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Governare contro il Popolo

di Federico Leo Renzi - 22/02/2021

Governare contro il Popolo

Fonte: Federico Leo Renzi

Stanno facendo molto discutere gli epiteti con cui Giovanni Gozzini (docente all'università di Siena) ha definito la leader di FdI Giorgia Meloni. La stampa così come le forze politiche si sono indignate per il sessismo di tali epiteti ("vacca", "scrofa") e per il classismo ("pesciaiola"), ma non hanno visto -perché non lo ritengono problematico- il quadro in cui questi epitteti si inseriscono, ossia l'idea che sia vietato al popolo e ai rappresentati del popolo italiano persino parlare con Mario Draghi, poiché lui essendo un competente è per definizione oltre ogni possibilità di critica da parte dei non competenti (!!!).
E' l'idea stessa di politica che Gozzini esprime nel suo discorso ad essere antidemocratica e autoritaria: secondo il docente dell'università di Siena infatti il popolo tramite i suoi rappresentanti non ha il diritto a influire e a chiedere conto del loro operato ai tecnici, che formano una sorta di casta postideologica e postdemocratica esente da ogni dovere nei confronti dei propri connazionali. Questa visione si basa su una serie di presupposti "filosofici" fortemente problematici, ma a quanto pare largamente condivisi tanto dai media quanto da numerosi intellettuali "indipendenti": il primo è che l'operato dei tecnici sia esente da pregiudizi di razza, sesso, orientamento sessuale e classe sociale d'appartenenza, cioè che sia la pura applicazione "scientifica" di leggi immutabili stabilite dalla Natura e dal Mercato, spesso fusi assieme come fossero la medesima cosa.
L'altro presupposto è che la visione antropologica (ciò che l'uomo è), morale (ciò che l'uomo dovrebbe essere), gnoseologica (come l'uomo concepisce e conosce la Verità), ecc proprie dei competenti non siano ideologie di classe o fedi personali, ma verità oggettive su cui è vietato discutere. Questo presupposto taglia alla radice l'idea stessa di democrazia: i partiti infatti sono coagulati di interessi di classe e visioni antropologiche/etiche/epistemologiche contrapposte ed irriducibili, che si contendono il voto/fiducia dei cittadini tramite la libera discussione delle rispettive idee... se i competenti detengono l'unica verità sull'uomo e il suo destino, i partiti e le battaglie ideologiche sono del tutto inutili.
Il fatto che la gran parte dei media, dei politici e degli "intellettuali" si sia limitata a stigmatizzare il sessismo e il classismo delle esternazioni di Gozzini ci suggerisce quindi che il resto del suo discorso è condiviso e condivisibile, ed il problema sono solo i toni e la forma con cui l'ha espresso litigando con la Meloni... questo dimostra ancora una volta come il problema del ceto riflessivo non sia la difesa della democrazia, ma quella di uno stile comunicativo improntato alla pacatezza: per il ceto riflessivo (e la classe media abbiente in generale) la democrazia non è mai stata sostanza, ma un semplice problema di forma.