Il mistero di Israele: i vaccini non fermano l’infezione da Sars-Cov-2
di Redazione Vox Italia - 02/09/2021
Fonte: Vox Italia
Dalle statistiche della campagna di vaccinazione in ambito internazionale, stiamo assistendo all’incapacità dei vaccini di bloccare, ma nemmeno di frenare, l’infezione da Sars-Cov-2 e che per questo lasciano agire indisturbate le varianti di turno.
La riduzione d’efficacia del farmaco rispetto ai casi di positività è di grande evidenza in #Israele, uno degli Stati dove più popolazione ha ricevuto entrambe le dosi. Nel periodo fra l’1 e il 7 agosto, secondo i dati che compaiono sul sito governativo israeliano, la percentuale di casi Covid tra i vaccinati coincideva con la percentuale di persone che avevano completato il ciclo.
Ad esempio: nella fascia 20-29 anni, i vaccinati con due dosi erano il 72%, i casi di Covid tra questi vaccinati era del 73%. Nella fascia 40-49 anni, i vaccinati erano l’81% e i casi di Covid tra questi vaccinati del 82%. Tra gli ottantenni, vaccinati con entrambi le dosi al 91%, i casi registrati erano il 90%. Praticamente invariata la situazione durante la settimana precedente.
Come è possibile che l’immunità creata dalla vaccinazione non solo non prevenga la trasmissione dell’infezione, ma addirittura consenta l’evoluzione di patogeni più virulenti?
Secondo due studi, l’ultimo pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Plos Biology, gli americani David Kennedy e Andrew Read dell’Università statale della Pennsylvania avevano messo in guardia sui «vaccini imperfetti». Da esperimenti su polli con il virus della malattia di Marek, un virus oncogeno altamente contagioso, che costò all’industria avicola globale più di 2 miliardi di dollari l’anno, i ricercatori notarono come «la vaccinazione aveva notevolmente aumentato il periodo infettivo dei ceppi più virulenti, aumentando di diversi ordini di grandezza la quantità totale di virus diffuso nell’ambiente». La conclusione cui erano giunti è che «il venire meno della selezione naturale contro i ceppi iper patogeni rivelato dai nostri esperimenti, accade perché la vaccinazione migliora la sopravvivenza del virus».
Quello che sta accadendo in Israele, ha dichiarato il ministro della Salute, Horowitz, pone pesanti interrogativi sugli effetti della diminuzione dell’immunità da vaccino. Possibile che il moltiplicarsi dei casi di positività tra i vaccinati a ciclo completo sia solo colpa di una variante tanto contagiosa qual è la delta?
Ma Israele non è un caso isolato.
Alle Seychelles, dopo l’introduzione della vaccinazione, si è passati dai 30 casi giornalieri di aprile agli oltre 1.000 di maggio.
A Taiwan, a fine aprile sono state raddoppiate le vaccinazioni, per diventare dieci volte tanto a maggio. Nel medesimo periodo, i casi giornalieri di positività passarono da 4 a 543. A maggio c’erano 1.153 positivi, e a giugno il numero dei positivi balzò a 15.149. Taiwan non aveva avuto quasi nessun morto di Covid- 19 tra gennaio 2020 e maggio 2021. Da maggio i decessi aumentarono toccando quota 821 il 17 agosto.
Per ultimo, il Vietnam. Il 23 marzo, con 2.459 vietnamiti vaccinati, i casi di Covid erano 294 e 35 i morti. Poi l’aumento delle vaccinazioni: 164.378 vaccinazioni a fine giugno, 754.854 il 16 agosto. E un’esplosione di casi, da 9.942 positivi il 30 giugno ai 175.521 del 17 agosto, e 112 morti saliti a 6.472.
Non abbiamo la certezza che le vaccinazioni abbiano ottenuto l’effetto contrario a quello previsto. Tuttavia è lecito porsi degli interrogativi, ricercare le evidenze scientifiche e gestire l’attuale campagna vaccinale di conseguenza. A meno che la priorità del governo non sia quella di rispettare, costi quel che costi, i contratti secretati con le multinazionali del farmaco.