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Emmanuel “Clinton” versus Marine “LeTrump”

di Pepe Escobar - 02/05/2017

Emmanuel “Clinton” versus Marine “LeTrump”

Fonte: SakerItalia

Ecco la conta delle vittime del più recente terremoto geopolitico che sta affliggendo l’Occidente: il Partito Socialista in Francia è morto, la Destra tradizionale è in coma, quello che era l’estrema sinistra è ancora viva e vegeta .

Ma ciò che si supponeva essere uno shock del nuovo, non è esattamente uno shock. Più le cose virano verso un cambiamento (in cui possiamo credere), più rimangono le stesse. Ecco la nuova normalità: il “sistema” riciclato (di Emmanuel Macron) contro  “la gente” (del Front National di Marine Le Pen), in lotta per la presidenza francese il 7 maggio.

Anche se questo era il risultato atteso, è comunque significativo. Le Pen, ri-battezzata “Marine”, ha raggiunto il secondo turno del voto malgrado una campagna elettorale mediocre.

Essenzialmente lei ha ri-assemblato – ma non ampliato – la base dei suoi elettori. Sulla testata Asia Times [in inglese], ho sostenuto che Macron non sia altro che un prodotto artificiale, un ologramma meticolosamente confezionato, costruito per vendere un’illusione.
Solo degli irriducibili naif possono credere che Macron incarni il cambiamento, quando lui è il candidato dell’Unione Europea, della NATO, dei mercati finanziari, della macchina Clinton-Obama, dell’establishment francese, di varie oligarchie economiche e dei sei più grandi gruppi dei media corporativi francesi.

Per quanto riguarda la stupidità della Sinistra “alla Tony Blair”, essa fa classe a sé.

Jean-Luc Mélenchon,  l’estrema sinistra addomesticata  della Francia insubordinata,  è riuscito ad eguagliare la destra cattolica di François Fillon in dirittura d’arrivo. E l’insipido candidato del Partito Socialista, Benoit Hamon, ha impedito a Mélenchon il colpaccio per andare al secondo turno.

Per quanto riguarda Marine, lei ha perso quasi quattro punti nel conteggio finale. Con una settimana extra di campagna elettorale, Fillon avrebbe potuto eguagliare Marine, malgrado il “Penelope-gate”.

Marine ha soltanto una sola, estrema chance il 7 maggio. Viaggerà freneticamente per la “Francia profonda” per trasformare il secondo turno in un dibattito sull’identità francese e in uno scontro di nazionalisti, patrioti e sovranisti contro i globalisti pro-UE e i professionisti della “liquida modernità” urbana.

Quindi, cosa vogliono?

I Frontisti sono pronti a fare a pezzi il programma neoliberale di Emmanuel “Clinton”, cosa che funzionerà molto bene nella Francia rurale e potrebbe anche raccogliere qualche voto tra gli scontenti di Mélenchon.
A differenza di Fillon e Hamon, non se n’è uscito pubblicamente a invitare i suoi sostenitori a votare Macron. Gli elettori delusi di Fillon potrebbero essere anche inclini a votare Marine, considerando che Fillon era fortemente contrario a qualcuno che lui descriveva come “Emmanuel Hollande”.

Vediamo velocemente le promesse elettorali. In breve:  Marine promette un modello sociale che “favorisce i Francesi”; Macron promette vaghe “profonde riforme”.
Il piano di Macron per risparmiare 60 miliardi di euro di fondi pubblici implica il licenziamento di 120.000 impiegati statali, il che è una ricetta sicura per uno scenario del tipo “ci vediamo sulle barricate”.
Marine dice solamente che vuole ridurre il deficit pubblico, puntando a ridurre il contributo sanitario statale, il contributo della Francia all’Unione Europea e l’evasione fiscale.

Nessuno dei due vuole alzare il salario minimo e l’IVA. Entrambi vogliono ridurre gli oneri fiscali sulle aziende ed entrambi vogliono combattere la “uberizzazione” del lavoro, favorendo le imprese francesi (Marine) ed europee (Macron).
La priorità assoluta di Marine è quella di ridurre gli aiuti sociali agli stranieri e di restituire il potere d’acquisto soprattutto ai pensionati e ai lavoratori a basso reddito. E’ poco chiara sulla disoccupazione.

Le “profonde riforme” di Macron si concentrano sul sussidio di disoccupazione e sulle pensioni. E’ un entusiasta sostenitore della protezione universale della disoccupazione gestita dallo Stato: copertura per tutti, anche in caso di licenziamento.
Marine e Macron concordano su un punto: maggiori rimborsi per i costosi servizi sanitari.

L’Europa è il cuore del conflitto tra Marine e Macron, cioè “Frexit” contro “un nuovo progetto europeo”.

Tutti a Bruxelles avrebbero votato Macron perché lui ha proposto fondi per l’eurozona, un Parlamento dedicato e un Ministero delle Finanze dedicato. In breve, Bruxelles a go-go.

La Frexit di Marine dovrebbe essere decisa con un referendum, ed è la conseguenza diretta dell’ossessione dei Frontisti per l’immigrazione. Marine vuole ridurre la quota di accoglienza a 10.000 immigrati l’anno (attualmente è a 200.000), vuole tassare l’occupazione dei lavoratori stranieri ed eliminare gli aiuti sociali. Al contrario, il pro-immigrazione Macron aspira a ciò che lui chiama una Francia aperta, “fedele ai suoi valori”.

In politica estera, gira tutto intorno alla Russia: Marine vuole un “riallineamento strategico” con Mosca soprattutto per combattere il terrorismo salafita; Macron – che riflette un’elité francese russofobica quanto quella americana – è contrario e, anche se riconosce che l’Europa deve trovare un accordo con la Russia, difende le attuali sanzioni.

A proposito del Muro del Contante

Se il prossimo epico scontro dovesse esser definito da un unico argomento, quello potrebbe essere il potere illimitato del Muro del Contante.

Macron sottoscrive l’approccio che il debito pubblico e la spesa per i servizi pubblici sono gli unici fattori responsabili del debito francese, quindi si deve avere il “coraggio politico” di promuovere le riforme.

Il sociologo Benjamin Lemoine è uno dei pochi che sta discutendo pubblicamente su ciò che si nasconde dietro questo approccio, e cioè l’interesse dei finanzieri a conservare il valore dei titoli di debito che detengono e la loro contrarietà ad ogni negoziato.

Poiché controllano l’informazione, essi sono capaci di equiparare il “rischio politico” – che sia esso rappresentato da Marine o da Mélenchon – con il rischio per le loro stesse posizioni di privilegio.

Il vero argomento in ballo in Francia – e in tutto l’Occidente –  gira intorno agli interessi conflittuali dei finanzieri e quelli dei cittadini affezionati al servizio pubblico e alla giustizia sociale.

Il prossimo scontro fra Emmanuel “Clinton” e Marine “LeTrump” non scalfirà neanche la superficie.

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Articolo di Pepe Escobar pubblicato da The Saker  e da Asia Times il 24 aprile 2017.
Traduzione in italiano a cura di Elvia per SakerItalia