Gli esseri umani nascono sapendo istintivamente leggere e scrivere con la natura
di Giannozzo Pucci - 21/04/2022
Fonte: Giannozzo Pucci
Gli esseri umani nascono sapendo istintivamente leggere e scrivere con la natura, non con le lettere dell’alfabeto. Non devono perdere questo tipo di percezione che dà il potere di inventare le parole e dare i nomi ai fatti con l’esperienza diretta dei cinque sensi.
Tutte le lingue nascono dalla cultura orale diretta.
Il tessuto poetico della Divina Commedia la rende un’opera d’arte unica proprio perché il poema è intessuto di percezioni prese dalla cultura orale e analfabeta del popolo manuale.
Ogni volta che una nuova tecnica, o legge, introduce una differenza fra esseri umani, dando maggior potere a coloro che sanno usarla e ne hanno il controllo, tendono a imporla come un nuovo stadio della civiltà e perciò gradualmente una specie di dogma. I poveri inventano la lingua e i ricchi le regole di grammatica.
Da Cartesio, Galileo e Bacone la nuova conoscenza scientifica ha avuto la tendenza a monopolizzare la percezione della realtà, dichiarando infondata e superata ogni altro genere di intuizione e linguaggio. La sua grammatica scientifica impone una verità sempre provvisoria e spesso non comprensibile nella cultura orale. Lo stesso avviene con la conoscenza digitale.
L’articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo recita “Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti”. Questo significa letteralmente che ogni essere umano ha il diritto di essere un analfabeta digitale, di vivere solo coi suoi cinque sensi e costringere tutti a essere collegati a internet per documenti essenziali equivale a una violazione dei diritti umani.
Ogni stato può avanzare nella digitalizzazione solo se paga lo scotto di servire quei cittadini che non vogliono o non riescono a usare il computer. D’altra parte gli strumenti elettronici con la loro logica binaria di categorizzazione inducono un tipo di ragionamento che esclude vari tipi di sensibilità, conducendo la creatività su percorsi comodi e limitati. (vedi la conversazione di Emilio del Giudice fisico sul tema "Una teoria priva di errori è certamente sbagliata".)
Per progredire l’umanità deve avere e proteggere le forme di rapporto intuitivo con la realtà, non solo quella urbana, e imparare con le mani, a scrivere in bella calligrafia, a disegnare, suonare e a rappresentare la natura poeticamente come un modo per trovare gli accordi con la diversità dei luoghi viventi, con la danza universale. Senza usare le mani le nostre intelligenze incomplete sognano l’astratto e la tecnologia lo cala e impone sul mondo come una misera contro-natura.
La civiltà delle mani può portare alla piena occupazione, impossibile con le grandi imprese anche di costruzione, ma molto più facilmente favorita dalla presenza di molte iniziative artigianali di qualità che per moltiplicarsi hanno bisogno della protezione pubblica.
Anche le fotografie possono essere una riduzione della completezza e passione della realtà.
Un milionario comprò una stazione televisiva in California e mise la macchina da presa sulla spiaggia a riprendere le onde che si rompevano sul bagnasciuga: dopo pochi secondi a guardarle ci si annoiava, mentre possiamo stare seduti delle ore sulla spiaggia a contemplare il mare senza annoiarci. Ivan Illich chiamava pornografiche le foto della terra dallo spazio forse perché, nonostante la bellezza del nostro pianeta, tendono a trasformare in oggetto impotente ciò che fa parte della nostra responsabilità e perché ci sentiamo più importanti e progrediti solo perché il nostro vitello d’oro è la capsula spaziale. Del resto dobbiamo ammettere che non c’è stato alcun progresso nella buona amministrazione del nostro pianeta dalle prime foto scattate: le più recenti solo certificano il disastro che avanza.
La macchina barbarica dei superprofitti che accumula carta moneta, soprattutto virtuale, saccheggiando e consumando la terra, partendo da internet alle sedi finanziarie fino alle foreste tagliate, alle miniere moltiplicate, alle industrie della plastica e dei diserbanti, è una ruota dentata senza occhi e orecchi, né tatto, né odore, non ha etica né estetica e nemmeno ecologia o economia.
Davanti a lei appare chiaro che far crescere il potere dei cinque sensi e gli atti creativi che ne derivano in architettura, in agricoltura e nella sistemazione delle città, è un processo rivoluzionario.