I gilet gialli contro il "presidente dei ricchi"
di Enrica Perucchietti - 24/11/2018
Fonte: Enrica Perucchietti
Mentre a Parigi infiamma la protesta dei Gilet gialli, Macron mostra il suo vero volto, in piena continuità con il vecchio sistema. I media “scoprono” così che è il “presidente dei ricchi”: chi lo denunciava mesi fa veniva tacciato di "complottismo" o di essere fascista. Con Gianluca Marletta ne parlavamo ampiamente in GOVERNO GLOBALE (Arianna Editrice).
Pensate che durante una visita in Corrèze, nella Francia centrale, il presidente francese aveva detto a un amministratore locale che gli operai che manifestavano sul luogo «invece di piantare casino, farebbero meglio a cercarsi un lavoro». Macron non è però nuovo a gaffe simili che chiariscono fin troppo il suo rapporto con il "popolo": nell'ottobre del 2017 aveva definito «fannulloni» i manifestanti contro la sua riforma del lavoro.
Descritto come il “Renzi francese”, Macron è un centrista-europeista-mondialista, finto rottamatore, diventato milionario facendo il banchiere con i Rothschild, poi nominato ministro dell'Economia e dell'Industria tra il 2014 e il 2016. Il provvedimento più importante di Macron fu la legge che oggi porta il suo nome sulla deregolamentazione nei mercati di alcuni settori, tra cui quello dei trasporti.
Il 6 aprile 2016, ad Amiens, Macron fonda “En marche!”: è qua che si innesta il parallelo con Renzi facendone un candidato per l’Eliseo un po’ burocrate e un po’ banchiere, strenuo difensore dei privilegi delle oligarchie finanziarie e quindi ben lontano dall’incarnazione dell’innovazione.
Macron è un uomo di quella destra finanziaria che da anni domina la politica europea.
La sua ascesa è frutto di una sapiente operazione di marketing portata avanti dai poteri finanziari che lo hanno svezzato e proiettato all’Eliseo. Con queste premesse è evidente che Macron non avrebbe potuto rappresentare una novità, dimostrandosi in piena continuità con il vecchio sistema.