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Etica per un mondo multipolare

di Pierluigi Fagan - 26/02/2022

Etica per un mondo multipolare

Fonte: Pierluigi Fagan

Il mondo, si sa, è anarchico. Nel senso di “an” (privativo) “archè” (governo ovvero sovrano, potere, principio, ordine) quindi privo di governo. Non c’è una Costituzione e susseguente corpo di leggi, non ci sono tribunali a cui appellarsi per il giudizio dirimente, non c’è una polizia che fa rispettare le leggi.
Oggi il mondo dovrebbe prender consapevolezza, noi Occidentali (circa 14% del mondo) più da altri, che l’umanità è triplicata negli ultimi settanta anni, tra trenta anni potrà dire di essersi quadruplicata in un solo secolo, cosa mai avvenuta nella storia umana, viepiù partendo già da 2,5 miliardi quanti eravamo nel 1950.
Il mondo è quindi sempre più affollato e si è così massivamente densificato in poco tempo, molti neanche lo sanno e non se rendono conto. Già per via della natura anarchica del mondo, viepiù se consideriamo questa recente e poderosa inflazione umana (inflazione qui è preso dalla cosmologia non dall’economia), si porrebbe con forza il problema delle regole dell’interrelazione tra le parti del sistema umanità, problema sussunto in una branca della filosofia conosciuta come “etica”.
Nel 1993, i rappresentanti di ben 143 religioni e comunità spirituali, si incontrarono in quel di Chicago e firmarono alla fine la loro comune dichiarazione positiva: avevano trovato il punto dirimente su cui basare l’etica mondiale. Va dato atto che questi signori, stanno qui nel mondo da molto più tempo della mia e tua ideologia, prima dei politici, degli economisti, dei giornalisti e financo dei geopolitici, ma non da soli, assieme ai filosofi.
Nel ’93, (stante che il WTO è del ’94), i rapidi teologi di tutto il mondo, trovarono facilmente la risposta alla impegnativa domanda. Gli bastò convenire sul fatto che i Sette Sapienti e successivi filosofi greci, Confucio, gli ebrei dell’Antico Testamento ed i cristiani del Nuovo (quindi ortodossi e protestanti), Buddha con i gianisti e gli induisti, Muhammad, Kant e molti altri, avevano tutti risposto alla stessa domanda, nello stesso, identico, modo.
Si tratta della famosa Regola d’Oro, l’etica della reciprocità, di cui esistono una formulazione positiva (fai agli altri …) ed una negativa (non fare agli altri …). È il semplice principio cardine per mantenere le relazioni paritarie poiché se non sono paritarie portano ovviamente a conflitti che è la Regola di Ferro degli ambienti senza governo ovvero “anarchici”.
Naturalmente, va applicata con onestà che è il prerequisito della stessa reciprocità. Onestà qui sta (ovvero nel caso odierno della "Guerra in Ucraina") per analisi di come un conflitto agito sia solo la fine di un lungo conflitto nel tempo tra posizioni divergenti, interessi divergenti, idee divergenti, azioni non reciproche, asimmetrie coltivate e perseguite con deliberata intenzione. Onestà è anche sospendere il giudizio se non si conoscono bene tutti gli aspetti e le varie storie coinvolte in un fatto. Se non si conoscono i fatti, i diversi aspetti, il loro intreccio nel medio-lungo tempo si può sempre stare zitti ed andare a studiarli.
Se accetterete la realtà ovvero che un mondo a 8-10 miliardi di umani non può esser governato da una sola parte nel suo esclusivo ed egoistico interesse, se prendete atto dell’obiettiva naturalità di un ordine multipolare, allora sembrerebbe consigliarsi l’adozione in via prioritaria dell’etica della reciprocità. Mettersi nei panni dell’altro è un buon inizio. L’evoluzione o storia adattiva dei primati prima e degli umani poi, sembra aver lungamente selezionato specifiche aree cerebrali deputate a questo “metterci nei panni dell’altro per capirne lo stato d’animo ed il punto di vista”. L'ha selezionato perché così la vita funziona meglio, l'evoluzione non è un individuo intenzionale è la risultante di fatti eterogenei.
È tutto molto semplice, ma come diceva il commediografo B. Brecht “è la semplicità che è difficile a farsi”. Se ritenete che la Pace debba esser il vostro fine, l’etica della reciprocità applicata con onestà è il mezzo con cui perseguirlo. Il resto è malafede e sopruso, che porta al lungo regno della Regola di Ferro.