I trombettieri di guerra
di Alessio Mannino - 17/03/2025
Fonte: Alessio Mannino
VECCHIONI, GUCCINI & C TROMBETTIERI DI GUERRA: MA DI COSA VI STUPITE?
Stupisce lo stupore, schifato e scandalizzato, su Vecchioni, Guccini & C. Al netto dell'opinione che ciascuno può avere sul loro contributo alla storia della musica (per me, Vecchioni molte spanne al di sotto di Guccini, per esempio), si tratta di idealisti nel senso fintamente ingenuo del termine. I "buoni e giusti", per dirla con Nietzsche. Ora, questi buoni e i giusti, schierati per definizione a favore degli oppressi, si credono sempre, per automatismo, dalla parte della giustizia e della bontà. Si attribuiscono il monopolio della ragione. Hanno sempre ragione, insomma, come diceva Longanesi di Mussolini. Il vizio mentale dell'idealista pseudo-romantico, che non ha mai fatto i conti con la propria adolescenza, assomiglia a quello del vittimista seriale: non solo si assolve a priori, ma si sente nella condizione di distribuire patenti di moralità e verità a tutti gli altri. Il meccanismo che lo muove è semplice: proietta sulla realtà del momento il suo punto di vista, che come ogni punto di vista non corrisponde, e non può mai corrispondere a un presunto Bene assoluto (che non esiste), rimuove quelle parti di realtà che non collimano con la versione nella sua testa (esempio: tambureggiare per un esercito europeo senza denunciare l'anacronismo della Nato), ignora volutamente o inconsciamente motivazioni, interessi e poteri scopertamente sotto gli occhi (il business bellico del capitalismo di guerra, un tempo denunciato come "imperialismo Usa") e in sostanza non sottopone mai i suoi giudizi e le sue idee all'esame di un sano e tutto sommato semplice realismo (è ridicolo bersi la storiella di un Putin che vuole invadere il continente europeo, ci arriva un bambino). Sano e obbligatorio, per chiunque non voglia crearsi un mondo surreale di fantasia, popolato da miti sbandierati genericamente, senza uno straccio di analisi su cosa siano diventati "l'Europa", la "democrazia" ecc. E soprattutto, senza misurarsi con la fatica di soppesare la responsabilità delle proprie parole. E' la sciagura di tanti artisti, che diciamolo chiaro: di norma e salvo eccezioni, non capiscono un beneamato di politica. Quando sconfinano dal loro campo, infatti, applicano ai temi sociali il loro infantilismo da puer aeternus, che se per l'arte è positiva fonte di creatività, in politica è sicura garanzia di assurdità e balordaggini senza capo né coda. E, per giunta, proclamate con la sicumera da profeti, ignari (o perfettamente consapevoli, com'è palese per un Serra o uno Scurati) di fare da trombettieri e propagandisti dell'esatto contrario di ogni possibile candido idealismo: la volontà di potenza di chi è al potere. Non sanno, o fingono di non sapere, che anche loro hanno sempre assecondato, come singoli intellettuali e cantori di una Causa, la propria volontà di emergere e dominare. I pacifisti, gli idealisti e, oggi, gli europeisti ingenui non sono diversi dai bellicisti, dai cinici e dai nazionalisti caricaturali: ne rappresentano solo l'immagine rovesciata. Utili idioti, si devono chiamare. A volte troppo idioti e troppo utili per esserlo davvero, dato che la maggioranza popolare è e rimane, come sempre del resto, contraria agli appelli all'ardore guerriero fatti da gente col culo ben unto nel burro.