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Facebook mi ha bloccato per la prima volta

di Enrico Galoppini - 22/12/2017

Facebook mi ha bloccato per la prima volta

Fonte: Il Discrimine


Dopo il post dedicato alle “molestie sessuali” (maschili) nel quale scrivevo “manca solo la figlia di Fantozzi” e che era stato cancellato dalla sua psicopolizia, Facebook mi ha bloccato per la prima volta, per 24 ore, per il motivo che vado ad esporre, il quale evidenzia come dietro al fenomeno della censura ci sia dietro sempre una fondamentale componente di stupidità (che va di pari passo con l’ignoranza).

Su un gruppo denominato “Genitori e bambini liberi e sani – Popolo Unico” avevo commentato un post riguardante la questione vaccini e le troppe morti sospette di bambini registrate in questi ultimi giorni. Su questo gruppo sono molto contrari sia alla recente legge che ai vaccini in sé. Spesso ci trovo notizie interessanti, che talvolta commento. In una di queste, un’iscritta al gruppo riportava d’aver visto fuori da un centro vaccinale una fila di almeno venti famiglie coi bambini, quasi tutte “musulmane” (per molte persone “musulmano” fa tutt’uno con immigrato dal Nord Africa o dal Vicino Oriente, e comunque è l’abbigliamento prevalente delle donne provenienti da quelle aree che giustifica in qualche modo tale identificazione).

Al che ho commentato: “Gli immigrati sono la migliore carne da macello”.

Che cosa intendessi dire dovrebbe risultare chiaro. Ma non dev’esserlo per gli psicopoliziotti che avranno ravvisato un commento “razzista” (nel burocratese dei dipendenti di Zuckerberg: “viola gli standard della nostra comunità”).

Gli immigrati, in particolar modo quelli dai Paesi Arabi, per una serie di fattori (si sentono “sotto osservazione”, anelano l’accesso al “progresso”, sono poco informati sui rischi della medicina moderna, hanno mediamente meno soldi perciò le multe li spaventano eccetera), acconsentono e si prestano a fungere volenti o nolenti da ‘cavie’ per pratiche, comprese quelle mediche, ammantate di “legalità” e “scientificità”. Insomma, non rompono tanto i coglioni come quelle famiglie italiane bollate come “no vax” (cioè la quintessenza del “medioevo” e della “barbarie”) che hanno sviluppato, anche e soprattutto sulla scorta di esperienze non proprio esaltanti con la medicina “ufficiale”, una certa dose di consapevolezza al riguardo di questa come di altre questioni sulle quali i dominanti non transigono e sulle quali pretendono il massimo dell’allineamento.

Per farla breve, nel mio commento, stringatissimo, non avevo forse tratteggiato un profilo lusinghiero dell’immigrato (“musulmano”) medio, ma il mio intento non era quello che, molto presumibilmente, sarà stato ravvisato dagli psicopoliziotti internettari. Con quella mia lapidaria considerazione volevo semmai stigmatizzare l’abitudine degli apparati di questo sistema a considerare gli immigrati come mandrie da sottoporre a tutto quel che hanno in serbo per loro ed anche per noi autoctoni (non saranno forse “il modello al quale dovremo tutti ispirarci”, ha sentenziato qualcuno?). Era, a ben vedere, ragionando con le loro categorie manichee inappropriate anche per un bambino dell’asilo, un commento “antirazzista”!

Ma quando il moralismo e la smania di censurare si sposano con l’ignoranza e la coglioneria non c’è più speranza: la dittatura del pensiero è servita. E forse non solo quella.