Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Il nobil carneade

Il nobil carneade

di Andrea Cometti - 14/12/2016

Il nobil carneade

Fonte: Il Corriere delle Regioni

 

“Segnaposti” che non fanno ombra: quanti italiani conoscono veramente il nuovo premier Paolo Gentiloni, “Vescovo Rosso” e Radical-chic pseudo-ecologista messo là dal duo Mattarella-Renzi?

 

Forse ben pochi, visto che come Mattarella ha il dono della trasparenza e del silenzio; di essere una specie di ectoplasma riflettente luce altrui, quella appunto del “Fenomeno di Rignano”, alla cui volontà sono legate le rispettive super-poltrone. Paolo Gentiloni, banana colossale su un testone ben curato pepe e sale, dei conti Silveri, nobili di Filottrano, Cingoli e Macerata zitto zitto, quatto quatto come il “segnaposto” di Giorgio Napolitano, lo jettatore dagli occhi di ghiaccio ce l’ha fatta! è arrivato al vertice, e da lassù si appresta a governare il suo sbadato popolo, colpevole di aver “votato male” e bocciato con un sonoro 60% a 40% il sogno di potere del gran maestro del “Giglio magico”.

Il nobil alter ego di Laura Boldrini è felicemente imparentato con Vincenzo Ottorino Gentiloni, noto per l'omonimo patto che a inizio del ‘900 segnò l'ingresso dei cattolici nella vita politica italiana e infatti il giovane Paolino, è un vero giovane aspirante sacerdote, forse un futuro vescovo: frequenta un istituto montessoriano facendo anche da catechista - insieme ad Agnese Moro - e imparando i modi preteschi e silenzi diplomatici utili in futuro. Ma entrando nella zona rossa del ’68, per il timido chierichetto cambia tutto e nel 1970 al liceo Tasso a Roma ha “la fulminazione sulla via del marxismo”: partecipa ad una occupazione fuggendo, novello “Che Guevara” di casa per partecipare ad una manifestazione a Milano e ottenendo le stigmate direttamente da san Mario Capanna, il proletario, dalla pensione di ferro. E poi vivendo poi la sua “nuova fede” nel Movimento Lavoratori per il Socialismo, gruppo maoista di cui è segretario regionale per il Lazio, sino alla sua unificazione con il Partito di Unità Proletaria per il Comunismo.

E’ in questo golgota di giovani sinistri, futuri “Radical-chic” che incontra i suoi primi compagni di merende: Ermete Realacci e Chicco Testa da cui ottiene nel 1984 la direzione di Nuova Ecologia, mensile di Legambiente, che mantiene fino al 1993. Si lega poi a Francesco Rutelli, di cui diventa portavoce quando Rutelli viene eletto sindaco di Roma nel '93 divenendo l’anello di collegamento tra il Vaticano e il Comune capitale d’Italia.

All'inizio degli anni 2000 è coordinatore della campagna dell'Ulivo per le elezioni politiche del 2001, anno in cui entra per la prima volta in Parlamento con la Margherita di cui è fondatore, la stessa Margherita, per intenderci che fece “girare le palle” a quel sant’uomo di Arturo Parisi per il furto di 13 milioni di euro - sotto il naso di uno sbadato segretario Rutelli - da parte del mitico tesoriere Luigi Lusi.

Un fenomeno di tempistica il nostro “Vescovo Rosso”. Il naso democristiano è eccezionale, anche se di rito “Catto-comunista”: Paolo Gentiloni è sempre l‘uomo giusto al momento giusto: nel 2006, da membro della casta dei giornalisti diventa ministro delle Comunicazioni del II° governo Prodi e quando nasce il Partito Democratico lui è ovviamente “sul pezzo” tra i suoi soci fondatori, fino a partecipare alla Leopolda del nuovo fenomeno Matteo Renzi allora sindaco di Firenze, un vero incontro tra “fenomeni”.  Infatti Il 31 ottobre 2014 Gentiloni è designato come nuovo ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale del governo Renzi. Da ministro, ovviamente poco o nulla per non fare luce al suo Duce Matteo, tranne una foto “molto costosa” con le rapite Greta e Vanessa e l’essere stato il primo ministro europeo a recarsi a Cuba dopo l'accordo con gli Stati Uniti ad omaggiare il mito giovanile Fidel Castro.

Fino ad oggi, e il passaggio di consegne da premier “segnaposto”, ricevendo dal capo oltre la tradizionale campanella, la maglietta con scritto “Amatrice” e lui nobile di Filottrano, Cingoli e Macerata nei disastri e nelle zone terremotate è a suo perfetto agio.