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I fratelli roditori e un assurdo matematico

di Guido Dalla Casa - 15/01/2025

I fratelli roditori e un assurdo matematico

Fonte: Guido Dalla Casa

  Ho sempre avuto simpatia per i Roditori, Mammiferi come noi Primati, molto intelligenti, solidali. Castori, scoiattoli, topi, ghiri, e marmotte, marmotte sulle montagne, con le loro tane superorganizzate, le loro sentinelle: un fischio acuto, pericolo dall’alto (aquila), più grave, pericolo da terra…
  La Natura non classifica, ma noi lo facciamo, per intenderci.
  Fra i Primati, siamo anomali…in 8 miliardi non ci stiamo su questo Pianeta, ma almeno dovremmo mangiare come gli altri, frutta, verdura, radici, tuberi, bulbi.
 E’ tardi per rimediare agli eccessi di una nostra civiltà che ha invaso il mondo, ormai dovrà provvedere la Terra, il Grande Inconscio, l’Anima del Mondo…
  Come analogia, possiamo prendere proprio un bellissimo, piccolo roditore delle valli nordiche; vale la pena ripetere ancora una volta, con le parole di un antropologo:
I lemmings sono piccoli roditori del Nord-Europa e dell’Asia simili ai nostri topi campagnoli. In determinati periodi essi abbandonano le Alpi della Scandinavia in gruppi numerosi, come guidati da un misterioso suonatore di flauto, e si dirigono verso il mare del Nord o il Golfo di Botnia. Lungo questo tragitto, che è il loro senso della storia, essi subiscono gli attacchi dei carnivori o degli uccelli predatori che li distruggono a migliaia. Malgrado tutto, essi proseguono la loro strada e, raggiunta la meta, si gettano nel mare e vi annegano. …
Che cosa potrebbero dire i lemmings se potessero scrivere la storia di una delle loro migrazioni? “Siamo in marcia verso un felice domani, la nostra nazione fortemente strutturata cresce di ora in ora, e nonostante vari attacchi, progrediamo nella stessa direzione, conservando la nostra organizzazione che, sola, permette all’individuo di marciare verso quel progresso che intravediamo già, tutto azzurro, ai piedi delle montagne”.
La storia ha un senso per i lemmings e per la civiltà occidentale: essa sfocia in un suicidio collettivo, prima della “planetizzazione” di una specie. Ogni individuo vede però in questo slancio ultimo una marcia verso una situazione migliore. Più i lemmings si allontanano dal punto di partenza, dicono i naturalisti, più sono eccitati; nulla li può fermare; davanti a un ostacolo sibilano e digrignano i denti per la collera.
Anche noi, ben lontani ormai dalle nostre origini, sentiamo profondamente che nulla deve intralciare la nostra marcia verso ciò che chiamiamo il Progresso.
Noi infatti, uomini dell’Occidente, non facciamo altro che correre verso il mare, verso la morte, in file serrate. A ogni guerra, il vortice in cui siamo afferrati si inabissa sempre più, aumentando il nostro progresso materiale, sminuendo i nostri ultimi valori spirituali, annientando l’umanità fin nel cuore dell’uomo.
    L’orgoglio ci fa vedere in questa caduta il desiderato compimento della nostra esistenza terrena. Come il Principe di questo Mondo, l’Occidente attira a sé l’umanità intera, promettendo i beni materiali e la conoscenza delle tecniche ma incatenandola per sempre, sostituendo ogni pensiero con l’eterno desiderio, per meglio trascinarla con sé.   
   (Jean Servier, L’uomo e l’Invisibile, Ed. Rusconi, 1973- in francese: 1967)
  Anche le cavallette hanno comportamenti di quel tipo, ma ho scelto i lemmings perché, come sopra detto, molto più simili a noi degli Insetti, anche loro viventi molto notevoli. Probabilmente i lemmings non sanno di andare verso il suicidio, ma è quella valle nordica che si difende dal suo male: anche quella valle è un ecosistema, un essere senziente.
  Nella migrazione dei lemmings, molti si salvano (circa il 20%) e tornano indietro: sono i più lenti, gli ultimi della migrazione, o quelli che ne restano al margine, sui lati. Forse sono quelli che non ci credono troppo, o forse sono partiti dopo.
Sono ancora là, in testa alla valle, con i loro discendenti.
  La Terra (l’Ecosfera) è molto più grande di quella valle, ma l’analogia con l’umanità (o l’Occidente) è fin troppo facile. Ma voglio fare un augurio, col cuore:
 Auguro a tutti gli umani di essere in quel 20% che torna indietro, alla faccia della matematica: 20=100. Un’assurdità? Forse, ma l’augurio sincero può tutto. Possiamo sempre sperare in un “meraviglioso imprevisto”, che non riusciamo neppure ad intravedere. Poi…non esiste solo la materia.