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Fuori i globalisti dalle nostre città

di Roberto Siconolfi - 27/10/2020

Fuori i globalisti dalle nostre città

Fonte: Ereticamente

Sono giorni assai particolari per l’Italia e per gli sconvolgimenti epocali che dall’Europa alla Cina, dalla Russia agli Stati Uniti si dispiegano a livello planetario. E’ l’operazione Covid, quella che ha fatto di questa infezione epidemica il pretesto per tutto un conglomerato di forze economiche, politiche, tecnologiche e culturali di avanzare nel processo di totalizzazione globalistica del pianeta. In questo contesto, le nuove politiche restrittive emesse dal governo nazionale italiano e da taluni governatori locali (es. in Campania), perfettamente in linea con questo conglomerato di forze, hanno determinato le prime proteste e mobilitazioni.

I fatti

Al di là della vulgata mediatica che risponde allo stesso indirizzo politico-culturale, le manifestazioni di questi giorni avute in Campania, in particolare nella città di Napoli sono sacrosante e giuste. Già da diversi giorni, infatti, Napoli si mobilita con presidi e proteste, e poi con le giornate del 23, 24, 25 e 26 ottobre, con manifestazioni che si diffondono anche in altre città della regione (Salerno, Aversa e Caserta), con l’obbiettivo di forzare il cosiddetto coprifuoco imposto dal governatore a partire dalle 23. Mobilitazioni che sempre in questi giorni si sono estese nelle città di Roma, Torino, Milano, Catania, Latina, Trieste, Treviso, Lecce, Cosenza, Cremona, Piacenza, Lodi, Palermo, ecc. Sono commercianti, partite IVA, e a seguito famiglie, giovani e ribelli politici di ogni risma, che si oppongono ai piani di distruzione dell’economia nazionale ad opera dei grandi gruppi multinazionali, i quali viceversa hanno notevolmente aumentato i loro profitti grazie a tali restrizioni. Le manifestazioni sono espressione di un genuino moto di rabbia nei confronti di queste manovre, che porteranno inevitabilmente alla chiusura per molti commercianti e piccoli imprenditori.

Sono completamente fuori strada coloro che addebitano tutto ai gruppi dell’estremismo politico e della criminalità organizzata. Anche sulla questione “violenza” ci sarebbe tanto da dire, e innanzitutto che il vero responsabile di questi scontri è esattamente il governo PD-M5S, così come personaggi da baraccone come il governatore De Luca. Loro sono gli artefici delle politiche predatrici in materia economica, e loro sono le campagne securitarie e terroristiche sulla questione Covid, ben supportate dal “circo mediatico” più o meno tutto. Ma poi è naturale, da quanto tempo si fan manifestazioni di piazza, che è presente sempre una frangia di violenti, infiltrati e facinorosi, che in un modo o nell’altro generano caos, gettando un’ombra di fango sulle intenzioni iniziali. Piazza che però nulla avrebbe ottenuto – a cominciare dal dietrofront di De Luca sul Lockdown e all’invito a stanziare sussidi immediati –, senza anche un sano e genuino moto di “rabbia”, ricordiamolo agli ipocriti e ai finti tonti! Un moto che va “distinto” dalle tecniche di guerriglia organizzata delle poche frange sopramenzionate.

La teoria

A questo punto della lotta, sorge spontaneo il bisogno di articolare un discorso che miri all’elevazione delle forze in campo, e al dargli una giusta direzione. Bisogna innanzitutto indicare i massimi responsabili della situazione in atto e che sono sostanzialmente due: il Partito Democratico e i mass media. Il Partito Democratico, e tutto quel raggruppamento di forze definito “sinistra”, è il rappresentante sul territorio nazionale del globalismo. Sono essi i referenti dell’espropriazione e della distruzione della nostra economia nazionale, a vantaggio dei grandi gruppi multinazionali e speculativi e che hanno sede a Bruxelles, nell’FMI, in Microsoft, Amazon, Google, Facebook ecc. Tutti gruppi che hanno visto aumentare esponenzialmente i loro profitti dalle restrizioni “anti Covid”, mentre le piccole e medie imprese nazionali sono e saranno sempre più sul lastrico.

E’ il Partito Democratico con i suoi sgherri nella magistrata, nelle università, nelle lobby dell’associazionismo, nelle sedi della carta stampata e delle televisioni ad essere il massimo responsabile di tutto ciò, e il nemico “numero 1” del popolo italiano. E’ il PD, ad aver premuto per il Recovery Fund, oltre che per il MES, al quale i voltagabbana a 5 stelle hanno prestato il fianco, mettendo ulteriormente l’Italia nelle mani della Commissione Europea e delle oligarchie finanziarie apolidi. E’ il PD, con il suo ministro Gualtieri, ad aver fatto sostanzialmente fallire l’asta BTP, che invece avrebbe potuto consegnare ai nostri risparmiatori la nostra ricchezza, lasciandola dunque nell’economia virtuosa nazionale. Questa forza va letteralmente scacciata dal potere e da tutti i luoghi istituzionali dove lo esercita, in maniera diretta o velata.

A rimorchio vengono i media, grandi artefici del terrore di massa, con pallottolieri di dati, perlopiù errati o estremamente generici. Sono loro a diffondere il clima di angoscia e paura, generando effetti a catena che non fanno altro che aumentare il caos e la possibilità di ammalarsi – ruolo nefasto della paura per le difese immunitarie. E’ il mainstream mediatico e culturale ad aver monopolizzato il dibattito sul Covid, escludendo tutte le personalità e le visioni più critiche del problema, bollandole con l’odioso termine “negazionista”. Un termine che richiama ad altri tempi, e a tutta la concezione da reductio ad Hitlerum tipica della repressione “politicamente corretta” del dissenso.

La strategia   

Ma la ribellione spontanea e forte da sola non basta, se non accoppiata da opportune progettualità strategiche e politiche. Quello che emerge da queste proteste è che c’è assolutamente bisogno di una forza politica maggioritaria che sia in grado di incanalarle, dirigerle e filtrarle.  Il ruolo chiama inevitabilmente in causa i due grandi partiti dell’opposizione sovranista, e cioè Lega e FdI. Quello che c’è da chiedersi è “cosa stanno facendo questi due partiti?” “A chi giova questa sciocca politica dell’unità nazionale con forze che sono invece ‘antinazionali’ per eccellenza?”. “Si vogliono assumere la responsabilità di andare all’attacco, oppure attendono per motivi tattici o di convenienza?” La questione è molto semplice in realtà, se queste forze “ora”, alla prova dei fatti, non saranno in grado di “mettersi alla testa” di tali proteste, allora coloro che hanno a cuore le sorti dell’Italia dovranno costruirne di nuove, a partire da tutto quell’arcipelago di gruppi, associazioni e partitini che si battono per la sovranità. Magari mettendoli insieme, cominciando a creare una “rete”. Una rete che supporti e “diriga” tali mobilitazioni, le quali a loro volta saranno dei momenti collaterali e fondamentali di un lavoro concreto, giornaliero e costante, che porti all’ottenimento del potere politico in Italia.

Queste manifestazioni devono continuare, dunque, a oltranza e in tutta Italia, fino alla cacciata del governo dei globalisti, e devono continuare questi atteggiamenti “forti”, con una forza diversificata a seconda delle circostanze e che non sia necessariamente “d’impatto”. Mirare a far fronte, non a dividere e a dividersi – su tutte la divisione destra/sinistra –,  guadagnandosi l’appoggio delle forze dell’ordine, le quali in più di un’occasione da Napoli a Trieste si sono tolte il casco, mostrando di stare dalla parte del popolo. Da tenere in considerazione è il “metodo gandhiano”, un metodo “non violento” ma in grado di mettere sempre il nemico spalle a muro e nella posizione di dover concedere. E’ così che vanno forzati i coprifuochi, e così che vanno forzate le chiusure anticipate alle 18, è così che vanno forzate tutte le restrizioni che non mirino al graduale ripristino della sovranità, e della normalità economica, civile e sociale della nostra patria.

Roberto Siconolfi