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I transumanisti sono persone rispettabili?

di Valerio Zacchini - 14/10/2024

I transumanisti sono persone rispettabili?

Fonte: Valerio Zacchini

E' di recente stato messo in circolazione il "Manifesto dei transumanisti italiani", nella sua traduzione in lingua inglese; presumibilmente per farlo conoscere al pubblico internazionale – e per confrontarsi con i transumanisti di altre parti del mondo. Appare però strano che ciò avvenga un bel po' di anni dopo la pubblicazione dell'originale in lingua italiana, probabilmente è dovuto all'intenzione di difendere e rilanciare le idee di questo movimento sul quale pesa un sempre più forte stigma sociale. I transumanisti sono infatti tra i pochi, nell'attuale panorama culturale e politico, a dichiarasi favorevoli senza se e senza ma alla trasformazione postumana; ciò scatena reazioni spesso scomposte non solo da parte clericale o religiosa, ma anche ad opera di esponenti di sinistra (come ad esempio Umberto Galimberti o Francesco Varanini), della destra moderata, o financo neopagana, i quali invocano il senso del limite della tradizione greco/romana e mettono in guardia contro i pericoli di ogni futura ibridazione uomo/macchina. Quest'ultima però incombe come una spada di Damocle sulle nostre teste, e ce ne rendiamo conto sempre di più nella nostra vita quotidiana.
Ora, il Movimento Transumanista si dichiara un movimento d'opinione apartitico, ma il suo presidente Stefano Vaj (l'estensore del manifesto è però Riccardo Campa) e altri dirigenti provengono dalle fila della Nouvelle Droite franco-italiana; Vaj in particolare è stato stretto collaboratore di Guillaume Faye, Robert Steuckers e Giorgio Locchi, ossia l'ala "prometeica" e "superomista"di quella corrente culturale, mentre Alain De Benoist, Eduardo Zarelli e Marco Tarchi ne costituiscono oggi il versante avverso, che fa quadrato contro la HYBRIS e la volontà di potenza infinita. Ma come si è detto pare che sia la maggioranza degli ambienti culturali e la maggioranza dell'opinione pubblica a nutrire forti timori nei confronti del transumanismo e dei suoi orientamenti biopolitici.
La biopolitica è quella scienza che esamina le scelte coinvolgenti in profondità la natura umana e la natura dell'ambiente in cui viviamo; in quest'ambito, i transumanisti propongono a viso aperto un approccio prometeico, positivo, visionario, forte alla Tecnica. E' una filosofia libertaria di ampio respiro che propugna lo sfondamento dei limiti biologici dell'uomo, l'immaginazione di nuovi corpi e l'estensione della durata della vita – lo stesso Vaj ultimamente si è occupato di mind uploading (il trasferimento e la reincarnazione della personalità su un supporto diverso da quello originale). Ma l'obbiettivo a cui i transumanisti tengono di più è l'accesso popolare alle tecnologie attuali e future, impegnandosi a lottare contro ogni forma di esclusione sulla base del reddito: l'esatto contrario dunque dell'elitarismo di cui vengono continuamente accusati. Queste idee potranno anche risultare azzardate e minoritarie in Europa, ma hanno viceversa trovato un potente profeta e alfiere oltre atlantico e si chiama Elon Musk – anzi possiamo anche dire che Musk le sta mettendo in pratica a passi da gigante, e la sua visione di un'umanità futura potenziata e multiplanetaria in America ha ormai un seguito di massa. Il progetto del turismo spaziale, l'ulteriore sviluppo dell'intelligenza artificiale, il terraforming su Marte, il programma Neuralink per il ricambio delle cellule neuronali sono entrati nell'immaginario popolare, e il suo attuale coinvolgimento nella campagna elettorale di Trump rende ancora più concreta l'eventualità che tali progetti diventino programmi di governo.
Lo sviluppo dell'intelligenza artificiale è oggi il tema più dibattuto e controverso, non passa giorno senza che se ne parli: al netto dell'inevitabile perdita di posti di lavoro, le intelligenze artificiali sono sicuramente un moltiplicatore delle potenzialità umane; questa super intelligenza sta facilitando grandi progressi in campo medico e nei settori dell'amministrazione pubblica e della ricerca scientifica. E forse non è un caso che dopo gli incontri Musk-Meloni dell'anno scorso il governo italiano abbia deciso di mettere l'intelligenza artificiale al primo posto nell'agenda dell'ultimo G7 e che recentemente l'esecutivo abbia fatto redigere a un comitato di esperti la "Strategia italiana per l'intelligenza artificiale", con la finalità di pervenire quanto prima a una ben definita normativa nazionale. Geoffrey Hinton, uno dei massimi esperti mondiali di informatica e intelligenza artificiale ha infatti dichiarato poche settimane fa: "I governi devono regolarla, altrimenti l'intelligenza artificiale può andare fuori controllo e dominarci, prenderà il sopravvento: Google, Amazon e Meta badano solo al profitto, soltanto Musk si preoccupa della sicurezza" (intervista a Jon Erlichman).
Tornando al Manifesto dei transumanisti italiani, vi troviamo come ispiratori e numi tutelari grandi nomi della storia del pensiero quali Francis Bacon e Tommaso Campanella (i primi utopisti) e poi Nietzsche, Marinetti, Lyotard e vari altri. In particolare, la visione eroica della modernità di Marinetti parrebbe attagliarsi perfettamente all'attitudine transumanista di oggi. Ma a ben vedere la ricostruzione futurista dell'universo e l'amore infinito per la civiltà delle macchine  di FTM trasportata nell'oggi presenta tanti lati oscuri e suscita interrogativi inquietanti. Lati oscuri che sembrano evidenti nella vita di tutti i giorni di ognuno di noi, ma che paiono sfuggire all'ostinato ottimismo dei transumanisti: ossia, non ci sentiamo un po' tutti degli addetti alle macchine? L'informazione sta definitivamente soppiantando la conoscenza? Gli umani stanno diventando funzionari della tecnica? Si sono trasformati nei loro profili digitali, i quali hanno eroso la loro vera identità? L'intelligenza artificiale non rischia di essere il mezzo che permette ad ognuno una comoda fuga dalle proprie responsabilità?
L'uomo è dunque nel contempo l'eroe e il martire dello sviluppo tecnologico e questo fin dalle origini della modernità, la quale ha costantemente ristretto e frammentato la sua vita interiore, come testimoniato dall'opera di grandi artisti quali Pirandello, Beckett, Antonioni, Pasolini, Parise e dozzine di altri – o come ci dice il lascito disperato di Martin Heidegger, l'ultimo dei grandi pensatori. La tecnologia omologa inesorabilmente tutto il mondo, e il tedio risultante dall'uso compulsivo della tecnologia tende altrettanto inesorabilmente a trasformare la cultura in banale intrattenimento. Gli uomini rischiano quindi di diventare involucri sempre più sofisticati in perenne competizione tra loro, con una vita interiore ridotta ai minimi termini e in preda a una permanente sensazione di oblio.
La graduale erosione della nostra vita spirituale si sta dunque avvicinando a una totale cancellazione? L'oblio dell'essere che ci accompagna da secoli e ci ha reso schiavi della logica sta per giungere al suo culmine? L'ottimismo della volontà di Elon Musk e dei transumanisti deve occuparsi anche del lato oscuro e tragico dell'ultramodernità che stiamo vivendo, se vuole convincere la parte più avvertita e consapevole di ciò che resta e resiste della civiltà occidentale. Continuare ad essere dominatori del reale, non mollare no, ma nel contempo compiere il titanico  sforzo di diventare finalmente "pastori dell'essere".