I cinque approcci al problema del superamento di destra e sinistra
di Riccardo Paccosi - 01/07/2024
Fonte: Riccardo Paccosi
Guardando l'esito delle elezioni in Francia, mi rendo conto d'aver perso perso il conto del numero di repliche che si sono succedute fino a oggi ma, andando a memoria, mi pare che la prima rappresentazione di questo spettacolo francese risalga a circa quindici anni fa.
La trama dello show è, da allora, sempre e comunque la seguente: Marine Le Pen cresce in consensi, si presenta alle elezioni arrivando al ballottaggio, poi media e poteri economici montano la canea sul "pericolo fascista" e, quindi, al ballottaggio la Le Pen perde.
Le previsioni danno come già scritto il medesimo finale anche per queste elezioni politiche e, da ciò, si dovrebbe trarre una semplice considerazione: non soltanto la polarizzazione del dibattito entro la diade categoriale destra-sinistra obnubila la percezione delle contraddizioni reali ma - anche ammesso e non concesso che la Le Pen rappresenti una volontà di cambiamento sostanziale - tale diade garantisce alnche la perpetua riproduzione dello stato di cose esistente.
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Nella variegata costellazione dell'opposizione anti-sistema, rispetto a questo punto inerente alla necessità di superare la polarizzazione destra-sinistra nei paesi occidentali, esistono cinque tipologie di approccio:
1) LA DISSIMULAZIONE
Coloro che affermano di voler andare oltre destra e sinistra ma, in realtà, non se la sentono affatto di tagliare i ponti con la loro cultura d'origine e, quindi, continuano a essere di destra o di sinistra come sempre, limitandosi però in questa fase a dissimularlo.
2) IL SINCRETISMO
Coloro che ritengono di superare la polarizzazione in atto, attraverso una sintesi fra destra e sinistra. Solitamente, tale opzione non riguarda la destra e sinistra neoliberali bensì i totalitarismi del Novecento. In sostanza, alcune avanguardie credono che i popoli non aspettino altro che venerare un Mostro di Frankenstein ideologico costruito con pezzi dei cadaveri di comunismo e fascismo.
3) LA RIMOZIONE
Coloro che enunciano, con perentoria sicurezza, che "destra e sinistra non esistono più". Nella maggior parte dei casi, tale approccio consta del rimuovere sic et simpliciter il problema dal proprio campo percettivo. In alcuni altri casi come quello del M5S delle origini, l'approccio è invece motivata dall'adesione alla filosofia detta New Realism secondo la quale per cambiare le cose non vi sarebbe bisogno di visioni del mondo ma solo di soluzioni tecnico-pragmatiche.
4) IL COMPLESSO DI SUPERIORITA'
Coloro che, rendondosi conto del persistere e dell'essere funzionale al potere della polarizzazione destra-sinistra, ritengono che proprio per questo ci si debba contrapporre a essa con una rimozione cosciente e volontaria. In sostanza, la pretesa è quella di arrivare all'estinzione delle polarità che pervadono il dibattito pubblico e la produzione culturale, facendo finta che esse siano già estinte.
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Qualcuno potrebbe in effetti obiettare che, con metà della popolazione che si astiene dal voto, destra e sinistra risultino già superate al di fuori della produzione mediatico-simbolica, ovvero nella coscienza collettiva del popolo reale.
Potrebbe essere effettivamente così se - sul piano del linguaggio, della produzione simbolica e di senso - stesse sorgendo qualcos'altro. Ma finché ci troviamo dinanzi a uno spazio di scambio simbolico occupato onnipervasivamente dalla polarizzazione, la parte di società che diserta tale scambio, ancorché maggioritaria, rimane nulla più che un fenomeno moltitudinario e istintivo. Qualunque discorso pubblico, in queste condizioni, finirà sempre per essere risucchiato nell'unico piano enunciativo esistente, ovvero quello che classifica e neutralizza ogni concetto politico entro la diade destra-sinistra.
Dunque, occorre un quinto approccio atto a non tentare di eludere la polarizzazione, né a cercare improbabili sintesi: occorre un approccio atto ad avversare frontalmente la polarizzazione in quanto tale e che si ponga come antagonista di ambo le polarità.
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5) L'AUTONOMIA
Occorre un pensiero forte che ponga la contrapposizione fra potere costituente basato sulla sovranità popolare e nuova dimensione assolutista e transumana delle società occidentali. Un pensiero del genere, ebbene, non può fare altro che contrapporsi in pari misura a destra e sinistra. E questo non soltanto denunciando la comune matrice neoliberale delle due, ma anche e soprattutto avversando - su ogni punto dell'agenda politica quali guerra, sanità, immigrazione, diritti civili, ambiente - destra e sinistra nelle loro posizioni specifiche.
L'abusata e usurata dicitura "né di destra né di sinistra", in altre parole, deve essere rottamata per lasciare spazio a un pensiero popolare rivendicante autonomia tanto sul piano politico quanto sul piano del linguaggio e che quindi, sappia proclamarsi apertamente CONTRO LA DESTRA E CONTRO LA SINISTRA.
La polarizzazione, aspirando a essere onnipervasiva, non contempla qualcosa del genere neppure come ipotesi e bisogna onestamente ammettere, anche, che un approccio simile non è stato finora tentato se non in casi sporadici e isolati.
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Dunque, chi se la sente d'intraprendere questa traversata in mare aperto?