Il fronte siriano della guerra mondiale: alcune doverose precisazioni
di Daniele Perra - 03/12/2024
Fonte: Daniele Perra
In precedenza ho parlato di un "piano geopolitico" che Bashar al-Assad si era proposto di realizzare nel periodo successivo alla sua salita al potere (primo decennio del 2000): quello di trasformare la Siria in un ponte tra mondo turco, arabo e persiano. Bene, appena salito al potere Assad, in effetti, lanciò un programma di riforme (un'apertura economica in stile cinese) che, per quanto assai timido, ebbe comunque dei risultati (almeno inizialmente). Mi pare opportuno anche sottolineare il fatto che questo processo venne osteggiato dalle ali più conservatrici del Ba'ath siriano. Ad ogni modo, tali risultati vennero vanificati, insieme agli sforzi per ricostruire su basi meno conflittuali i rapporti centro-periferia, dagli effetti della crisi economica e di un grave periodo di siccità che ha colpito le aree rurali della Siria nel triennio 2007-2010 (a questo proposito consiglio la lettura del libro di Maria Golenisceva "Siria. Il tormentato cammino verso la pace", Teti 2020). Indubbiamente, non si può negare il fatto che la Siria di Assad sia un rimasta uno "Stato nepotista" fondato su un ruolo evidente dei servizi di sicurezza (il cosiddetto "Mukhabarat State" che tanta fortuna ha avuto nella letteratura accademica anglosassone come idea-concetto per definire i "regimi" mediorientali). Allo stesso tempo è chiaro che se l'accusa principale mossa alla Siria baathista/assadista è quella di essere un "regime nepotista", non mi pare che i vicini immediati (Giordania, ad esempio) siano messi meglio. Se l'accusa ad Assad, invece, è quella di governare uno Stato fondato sul controllo sistematico dei servizi di sicurezza, allora mi pare doveroso mettere in evidenza che l'entità statale dell'area in cui (più di altrove) i servizi di sicurezza hanno un potere illimitato ed ultrapervasivo sulla società si chiama Israele.
Altro punto da evidenziare. Quello che viene quasi unanimemente definito come "massacro di Hama" del 1982, in realtà, fu l'esito di scontri armati tra le forze di sicurezza siriane e milizie islamiste legate alla Fratellanza Musulmana armate dai Britannici. Quelle stesse milizie, nei mesi precedenti il suddetto "massacro", arrivarono ad eliminare centinaia di uomini dell'esercito siriano. Non fu esattamente una "rappresaglia" contro genti inermi (poi, che vi siano stati episodi brutali e incredibilmente violenti mi pare evidente).
Tornando all'attualità, l'addestramento ucraino delle milizie di Hayat Tahrir al-Sham non è una "invenzione propagandistica". Diversi miliziani di HTS hanno operato sulle retrovie del teatro di conflitto ucraino dove hanno ricevuto addestramento da personale NATO. Come NATO è il personale turco. Attraverso l'Ucraina hanno ricevuto anche armi in notevole quantità (la CNN - non Russia Today - già a suo tempo, dimostrò come parte delle armi leggere inviate a Kiev finissero, attraverso il mercato nero, in Siria, Caucaso e Asia centrale).
Ancora, Israele, negli ultimi tempi, non si è limitato a perpetrare i suoi "soliti attacchi" contro la Siria. In realtà, ha preso di mira depositi di munizioni, strutture industriali e canali di trasporto nell'area di Aleppo, preparando la strada all'offensiva di HTS (lo dice pure il britannico Guardian, non Ria Novosti o al-Manar). Gli Stati Uniti, dal canto loro, hanno visto bene di attaccare le milizie sciite irachene che stavano muovendo in soccorso verso la Siria.