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Il "deep state" europeo

di Enrico Tomaselli - 23/01/2025

Il "deep state" europeo

Fonte: Giubbe rosse

Si è detto e scritto moltissimo a proposito del deep state statunitense - e, inevitabilmente, dicendone tutto ed il contrario di tutto, sino a perdere completamente di vista cosa sia effettivamente - ma non si è mai parlato di un deep state europeo; eppure esiste, e sta venendo fuori sempre più chiaramente. C’è naturalmente una differenza profonda con quello americano, laddove questo rappresenta sì un mondo composito, ma comunque focalizzato sul mantenimento dell’egemonia USA sul mondo, mentre quello europeo è centrato soprattutto sul preservare sé stesso ed il proprio potere.
Questo deep state europeo è essenzialmente composto da politici, burocrati, grand commis e lobbisti, in crescente connessione con militari dei comandi NATO, e forma di fatto una sorta di massoneria europea, fortemente impegnata nella promozione e difesa dei suoi membri, ma soprattutto nell’esercizio di un potere sovranazionale sempre più dilagante - e sempre più antidemocratico.
Questo deep state si è andato coagulando soprattutto negli ultimi 10-15 anni, ed ha progressivamente svuotato i vari governi nazionali  - i soli ad avere una qualche rappresentanza democratica - di ogni potere reale. La Commissione Europea si è sempre più caratterizzata come ben altra commissione, una vera e propria cupola di super potere del tutto priva di qualsivoglia legittimazione democratica.
In misura sempre più evidente, personaggi che ricoprivano ruoli fondamentalmente di mera rappresentanza (Presidente della Commissione Europa, Segretario Generale della NATO), hanno iniziato ad agire ed a proporsi come autorità supreme al comando, non soggette ad alcun controllo da parte dei paesi che dovrebbero rappresentare - e che del resto, essendosi in precedenza lasciati progressivamente svuotare da qualsiasi potere effettivo, continuano in larghissima misura a non opporsi, rafforzando così il ruolo (abusivo) della cupola.
Questa surrettizia assunzione di potere è avvenuta anche grazie ad un perfetto allineamento al blocco di potere dominante negli Stati Uniti - ovvero l’alleanza tra democratici e neocon - nel cui cono d’ombra il deep state europeo è prosperato. Cioè si è fatto docile strumento della fazione dominante nel deep state americano, trovando in questo docile vassallaggio la garanzia del proprio predominio continentale.
Inevitabilmente, quindi, il mutamento degli equilibri nel deep state statunitense sta producendo uno smottamento imprevisto, ed i membri di quello europeo non sanno più bene come collocarsi, indecisi tra la storica subalternità all’impero d'oltreoceano e la coerenza con gli asset politico-strategici ai quali si sono lungamente subordinati.
L’emergere della cruda verità circa la natura del rapporto tra impero e paesi vassalli, con il disinteresse se non lo sprezzo della nuova amministrazione americana platealmente gettato in faccia, sommato alla consapevolezza che si apre una stagione di maggior marginalizzazione, ed al tempo stesso di maggior subordinazione, scuote la cupola del potere europeo. La prospettiva della guerra alle porte orientali del continente, e soprattutto il timore di dovervi far fronte da soli, lascia spaesati i membri del deep state europeo, che ora cercano confusamente di trovare un nuovo punto di equilibrio, e sostanzialmente di preservare il loro giardino.
Mentre l’asse geopolitico mondiale si sposta ineluttabilmente verso l’Asia, e le architetture del potere europeo scricchiolano, le élite che guidano il continente già da vari lustri si chiudono a riccio; la restrizione degli spazi di libertà e democrazia, già ampiamente avviata durante la stagione pandemica, e poi fortemente rilanciata con la guerra in Ucraina, diventa sempre più l’ossessione dominante. Anche se, per il momento, la mancanza di forze autenticamente anti-sistema (in giro si vedono solo movimenti di parziale opposizione) minaccia al più il personale politico apicale, ma non lo schema in sé.
Tristemente, l’unica prospettiva visibile che lo metta in discussione, è una clamorosa - e dolorosa - sconfitta in guerra.