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Essere Antigone

di Riccardo Paccosi - 28/12/2020

Essere Antigone

Fonte: Riccardo Paccosi

Tutte le persone che con le azioni - o anche solo con le parole (e di questi tempi non è poco) - si stanno opponendo al nuovo modello di società in via di edificazione, occorre riflettano attentamente sul significato del tragico. 
Azioni di protesta e di opposizione sorgono e pullulano ovunque, ma sempre minuscole, sempre intrise d'imbarazzante minorità e, in definitiva, ineffettuali.
Ma proprio per questo, si tratta di gesti di resistenza che esprimono il sempiterno principio della tragedia.
Quel principio consta, dai tempi di Eschilo, del contrasto fra libero arbitrio da una parte e coercizione esercitata dal destino o da una forza umana superiore dall'altra.
L'eroe della tragedia è destinato alla sconfitta e il sentimento del tragico scaturisce da due aspetti: dal fatto che spesso l'eroe è mosso da un ideale di bene superiore e dal fatto che egli non abbia scelta alcuna, ovvero non possa fare altro che combattere fino all'inevitabile disfatta.
Nel caso di Antigone, il tragico scaturisce dal porre il principio dell'ottemperanza alle leggi divine - nonché il principio del legame di sangue - in opposizione alla legge espressa dall'apparato di Stato.
Le circostanze di oggi ci mostrano uno Stato che si trova di fatto sotto occupazione da parte di interessi anti-umani e che sospende la propria Costituzione. Inoltre, ci mostano come suddetto Stato sotto occupazione abbia a un certo punto, proprio come nella vicenda di Antigone, vietato i riti funebri. 
E allora il compito di chi sente di dover difendere la democrazia costituzionale e più in generale la dignità umana, oggi, consta dell'essere come Antigone.
Non soltanto nel porre fino alle estreme conseguenze il conflitto contro il potere costituito, ma anche e soprattutto nell'acquisire consapevolezza del fatto che si verrà sconfitti.
Oggi, chi si oppone con atti o parole, vedo che sta svolgendo ricerca di senso in aspetti di speranza che sono però destinati alla disillusione: il risveglio delle coscienze, la sollevazione popolare e così via.
Niente del genere avverrà. 
E tale certezza, purtroppo, discende dall'assoluta assenza di segnali in tal senso e dall'onnipervadenza di segnali di tipo opposto.
Nondimeno, chi ha coscienza della posta in gioco non può fare altro che combattere a costo della vita.
E allora, la scelta combattente deve riporsi non già in una speranza inesistente, bensì nella consapevolezza personale dell'assunzione d'un destino tragico. 
E nella consapevolezza, altresì, che il sottrarsi a tale destino per vivere e quindi accettare supinamente l'orrore della società post-umana, sarebbe destino peggiore della morte. 
E nella consapevolezza, infine, che Antigone ha conosciuto sì la sconfitta, ma il significato del suo gesto ha risuonato nei millenni.