Elezioni Ue, obiettivo cambiare le regole per riconquistare sovranità
di Antonio Maria Rinaldi - 04/02/2019
Fonte: vvox
«Gli italiani non sono stupidi, anche se certi ancora pensano che lo siano. Quando tirano fuori termini come “complottismo” o simili, é segno che sono a corto di argomenti con cui controbattere». Antonio Maria Rinaldi, l’economista autore assieme al suo maestro, il ministro Paolo Savona, di quel famoso “piano B” in caso di fine dell’euro, é come lo vedete nelle tante trasmissioni televisive a cui viene invitato: combattivo, ma molto piano e tranquillo quando espone le sue tesi critiche sulla moneta unica. Mercoledì 6 febbraio alle 20.30 sarà al Teatro San Marco di Vicenza in un convegno in cui si parlerà naturalmente di sovranità monetaria, di crisi delle banche, e anche di monete complementari (quei circuiti locali pensate per promuovere l’economia del territorio aggiungendosi parallelamente alla valuta circolante).
Il titolo della conferenza parla dell’«Europa che vogliamo, la moneta che ci serve». Il tema sembra essere stato accantonato da Lega e Movimento 5 Stelle al governo, per ragioni tattiche probabilmente, per non rischiare di cadere subito sotto i colpi della speculazione finanziaria. E’ così? Il ritorno alla lira, per lei, resta l’obiettivo di lungo termine?
Premesso che non ho nessun coinvolgimento nel governo né in nessun partito, bisogna partire dal fatto che tutti i governi italiani precedenti così come l’intera governance europea non hanno mai lavorato per la sostenibilità dell’euro. Quando saremo esposti a shock esterni, dovremo essere pronti. Di qui veniva il nostro piano B del 2015. Perché se invece si continua imperterriti con la visione fin qui predominante andremo incontro all’implosione dell’euro.
In pratica mi sta dicendo che la cosiddetta “uscita dall’euro” sarà in realtà una crisi interna del sistema monetario? Cosa intende esattamente?
Intendo un’altra crisi come quella della Lehman Brothers all’ennesima potenza, nell’area euro.
Con quale probabilità?
Molto alta. Causata magari dalla crisi di banche del nord Europa. L’Ue é stata molto attenta a banche con crediti deteriorati a cui corrispondono importanti asset reali, mentre non ha messo la stessa attenzione su banche che hanno lavorato molto coi derivati. E non faccio nomi, tanto non c’é bisogno.
Qui in Veneto, territorio iper-sensibile dopo la mazzata delle due ex popolari fallite, c’è un certo astio per i tedeschi che invece finanziano allegramente con soldi pubblici le loro banche, fra l’altro pubbliche. E’ una questione di peso politico in Europa?
Se lo fanno i tedeschi sono bravi, se lo facciamo noi, no. Il problema é la rappresentanza politica in Europa. Noi non siamo capaci di fare i nostri interessi. Diceva Montanelli che in Europa i tedeschi ci vanno da tedeschi, i francesi da francesi, e gli italiani da europei.
Il governo gialloverde si é scontrato con la commissione Ue sulla manovra cambiando nettamente indirizzo rispetto ai predecessori di destra e sinistra, ma nella sostanza ha ottenuto poco.
Il governo ha dato impulso al cambiamento nei rapporti con la Ue, e difatti c’è stato lo scontro. A me pare che le due anime del governo vogliano che la moneta torni al servizio dei cittadini, e non il contrario com’é ora, cioé coi cittadini al servizio della moneta. L’Italia fa la sua parte, poi é chiaro che se altri paesi, cioè Germania e Francia, pensano di continuare su questa linea, si ragionerà in maniera conseguente.
Cioé? Dove sta il punto vero del problema della sovranità secondo lei? Nel fatto che il debito pubblico sia ostaggio dei mercati finanziari privati, per esempio?
Si parla tanto di contrapposizione fra sovranisti ed europeisti. I cosiddetti sovranisti vogliono ristabilire la sovranità come da Costituzione, ovvero col popolo che rimane l’arbitro finale delle decisioni. Insomma gli azionisti dell’Italia devono restare i cittadini. I cosiddetti europeisti, invece, vogliono trasferire la sovranità facendola esercitare ad organismi sovranazionali, nella presunzione che questi, che non sono eletti da nessuno, agiscano in modo più proficuo del suffragio universale, che é alla base della democrazia. Mi domando: a chi fanno riferimento? Che ci sta sopra? Quali interessi difendono, se non c’è più mediazione politica? La scelta alle prossime elezioni europee sarà su questo.
Su dove deve stare, per così dire, la sovranità.
Esatto. E attenzione: é un processo irreversibile, una volta ceduta, non torna più indietro.
Non pensa che sia già stata ampiamente ceduta?
Il sistema di regole e vincoli europei ha già bypassato di fatto la sovranità dei parlamenti, e l’abbiamo visto nell’ultima manovra, con il governo che ha dovuto tornare sui suoi passi. Il punto son le regole: vanno cambiate. Sono i parlamenti nazionali che devono avere l’ultima parola.
Ma per cambiarle basterà mandare più parlamentari “sovranisti” a Bruxelles? L’europarlamento non ha poteri reali.
E’ vero che il parlamento Ue non può legiferare, ma un enorme potere ce l’ha: può votare la sfiducia della Commissione europea, com’è già successo una volta vent’anni fa. Di fronte a una commissione Juncker che ha pubblicamente dichiarato di aver sbagliato a immettere dosi massicce di austerità in Grecia, visto che resterà in carica fino a novembre, io credo che il primo atto da fare dovrebbe essere mandarla a casa subito, sfiduciandola. Mi auguro che questo entri nei programmi di qualche forza politica in campagna elettorale.
Non è che se veramente ci si azzardasse a mettere in discussione le regole europee, si scatenerebbe la speculazione finanziaria, che ha già dimostrato di poter abbattere i governi agendo sullo spread?
La speculazione internazionale é una brutta bestia, ma alla fine prevale il principio di realtà. L’Italia ha dato macroecomomici molto solidi, una bilancia commerciale in attivo, ma un debito pubblico di fatto in valuta estera. I poteri non eletti hanno come strumento di pressione la paura dello spread, sì. Ma lo spread che cos’è, alla fine? E’ la risultante della perdita della sovranità della moneta.
a cura di Alessio Mannino