Escrezione egemonica
di Stefano D'Andrea - 11/07/2023
Fonte: Stefano D'Andrea
Un guerriero voleva che il figlio fosse forte e coraggioso. Un filosofo che fosse un uomo di pensiero; un bracciante voleva che il figlio fosse forte, robusto e moderato nell'alcool; un contadino che fosse forte, robusto, moderato nell'alcool ma anche dritto e ambizioso; un operaio voleva il figlio dottore, e questa è già una singolarità; un commerciante che il figlio fosse un produttore; un borghese voleva che il figlio fosse più bravo di lui, fino a conquistare il titolo di nobile; un barone voleva che il figlio avesse le qualità per divenire marchese o conte.
Che cosa vuole, invece, dal figlio, il moderno consumatore?
Che possa consumare più di lui; eventualmente che abbia un titolo di laurea, anche se non farà il dottore.
Non è mai esistita nella storia del mondo una figura così miserabile, modesta, insignificante, come quella del consumatore, che teorizza il diritto di non attendersi nulla dal figlio e di lasciarlo libero e il dovere di non farlo sacrificare e soffrire.
Escrezione egemonica, anche se per fortuna non universale.