Il lavoratore del futuro e l'azienda comunità
di Mario Bozzi Sentieri - 24/02/2021
Fonte: Mario Bozzi Sentieri
Tra le “skills”, le competenze, fondamentali per affrontare il futuro del lavoro, evidenziate nel rapporto “Future Jobs” del World Economic Forum, uno spazio particolare è occupato dalla gestione delle persone e dal fattore coordinamento.
Il capitale umano rappresenterà sempre la risorsa più importante di un’azienda, nonostante lo sviluppo tecnologico. Per questo – sottolinea “Future Jobs” - è fondamentale, a livello dirigenziale , possedere la capacità di motivare, valorizzare le persone che fanno parte del proprio team, affidare loro compiti e mansioni in linea con il loro potenziale e dare loro feedback costruttivi e di miglioramento.
Con l’enorme mole di nuovi prodotti, nuove tecnologie e nuovi modi di lavorare, i lavoratori dovranno diventare più creativi per poter sfruttare al meglio tutte queste novità.
I robot, infatti, per quanto possano aiutarci a lavorare più velocemente, non possono essere creativi come gli umani, o almeno non ancora. La creatività non riguarda solo il campo artistico, non sono creativi solo i musicisti, gli scrittori o i pittori. Creativa si può dire una persona in grado di unire le informazioni a disposizione per elaborare nuove idee e presentare qualcosa di nuovo.
Il problema della creatività è che non esiste un solo modo di essere creativi: ci sono diversi modi per liberare la creatività di una persona ed essere curiosi e cimentarsi nell’esprimere sé stessi rappresenta una buona base per riuscirci.
Il lavoro in team è uno dei fattori più importanti all’interno di un’azienda. A dimostrazione di ciò, devono essere sempre di più gli interventi formativi a riguardo. Nello specifico, l’attenzione va focalizzata sulla capacità di lavorare insieme, sulla costruzione del gruppo e, soprattutto, sulla creazione di una sinergia che porti al raggiungimento di un obiettivo comune attraverso l’apporto e la coordinazione di tutti i componenti del gruppo.
La collaborazione è un punto cruciale perché è un fattore con cui i robot non possono interfacciarsi, mentre gli esseri umani sì: l’interazione tra colleghi influisce molto sulla produttività, per questo motivo è importante avere forti doti comunicative e la capacità di lavorare con personalità diverse dalla propria.
Anche l’intelligenza emotiva sta diventando sempre più una competenza fondamentale in ogni ambiente di lavoro: avere la capacità di comprendere le emozioni e gli stati d’animo dei colleghi e di modificare i nostri comportamenti di conseguenza per mantenere sempre un ambiente di lavoro ottimale significa, appunto, riuscire a lavorare in qualsiasi situazione e con qualsiasi tipo di persona, ottenendo sempre risultati positivi.
L’azienda come luogo della nuova comunità, come appartenenza e destino, eredità e progetto ?
Sulla base di questi orientamenti non è azzardato vedere nelle aziende 4.0 delle vere e proprie “comunità di lavoro”, nel momento in cui il lavoro riesce a superare gli ambiti della pura funzionalità produttiva per farsi strumento di mediazione e di partecipazione. In sintesi: l’azienda-comunità come nuova “agorà” in cui immaginare e costruire nuovi processi simbolici capaci di riaffermare volontà, memorie destini. L’azienda-comunità come luogo del “fare”, per cui parafrasando José Ortega Y Gasset (il quale affermava: “La gente non vive insieme solo per essere insieme. Vive insieme per fare qualcosa insieme”), si possa, un giorno, dire che la gente non lavora insieme solo per fare qualcosa insieme, ma fa qualcosa insieme per essere insieme. Con tutto ciò che ne deriva.