Emergenza violenza
di Livio Cadè - 10/05/2023
Fonte: EreticaMente
Horresco referens – “inorridisco nel riferirlo” – ma cammino per strada e ancora incontro persone col volto coperto fino alla radice del naso da lugubri mascherine. È una psicopatologia, lo so, son persone vittime di penosi squilibri emotivi, verso le quali dovrei esser comprensivo e tollerante. Non me la prendo con l’inverno perché è freddo o con una spina perché punge. Mi copro, mi metto dei guanti. Tuttavia, lo confesso, non riesco a odiare l’inverno o le rose. Al contrario, quando penso a quelli – politici, giornalisti, gente comune – che avrebbero gioito nel privarmi d’ogni bene, nel mettermi in galera, nel torturarmi o nel condannarmi alla pena capitale, un pizzico di risentimento ancora lo provo. Mi sembrava d’esser diventato un criminale, un pericoloso latitante, un maniaco, un assassino seriale o qualcosa del genere. E solo perché, a differenza di loro – “cittadini responsabili” – non m’ero fatto inoculare. La ‘responsabilità’! Per la miseria, pensavo fosse una parola seria. Ora non riesco più a soffrirla. Quando la sento mi si arricciano persino i peli del naso. Lasciatemi essere irresponsabile, incosciente, senza rispetto. Quando vedo qualcuno con la mascherina, vorrei prenderlo a sberle. Ma trattengo i miei istinti violenti.
Non come quel tale che ha dato uno schiaffo a un ex-presidente del Consiglio, famoso per i suoi decreti salva vita, o salva nazione, efficaci come quelle operazioni chirurgiche di cui si dice che “son riuscite perfettamente. Il paziente è morto”. Naturalmente tutti han deplorato, anche quelli che ne hanno goduto. Il facinoroso è stato subito identificato come novax, membro cioè di quella famosa setta di selvaggi cavernicoli che rifiutano i dogmi della scienza e godono nel diffondere malattie mortali. Questo gesto – lo schiaffo, intendo – è la dimostrazione che i novax sono “gente irresponsabile”. Che un governo massacri un intero Paese è normale e nessuno si sogna di farne un dramma. Ma appioppare un ceffone a qualcuno, a un politico, in pubblico! I politicamente educati hanno ovviamente ricordato che “il dissenso è consentito (sic!) ma non la violenza”.
E mi stupisco che non l’abbiano definita ‘violenza fascista’, epiteto evergreen, che non perde mai il suo appeal democratico. Come non pensare al fanatico che a Bologna, nel ’31, schiaffeggiò Toscanini, reo di non voler dirigere Giovinezza? Va da sé paragonare i novax ai fascisti che in quell’occasione aggredirono il Maestro (che in una lettera al Duce li definì “masnada inqualificabile”). Dopo l’affronto Toscanini lasciò l’Italia, dove tornò solo a guerra finita. Ma non allarmatevi. Il politico in questione è meno orgoglioso e non ci abbandonerà. Come papa Bonifacio VIII dopo lo schiaffo di Anagni, benedirà e ringrazierà i cittadini civili, che l’hanno difeso dalla violenza incivile dei non vaccinati. E certo perdonerà il novello Sciarra Colonna, che non sapeva quel che faceva. L’episodio sarà ricordato nei libri come “lo schiaffo di Massa”. Esempio di corsi e ricorsi storici.
D’accordo, una sberla è un gesto manesco. Ma francamente m’è parso piuttosto un buffetto, senza l’intenzione di causar dolore, se non all’amor proprio. Non so se sia stato ‘pedagogico’, come vorrebbe il suo autore. Ma nemmeno lo direi irresponsabile. Chi fa un atto dimostrativo davanti a tanta gente se ne prende ipso facto la responsabilità. O s’intende forse che il presunto novax non ha tenuto conto delle conseguenze del suo atto? Ora, a parte un leggero arrossamento cutaneo per l’ex-presidente (per altro i politici non arrossiscono facilmente) o una denuncia contro l’aggressore, non vedo quali effetti perniciosi possa avere quello schiaffetto per il Paese o per la salute pubblica. Ma l’occasione era troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. “Avete visto? Sono degli irresponsabili”. Ammettiamo pure, se vi fa piacere, che quel tizio sia un irresponsabile (ammesso e non concesso). Quindi, automaticamente lo sono tutti quelli che non si sono vaccinati? Se fosse stato un idraulico, avreste detto che tutti gli idraulici sono degli irresponsabili? Non è logico. Ma come si fa a pretendere la logica da certi politici o giornalisti? Sarebbe come aspettarsi che nevichi nel deserto.
Comunque l’OMSS, l’Organizzazione mondiale della Schiavitù Sanitaria, dice che l’emergenza Covid è finita. Cadono tutte le prescrizioni, le limitazioni, i divieti. Siamo dunque guariti dalla pandemenza? Usai questo termine la prima volta tre anni or sono. Ne è passata di acqua, anzi di lacrime e sangue, sotto i ponti! Ma non illudiamoci. I pandementi, gli ultracovid, sono ancora tra noi. E qualcuno di loro già frena, suona l’allarme: non possiamo abbassare la guardia, il virus evolve. E intanto l’uomo involve. Secondo la mia teoria – che è l’esatto contrario di quella darwiniana, e che qui semplifico per non tediare la gente con argomenti scientifici – stiamo diventando dei babbuini. Sul virus non mi esprimo. Non so neppure se esiste. Se l’ipotesi di una sua evoluzione si rivelasse esatta, forse tra un po’ lo vedremo girare per le strade guardando uno smartphone, come fanno alcuni animali quasi umani.
Come siamo usciti dall’emergenza Covid? Francamente non lo so. Non capisco come possa finire un’emergenza che non è mai cominciata. A meno che non ci siamo entrati per finta. Allora ne usciamo allo stesso modo, fingendo. Certo, non nego i morti, le tragedie umane, gli sfaceli provocati dai DDL, ma non ho mai pensato che di tutto quel pandemonio fosse responsabile un misterioso virus (tra parentesi, decidetevi. Odiate il virus perché è responsabile ma odiate gli irresponsabili. Forse il problema è l’odio). Chi l’ha mai visto questo fantomatico killer? Potrebbe essere Topolino o Babbo Natale. L’avessero chiamata “emergenza umpa lumpa” l’avrei trovato altrettanto credibile. Vorrei piuttosto leggere un giorno, in prima pagina, che è finita l’emergenza libertà. Ma resterà una pia illusione. Intanto ecco un altro con la mascherina. Mi prude la mano. Ma non voglio finire io in prima pagina. Per colpa mia direbbero che v’è nel Paese una ‘emergenza violenza.