Esperti, gli oracoli postmoderni
di Roberto Pecchioli - 17/02/2024
Fonte: EreticaMente
E’ l’era degli specialisti, anzi degli “esperti”. Sanno tutto di una minuscola porzione dello scibile umano, hanno la tendenza a considerarsi infallibili e a ritenere il proprio giudizio superiore a quello altrui su ogni questione. Caratteristiche comuni sono la fronte aggrottata, l’aria pensosa, la supponenza, il tono assertivo, le pause studiate per ottenere il massimo effetto su chi pende dalle loro labbra. Lo specialismo – intendiamoci – è pressoché obbligato, in un‘epoca tanto complessa. Ciò che è detestabile negli esperti – autentici oracoli postmoderni – è la sicumera, l’arroganza da iniziati, l’uso di un linguaggio criptico, fatto per impressionare il prossimo, che segretamente disprezzano.
Ne conosciamo diversi; il più innocuo è un signore sulla cinquantina che condivide con lo scrivano una malattia infantile irrisolta, il tifo per la Sampdoria ( ahimè). Tutti lo chiamano Coverciano, il luogo dell’accademia calcistica. Infatti, dall’alto di una pretesa competenza pallonara, seduto in gradinata, già nei primi minuti delle partite è in grado di spiegare le tattiche delle squadre, indicare le mosse degli allenatori e vaticinare il risultato finale. E’ onesto, le sue consulenze calcistiche sono gratuite, generose offerte ai tifosi più semplici. Non è così per troppi professionisti del nulla, ad esempio gli autori dei manuali che insegnano come arricchirsi in borsa, con il lotto o altre attività. Perché non lo fanno personalmente, anziché stampare trattati?
Ci sono esperti per tutto, specializzati in ogni ambito della scienza e dell’attività umana. Nel corso della pandemia abbiamo conosciuto una categoria – i virologi – prima in ombra. Alcuni sono diventati stelle mediatiche, invitati di riguardo nei salotti televisivi. Chiedevamo loro lumi, sollievo alle nostre paure, parole chiare, certezze. Non le potevano fornire, ma non ci hanno risparmiato lo spettacolo dell’altezzosità, delle risse da cortile con colleghi di opposte convinzioni, degli insulti volgari. Tutti hanno manifestato disdegno per chi osava contraddirli, molti hanno esibito vanità e superbia. Uomini e donne niente affatto speciali, decisi a esercitare ( e monetizzare) un potere derivato dalla conoscenza di qualcosa, arcano, irraggiungibile, iniziatico.
Con un sorriso amaro, torna in mente una lirica, Non chiederci la parola, in cui Eugenio Montale mette in guardia dal pretendere troppo da chi sa, o crede di sapere. Dai poeti, poi, che tutt’al più sono periti in versi, dediti a un’occupazione inutile, priva di mercato, oziosa quanto quella del filosofo. “Non domandarci la formula che mondi possa aprirti, sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.”
In fondo, nulla di nuovo sotto il sole: in ogni tempo l’uomo ha anelato a conoscere il futuro, svelare segreti, prevedere le conseguenze delle proprie azioni. Gli esperti del nostro tempo sono la versione scientificamente corretta degli indovini e degli oracoli del passato. Poiché ieri come oggi la categoria – sempre più vasta – gode di prestigio sociale e di ottima paga, abbiamo pensato di imitarli e inventare un mestiere nuovo: l’esperto di esperti. Bocciati anche in questa aspirazione: qualcuno ci ha preceduti. E’ lo scrittore americano John Freed, che ha dedicato agli esperti un saggio in cui denuncia i pericoli di affidarsi al loro giudizio. La sua conclusione è che gli esperti sbagliano almeno quanto noi semplici mortali e che talvolta possono diventare armi di distruzione ( e distrazione…) di massa.
Il biblico patriarca Giuseppe interpretava i sogni. Imprigionato, venne liberato dal Faraone affinché spiegasse il significato dei sogni ricorrenti del sovrano. ( Genesi, 41,15). Cambiano le modalità, non i desideri e le illusioni; il mondo moderno è pieno di matematica, numeri, scienze, macchine e illusioni semi magiche. Vacilla sotto una montagna di dati. Nonostante la sua arroganza, per placare l’ inquietudine ha bisogno di un nuovo tipo di maghi: “previsori scientifici”, esperti. Televisioni e governi li interpellano ogni dì per spiegare eventi complessi, dispensare consigli, prevedere il futuro. Vengono consultati su tutto: un attentato, una nuova minaccia, un problema riguardante il clima, la salute, la crescita economica, il debito, lo sport e l’arte.
Gli esperti proliferano come i virus e le zanzare d’estate. C’è chi parla ( un esperto, ovvio) della nascita di una sindrome nuova, quella del mago di Oz. Nel libro di L. Frank Baum, protagonista è un prestigiatore e ventriloquo che pubblicizza i suoi spettacoli su una mongolfiera. Un giorno perde il controllo del veicolo e viene trasportato a Oz. Gli abitanti pensano che possegga poteri magici; l’uomo non fa nulla per sfatare la credenza, diventando il Meraviglioso Mago di Oz. Costruisce la Città di Smeraldo , ordina a tutti di indossare abiti verdi e finisce per isolarsi nella sala del trono, senza mai farsi vedere, comunicando nascosto dietro una tenda o mascherato.
Sindrome senza tempo dei profeti o degli indovini: Tiresia, l’aruspice cieco della mitologia greca, la Pizia, sacerdotessa che recitava i responsi di Apollo a Delfo , il profeta ebraico Daniele, vissuto durante la cattività babilonese, capace di sciogliere enigmi, risolvere problemi e interpretare sogni. John Freed demolisce la categoria: gli esperti sbagliano molto, sono pericolosi, sopravvalutati e consultati troppo spesso. Nel libro fornisce vari dati, a cui crediamo con riserva in quanto egli stesso è un esperto. Circa due terzi dei risultati pubblicati nelle riviste mediche vengono confutati entro pochi anni. Gran parte delle conoscenze dei medici sono sostanzialmente errate. C’è una possibilità su dodici che la diagnosi causi un danno significativo al paziente. Non va meglio all’economia: Freed, basandosi sui consuntivi degli stessi economisti, mostra che quasi tutti gli studi pubblicati sulle riviste specializzate – materia di insegnamento accademico – sono incompleti, errati, imprecisi.
L’ ossessione contemporanea per gli esperti nasce anche da un eccesso di studi e di dati. Indagini per lo più finanziate da portatori di interessi , che commissionano ricerche ( e conclusioni) orientate. Freed afferma che esistono studi per i quali l’obesità fa bene alla salute e altri che sconsigliano l’ esercizio fisico. Come sempre, chi paga l’orchestra decide la musica, alla faccia della scienza e della verità. Poco o punto innocente è la casta degli esperti. Freed riflette sull’umano desiderio di lasciare ad altri – gli esperti – la responsabilità delle nostre azioni. “Quando riceviamo il consiglio di un esperto, di fatto perdiamo la capacità di prendere le nostre decisioni. Il cervello si ferma di fronte al parere di un esperto. Quando lo ascoltiamo, rinunciamo al nostro giudizio. “ Inevitabile, talvolta, ma è vero che a causa degli esperti prendiamo molte decisioni sbagliate. Più è falso, meglio è! Ad esempio, decidiamo di aiutare Wall Street, le banche e i fondi di investimento e tagliare le spese sociali. Chi più esperto degli economisti e delle “autorità monetarie”? Sempre su consiglio degli esperti, decidiamo di attaccare l’Iraq, bombardare la Libia, applicare sanzioni alla Russia. Un oscuro consulente geopolitico, Francis Fukuyama, negli anni Novanta persuase molti della fine della storia a causa del crollo del comunismo sovietico.
Nella Bibbia il re babilonese Baldassar dice a Daniele: “ poco fa sono stati condotti alla mia presenza i saggi e gli astrologi per leggere questa scrittura e darmene la spiegazione, ma non sono stati capaci. Ora, mi è stato detto che tu sei esperto nel dare spiegazioni e sciogliere enigmi. Se quindi potrai leggermi questa scrittura e darmene la spiegazione, tu sarai vestito di porpora, porterai al collo una collana d’oro e sarai il terzo signore del regno”. ( Daniele, 5,15-16) . Daniele rifiuta gli onori, ma fornisce al re la “consulenza” richiesta. Nel presente, gli esperti “neocons” determinano la geopolitica americana in un mix postmoderno di messianismo e gergo scientifico. Big Pharma garantisce sulla parola dei propri esperti l’ efficacia di sieri e pozioni; sussiegosi analisti militari certificano l’impossibilità per la Russia di condurre la guerra per carenza di materiali e tecnologia. Altri convincono delle meraviglie del mondo privatizzato ; un “esperto” ha decretato la fine del bimbo inglese Alfie sospendendo le cure, poiché morire era “nel suo migliore interesse”. Naturale: come conferma Freed, “gli esperti modificano e quindi manipolano i dati”. Spesso gli specialisti di ultima generazione svolgono professioni nate con la dittatura dell’informatica e la società fondata sul controllo. La loro consulenza altera e manipola continuamente la realtà. Come si può distinguere tra un film di Hollywood, una scena di attentato e una creazione dell’Intelligenza Artificiale? Chiedi ad un esperto! Immediatezza e irrefutabilità sono le caratteristiche della verità che ci arriva attraverso i computer: c’è il riscaldamento globale; Saddam Hussein possiede armi di distruzione di massa; la crisi è finita grazie alle politiche finanziarie delle banche centrali; il gas di scisto risolverà i problemi energetici per secoli. Siamo sommersi da flussi di informazioni che alterano la nostra comprensione e producono desensibilizzazione. “Giornali, riviste, televisione e Internet ci costringono a ricevere continuamente giudizi su ciò che sta accadendo. Ci troviamo continuamente di fronte a un mare di consigli. Allora dov’è l’ago nel pagliaio?“ Ma chi vuole trovare un ago? L’importante è il pagliaio; saranno loro – gli esperti – a inserire l’ago.
Anche la ricerca scientifica basta sui test condotti su animali è nel mirino di Freed: non funziona perché non siamo topi. “La maggior parte dei risultati sperimentati sugli animali non si trasferisce agli esseri umani. Anche se agli scienziati piace sottolineare che condividiamo i nostri geni con diversi mammiferi, sappiamo di essere assai diversi dai topi e anche dalle scimmie. “ Notizia allo stesso tempo buona e preoccupante: buona in quanto smonta la fede para religiosa degli esperti occidentali nell’evoluzionismo darwinista. Preoccupante perché alla fine la loro visione prevale, nonostante o forse grazie al suo carattere errato. Ecco il punto: il verdetto degli esperti è tutt’altro che neutro, inserito com’è all’interno del paradigma dominante, degli interessi forti, della volontà – umana, troppo umana – di scienziati e specialisti di schierarsi dalla parte dei potenti. E’ irriverente – applicato ai “competenti” – il vecchio detto “attacca l’asino dove vuole il padrone”? Lo impongono la carriera, il prestigio, lo esigono i vantaggi economici, lo richiede sempre più spesso il quieto vivere. Essere invisi al potere è pericoloso soprattutto per gli esperti, così la verità è venduta all’ingrosso e al dettaglio. Difficile, tuttavia, far cambiare opinione a chi adora gli esperti e rinunzia all’ autonomia del giudizio. Credono agli influencer, perché non dovrebbero prestar fede agli oracoli postmoderni, maghi di Oz con l’aureola scientifica, la laurea e i master appesi alla parete dello studio ? Tiresia non è più cieco, non si fa chiamare indovino, ma risponde, ieri come oggi, al bisogno di conoscenza, previsione, rassicurazione, servendo gli interessi di chi gli offre visibilità, prestigio, potere, denaro. Meglio il buon Coverciano che prevede i risultati della Sampdoria.