei laboratori statunitensi di armi biologiche e dell’Ucraina al lavoro sulle armi nucleari, come casus belli.

Il congelamento delle riserve estere non poteva non esser stato previsto, soprattutto perché la Banca Centrale russa aveva aumentato le sue riserve di titoli del Tesoro statunitensi dal novembre dello scorso anno. Senza contare la seria possibilità che Mosca possa accedere a riserve estere “segrete” offshore – una complessa matrice costruita con l’aiuto di insider cinesi.

L’improvviso passaggio da dollari/euro a rubli è stato tostissimo, una mossa di judo geoeconomico a livello olimpico. Putin ha invogliato l’Occidente collettivo a scatenare il suo attacco demente di isteria sanzionatoria – e lo ha rivoltato contro l’avversario con una sola, rapida mossa.

Ed eccoci tutti qui a cercare di assorbire così tanti sviluppi, avvenuti contemporaneamente come risposta all’uso come arma del bene dollaro, sviluppi che cambiano le regole del gioco: la [convertibilità] rupia-rublo con l’India, il petroyuan saudita, le carte con doppio circuito Mir-UnionPay emesse dalle banche russe, l’alternativa allo SWIFT tra Russia e Iran, il progetto tra l’EAEU [in italiano] e la Cina per un sistema monetario/finanziario indipendente.

Per non parlare del colpo da maestro della Banca Centrale russa, che ha fissato 1 grammo d’oro a 5000 rubli – moneta che è già intorno ai 60 dollari, e sta salendo.

Il risultato di ciò, accoppiato a Niente Rubli Niente Gas, àncora di fatto l’energia all’oro. I chihuahua dell’Unione Europea e la colonia giapponese dovranno comprare molti rubli in oro o comprare molto oro per avere il loro gas. E non è ancora tutto. Nel prossimo futuro la Russia potrebbe ri-agganciare il rublo all’oro. Potrebbe andare a finire a 2.000 rubli, 1.000 rubli, anche 500 rubli per grammo d’oro.

Tempo di essere sovrani

Fin dai vertici tra i BRICS degli anni 2000 con Putin, Hu Jintao e Lula, il Santo Graal, nelle discussioni, ancora in evoluzione, su un mondo multipolare, è sempre stato come aggirare l’egemonia del dollaro. Ora è lì, davanti a tutto il sud del mondo, come un’apparizione benigna con un sorriso a trentadue denti: il rublo d’oro, o rublo sostenuto da petrolio, gas, minerali, materie prime da esportazione.

La Banca Centrale russa, a differenza della FED [in italiano] , non pratica il QE [in italiano] e non esporta inflazione tossica nel resto del pianeta. La Marina russa non solo assicura tutte le linee marittime russe, ma i sottomarini russi a propulsione nucleare sono in grado di spuntare da ogni parte del pianeta senza preavviso.

La Russia è molto, molto avanti, e sta già attuando il concetto di “potenza navale continentale”. Nel dicembre 2015, nel teatro siriano, ha avuto luogo il cambio delle regole strategiche. La quarta divisione sottomarina con base nel Mar Nero è stata la star dello spettacolo.

Le flotte navali russe possono ora impiegare missili Kalibr in uno spazio che comprende l’Europa orientale, l’Asia occidentale e l’Asia centrale. Il Mar Caspio e il Mar Nero, collegati dal canale Don-Volga, offrono uno spazio di manovra paragonabile al Mediterraneo orientale e al Golfo Persico messi insieme: 6.000 chilometri di lunghezza. E senza nemmeno il bisogno di accedere alle acque calde [cioè di passare lo Stretto di Suez, verso il Mar Rosso].

Questo [spazio] copre circa trenta nazioni: la tradizionale sfera d’influenza russa; i confini storici dell’Impero Russo; e le attuali sfere di rivalità politica/energetica.

Non c’è da stupirsi che la Beltway [il raccordo autostradale intorno a Washington, DC] sia fuori di sé dalla rabbia.

La Russia garantisce la navigazione attraverso l’Asia, l’Artico e l’Europa, in tandem con la rete ferroviaria eurasiatica della BRI [in inglese].

E da ultimo, ma non meno importante, non si scherza con un orso nucleare.

In sostanza, questo è ciò che è una politica di potenza dura e pura. Medvedev non si stava vantando quando ha detto che l’era della moneta unica di riserva è finita. L’avvento di una valuta di riserva globale basata sulle risorse significa, in poche parole, che il 13% del pianeta non dominerà più l’altro 87%.

È il ritorno a NATOstan contro Eurasia. Guerra fredda 2.0, 3.0, 4.0 e persino 5.0. Non ha importanza. Tutte le nazioni finora nel Movimento dei Non Allineati (NAM) stanno a guardare da che parte soffiano i venti geopolitici e geo-economici: il tempo di affermare la loro reale sovranità è a portata di mano mentre l’”ordine internazionale basato sulle regole” morde la polvere.

Benvenuti alla nascita del nuovo sistema mondiale. Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, in Cina, dopo aver incontrato diverse controparti di tutta l’Eurasia, non avrebbe potuto delinearlo in meglio:

Una nuova realtà si sta formando: il mondo unipolare sta irrevocabilmente diventando un ricordo del passato, un mondo multipolare sta prendendo forma. È un processo oggettivo. È inarrestabile. In questa realtà, più di una potenza ‘governerà’ – sarà necessario negoziare tra tutti gli stati chiave che oggi hanno un’influenza decisiva sull’economia e sulla politica mondiale. Allo stesso tempo, rendendosi conto della loro situazione speciale, questi paesi assicurano il rispetto dei principi di base della Carta delle Nazioni Unite, compreso quello fondamentale – l’uguaglianza sovrana degli stati. Nessuno su questa Terra dovrebbe essere considerato un attore minore. Tutti sono uguali e sovrani.

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 Articolo di Pepe Escobar pubblicato su The Saker il 1° aprile 2022
Traduzione in italiano di Confab per SakerItalia