I bagliori di un nuovo incendio della biblioteca di Alessandria illuminano la notte
di Riccardo Paccosi - 29/01/2024
Fonte: Riccardo Paccosi
Lo vogliamo fare lo sforzo di trovare una correlazione fra questo gesto e gli attacchi alla letteratura che, dai paesi anglosassoni, ora sono arrivati anche in Italia (vedi recente articolo di due scrittrici, consultabile in rete e avente titolo "Storia tossica della letteratura italiana")?
Ce la facciamo a connettere questo atto disgustoso con gli interventi, non meno disgustosi, contro il presunto sessismo presente nelle opere di Omero, Dante, Boccaccio, Ariosto, Foscolo e così via?
Inoltre e solo per chi sia riuscito nello sforzo suddetto: vogliamo fare una piccola fatica supplementare trovando anche il nesso fra tutte queste cose e l'utilizzo del pretesto della guerra russo-ucraina per l'eliminazione nei cartelloni musicali e teatrali, nelle kermesse letterarie, di autori come Dostoevskij o Tchaikovsky?
Infine, c'è da fare una connessione più generale. Imbrattando le opere d'arte, queste miserabili figure imbrattano la memoria, la storia, ciò che rende la cultura viva nella coscienza collettiva.
La loro azione - unitamente alle azioni di segno analogo che vengono svolte nelle scuole, nelle università, nell'industria culturale - delineano all'orizzonte non già un limitato rogo dei libri come quello del 1933 a Berlino, bensì qualcosa destinato a effetti più devastanti e duraturi.
Quello che si prospetta all'orizzonte, infatti, è un mondo saturo di prodotti industriali d'intrattenimeno che sprizzano da tutti gli schermi mentre fuori, nel mondo fisico, ardono le fiamme di un nuovo incendio della Biblioteca di Alessandria.
(Ovviamente, data la valenza simbolica della notizia, mi sto esprimendo per simboli; so, infatti, che diverse tesi storiografiche ridimensionano l'effettiva portata storica di quel rogo)