Il crollo non ci sarà
di Simone Torresani - 21/04/2021
Fonte: Il giornale del Ribelle
Giungono segnali di "normalizzazione": dopo mesi di chiusure ad oltranza, Draghi si è assunto il "rischio calcolato" e dal 26 di aprile inizierà a muoversi qualcosa. Metto subito le mani avanti dicendo che le "concessioni" del governo non sono per nulla soddisfacenti, il sistema allucinante dei colori rimane e quindi la possibilità per baristi e ristoratori di rimanere aperti le vedo molto flebili. No, noi Ribelli non possiamo accontentarci di questo brodino: noi siamo radicali, oltranzisti, chiediamo aperto tutto e subito, senza sconti, perché le terapie domiciliari salvavita anticovid esistono ma è sempre mancata la volontà politica di applicarle.
Tuttavia un segnale di grande forza arriva dall' Estremo Oriente, precisamente da quella Cina così ultramoderna ma ancora ermetica e misteriosa, quella Cina da dove tutto ha avuto inizio: gli ultimi dati ci dicono che il PIL ha avuto un balzo spettacolare del +18,3% nel primo trimestre del 2021. Erano cifre che il Dragone non macinava da parecchi anni, essendosi fermato anche negli ultimi trimestri antecedenti alla pandemia a cifre tre volte inferiori. Ad oscurare questo balzo incredibile sta come contraltare un debito pubblico salito a un preoccupante +280%, tuttavia non è questa la sede di approfondimento. A noi interessa sapere che due comparti della macroeconomia di grande peso come la ristorazione/ricezione turistica e il mercato immobiliare hanno fatturato il +24% e il +25% circa rispetto alle ultime rilevazioni, che le medie -piccole imprese stanno ripartendo e gli aumenti sono stimolati sia dalla domanda del mercato interno che dall' estero. Potrebbe essere un rimbalzo fisiologico dopo una netta contrazione oppure l'inizio di una nuova fase euforica. Propendo più per la seconda ipotesi. Se così fosse, è lecito aspettarsi che dopo alcune turbolenze e altalene anche buona parte dell' economia mondiale seguirà a rimorchio e comunque altri segnali da non sottovalutare, come le indicazioni date dalle agenzie di rating per massicci investimenti nell' immobiliare e negli alberghi e resorts, nonché le spese azzardate di diverse compagnie aeree, tra cui RyanAir che punta ad aprire nuovi "slot" aeroportuali e innalza il numero delle destinazioni, unite alle voci che prevedono una ripresa dei flussi turistici prepandemia non oltre il 2024, tutti questi insomma sono segnali da non sottovalutare. Detto in due parole, il temuto crollo non ci sarà e sfangheremo anche questa crisi doppia -congiunturale e strutturale- come si è sfangata quella, del tutto strutturale, del 2008.
Non ho alcun timore a scrivere d' aver commesso io stesso alcuni errori di valutazione, forse, in questi lunghi mesi, ma sappiamo bene come sia difficile analizzare eventi complessi in corso a tambur battente. A chi osserva la realtà empiricamente per poi trarne logiche conclusioni, balza all' occhio come veramente, al di là della retorica mainstream, si sia trattato a questo punto di una Terza Guerra Mondiale a bassa intensità come numero di vittime planetarie e dalle distruzioni immateriali: non si è tirata una bomba né un missile o un colpo di kalashnikov, ma il livello di distruzione immateriale economico è stato parimenti uguale ad un conflitto in scala mondiale appunto. Insomma la definizione "Terza Guerra Mondiale " non va usata in ambito sanitario ma in quello degli indici macroeconomici. Come in tutte le guerre mondiali vi sono vincitori e vinti, uniti a riallineamenti geostrategici. Come dopo ogni guerra, vi è una fisiologica ripresa, agevolata per i vinti, difficile, accidentata, piena di insidie e contraccolpi per i vincitori.
La morale è che prima o poi anche i cialtroni di Palazzo Chigi molleranno del tutto l' osso, adeguandosi alla forza delle cose, forza delle cose spingente verso una ripresa di una certa normalizzazione, un gigantesco post 11 settembre ove il virus o i virus avranno il ruolo sin ieri svolto dai movimenti jihadisti del terrorismo islamico, nuovo spauracchio dei popoli: qualche pass o certificato in più, qualche codice QR sul telefonino, qualche precauzione in più e qualche libertà in meno, un poco più digitalizzati ,distanziati socialmente, paranoici, ma a questo sbocco noi saremmo giunti a breve pur senza pandemia, era nella logica della strada intrapresa.
L' unica grande variabile è la reale efficacia dei vaccini sperimentali, la loro copertura, ma penso che i padroni del discorso una volta riavviatasi la macchina sistemeranno tutto: nella Germania nazista, durante il programma "T-4" di eliminazione dei soggetti " inutili" (handicappati, disabili, disturbati mentali, ecc.ecc.) morivano tutti di peritonite o qualcosa di simile; nel 2021 se qualcosa dovesse andar male con la copertura vaccinale, si scoprirà che moriranno di indigestione o di diabete o di ictus.
E qui veniamo al punto finale, al succo del discorso. Normalizzazione, e non ce ne vogliano i nostri amici radicali col vizietto del complotto dei rettiliani, davosiani, rosacrociani, massoni e gnostici, significa più o meno riavviare il nastro e ritornare a come eravamo nel 2019. Non significa, come pensano loro, i dot quantici nel vaccino che modifica il DNA, i lager e una cinquantina di microchip sottocutanei. Significa appunto una specie di ritorno al 2019, condito da qualche paranoia in più o col soggetto della paranoia cambiato. E questa sarebbe una disgrazia peggiore dell'epidemia ancora in corso (che non è stata leggera, perché Sars-Cov2 è reale, fottutamente contagiosa e campanello di morte per i soggetti a rischio, dire il contrario è un insulto ai morti e alle loro famiglie).
Qualcheduno dirà: bene, che bello, si ritorna all' antico. Come dire: avimmu scherzatu nu picca, guagnò, come dicono dove vivo, è stato un incidente e si torna a prima. Molto male, invece, molto molto male. Tornare come prima e accettarlo significa dire che Sars Cov2 è stato un semplice incidente, che si è appunto scherzato un poco mentre invece si è trattato di un monito non ripetibile una seconda volta, di un vero e proprio avvertimento e ignorarlo vuol dire continuare a scegliere la cravatta con cui impiccarsi. Questo non è stato uno scherzo, ma un avvertimento direi quasi in stile mafioso da parte della Ecosfera di cui facciamo parte, la quale ci ha fatto capire come i nostri sistemi consumistici, capitalisti, neoliberisti, economici, finanziari, ambientali e sociali sono ormai insostenibili e si deve mutare rotta. Sta al Ribelle capire e continuare la lotta. La mobilitazione è permanente e non conosce né soste, né tregue.