I dazi sono proprio una sciagura?
di Stefano D’Andrea - 02/04/2017
Fonte: Appello al Popolo
Maledetti dazi. Se restano un fenomeno limitato, si possono tollerare, ma se gli Stati cominceranno a introdurli in quantità rilevante, le nostre industrie esportatrici saranno colpite e avranno bisogno dell'aumento della domanda interna o di diversificare la produzione per produrre di più o molto di più per il mercato interno. Saremo perciò costretti ad aumentare l'occupazione e quindi i salari, al fine di creare la domanda interna: una vera disgrazia. E poi se, per esempio, bloccassimo le carni estere e combattessimo gli allevamenti intensivi, correremmo il rischio di veder ripopolate le nostre montagne di capi di bestiame e i nostri uomini sarebbero indotti a fare gli allevatori, anziché i meravigliosi nuovi mestieri che hanno nomi soltanto inglesi.
"La qualità non ha frontiere" ha detto Gentiloni ma voleva dire: "Il capitale non deve avere frontiere, gli allevamenti devono essere intensivi e i nostri giovani devono continuare a svolgere precariamente improbabili nuovi mestieri che hanno nomi soltanto inglesi. E comunque possono sempre emigrare". Maledetti dazi, rischiano di indurci a reintrodurre programmazione e principio sociale e di farci abbandonare la concorrenza e il principio liberale, i quali da venti anni stanno generando ingiustizia, indebitamento, tristezza, povertà e ora anche emigrazione.
Meditate cittadini, meditate. E non fatevi fregare da economisti che con curve e calcoli matematici stanno dalla parte difesa da Gentiloni, pur dichiarandosi "progressisti" o di sinistra o addirittura - daje a ride - socialisti.