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Il partito democratico e il camper della non-vita

di Roberto Pecchioli - 28/08/2024

Il partito democratico e il camper della non-vita

Fonte: EreticaMente

Abbiamo pochi dubbi sulla vittoria di Kamala Harris alle presidenziali Usa: il baccanale mediatico e propagandistico, dominato dal Signore progressista, è in piena attività. Basterà. Se non fosse sufficiente, è collaudata la macchina dei trucchi sperimentata nel 2020. Per questo pensavamo di dare uno sguardo distratto alla convenzione del partito democratico: nessun programma politico, solo il consueto spettacolo a uso delle masse cretinizzate, come del resto il congresso repubblicano. Invece no. Le giornate di Chicago hanno consegnato al mondo un programma preciso, tracciato un segnavia. Nulla ricorderemo dei discorsi della Harris e del suo vice, ancora più schierato a favore dell’agenda radical progressista. Nell’immaginario collettivo resterà l’immagine del camper di Planned Parenthood, la miliardaria Organizzazione Non Governativa (ossia i privati che comandano e dettano la linea) attrezzato per praticare sul posto aborti e sterilizzazioni.

Il camion della non-vita è la fotografia, l’immagine tangibile dell’occidente esausto, intento a organizzare il proprio gaio funerale tra gridolini di gioia, canti balli e cotillons. La Harris verrà eletta perché l’appello ai “diritti” vince, in popolazioni educate all’individualismo e alla ricerca dell’interesse, sull’ appello a rifare grande un paese – lo slogan MAGA (Make America Great Again di Trump) e su qualunque progetto fondato sulla realtà. Non a caso, il nuovo corso dei democratici Usa – prontamente seguito dai colonizzati delle periferie dell’impero – è iniziato con lo slogan di Barack Obama: yes, we can! Sì, possiamo. Ingenui sostenitori del principio di realtà, eravamo convinti che quella frase non significasse nulla. Parole d’ordine buone per i militanti, da ripetere in coro o appuntare nei distintivi sul risvolto della giacca. Non è andata così. Yes, we can ! è stato il colpo di gong, il segnale di avvio di un’offensiva tuttora in corso. Possiamo, ossia la volontà predomina sulla realtà e la verità.

Possiamo ribaltare la civiltà, chiamare diritto ogni bizzarria e odio qualsiasi dissenso. Possiamo cambiare l’uomo nella sua essenza (transumanesimo, ibridazione con la macchina, propaganda di ogni inversione, a partire da quella sessuale). Possiamo in quanto vogliamo. Possiamo, e quello che pensiamo o ci sentiamo, per stupido, capriccioso o folle che sia, prevale su natura, verità, biologia, logica. In Australia una sentenza ha decretato che il sesso biologico non conta. Vale ciò che io mi sento. Firmerò questo pezzo Roberta, un asterisco o una sequenza di numeri. Nessuno si permetta di rimproverarmi. In Germania, una legge permette di scegliere i parenti: un bel vantaggio, se abbiamo zie petulanti, genitori infermi, cognati antipatici. In Canada, l’ eutanasia (chissà perché gran parte dei nuovi diritti ha a che fare con la morte) determina almeno il cinque per cento di tutti i decessi; una diagnosi di depressione è sufficiente per attivare il lugubre rituale della “dolce “ morte. Sì, possiamo.

Per questo il camper icona di un congresso politico ci fa orrore. Azzurro come il cielo d‘estate, perché il linguaggio dei colori conta molto, con scritte che sono altrettante bugie. Health care, cura della salute. Si prendono cura di noi spegnendo la vita nascente e impedendo la riproduzione di chi – con un gesto di autolesionismo che le leggi in tempi normali punivano – si priva della funzione riproduttiva fornita dalla natura, la grande nemica. Infatti l’aborto e la sterilizzazione si chiamano adesso “salute riproduttiva”. Trasmettere la vita è una patologia. C’è del vero, se la società è questa. “No matter where”, non importa dove, recita l’altro slogan. Quel che conta è banalizzare la non-vita e recidere il filo che lega le generazioni. Né genitori, né figli.

All’interno del congresso i relatori enfatizzavano le “vibrazioni”, l’ energia” trasmessa dalla presenza di tante eminenti personalità volte al Progresso, al Bene, all’Inclusione. Panzane per post borghesi annoiati in crisi di principi, gli stessi che hanno sostituito i figli con i cagnolini. Che cosa c’è meglio dei “diritti” – situati a livello inguinale – per affascinare il gregge “ amorfo e senza pastore “ (D. Fusaro) ? Quali termini possono colpirlo se non quelli a cui è possibile attribuire qualunque significato, giacché non ne hanno alcuno? Il democratico camper di Planned Parenthood è la prova che davvero, possiamo tutto. Yes, we can.

Il progetto dell’oligarchia è chiarissimo, se si crede ancora ai propri occhi: drastica diminuzione della popolazione con i più svariati mezzi (sesso sterile, trans e omosessuale, paura climatica, individualismo sfrenato, aborto diritto universale), controllo da remoto attraverso la tecnologia per chi resta, ibridazione del fu homo sapiens con la macchina. Possiamo, o meglio possono. Non importa come, non importa dove. Il camper della non-vita ha il pregio della chiarezza, per chi sa vedere. L’homo sterilis titolare di infiniti diritti individuali è innanzitutto un irresponsabile. Che cos’è, se non paura di assumersi responsabilità, l’orrore per la paternità e la maternità ? Disprezzo per il maschio – che non conta nulla nel decidere la soppressione di cellule vive che per il cinquanta per cento sono sue – e odio furibondo per la femmina, detentrice del potere misterioso di dare la vita.

Ma questa è la realtà, da rifiutare in nome dei diritti, del “ sì, possiamo”, della menzogna che tutto sia un costrutto sociale del vecchio antiquato mondo. Il nuovo potere che si fa diritto è sopprimere la vita (nascente e declinante), impedire che sorga, in nome di un dio che ha perso la prima lettera: Io. L’egoismo tracima in solipsismo, rigetto della condizione di essere sociale, comunitario, sino alla folle pretesa di sposare se stessi. Si chiama “sologamia” ed è l’ultima – ma altre seguiranno – delle follie della civilizzazione che corre a capofitto verso la fine. Possibile che non ci pensino mai, quelli del “ sì, possiamo” e dei diritti? Tuttavia pensare prevede l’ uso del cervello, trasferito alla pubblicità, al conformismo, alle pulsioni più basse, all’amore smodato di sé, finché siamo giovani, belli, performanti. Chissà quanti iper individualisti, sposati con se stessi, avranno varcato il camper per farsi sterilizzare. La Harris promette che l’aborto sarà ripristinato ovunque . Diventerà forse un diritto costituzionale come in Francia.

Chissà se da lassù il reverendo Malthus, che voleva ridurre la popolazione (dei poveri !) per spirito umanitario, contempla la sua vittoria postuma con soddisfazione o se, da prete anglicano, disapprova i suoi epigoni. E’ il successo del Club di Roma, il circolo elitario che unì per primo i temi ambientali e climatici con quelli demografici, proponendo apertamente il taglio della popolazione. Il suo presidente, Aurelio Peccei, era un uomo di stretta fiducia di Giovanni Agnelli, intimo dei Rockefeller. Il gregge un pastore ce l’ha, ma non lo sa e non se ne cura. Lucidi pazzi guidano ciechi indifferenti. Condizione ideale per chiamare diritti gli obiettivi dell’oligarchia. Sono certamente sostenitori del camper della non-vita i militanti climatici che lordano le opere d’arte, lasciti del passato da cancellare, prove inconfutabili della grandezza dell’uomo quando trascende se stesso. Si chiamano – giustamente – Ultima generazione. Per motivi biologici, non ce ne saranno altre.

Il sentire comune dei democratici contemporanei è la negazione di se stessi. Il primo diritto dovrebbe essere la vita: cancellato, anzi capovolto. L’altro dovrebbe riguardare la libertà, il tanto proclamato pluralismo: invece gli avversari sono definiti malvagi odiatori. Ridurli al silenzio diventa un dovere morale. Il caso dell’arresto con fantasiose motivazioni – nella Francia dei diritti dell’uomo – del fondatore di Telegram, la messaggeria non succube della sorveglianza- è un ulteriore segnale impressionante. Liberali illiberali, democratici che impongono l’Unico. Che importa, abbiamo i diritti, simboleggiati dal camper azzurro che asporta cellule fastidiose dal corpo della donna e pratica la vasectomia per rendere sterili i potenziali padri. Si cura della salute, perbacco.

Credere che si tratti di diritti è la vittoria del Signore. Ancora più sorprende l’indifferenza di massa, che neppure percepisce la furia contro la legge naturale, l’attacco forsennato ai fondamenti – cristiani, ma in definitiva etici e civili – della civilizzazione morente, abortita e sterilizzata . Odiano tutto ciò che è tale “per natura”, privilegiano la volontà e l’autopercezione, chiamandole “diritti”. Un diritto, in termini giuridici, è qualcosa che non può essere negato e può essere legalmente invocato, producendo un dovere corrispondente nei soggetti – pubblici e privati- chiamati a renderlo effettivo. Non importa come, non importa dove, come dice lo slogan del camper democratico.

Ma la nostra vita, in definitiva, funziona meglio, nell’era dei diritti? Non sembra proprio. La privatizzazione di tutto – anche della sanità, della previdenza, di beni essenziali – rende più poveri, precari, impauriti. La dimensione individuale fa sì che non si creda più in nulla – eccetto in concetti impalpabili come le “vibrazioni”, l’”energia”- o in concetti fluidi come i diritti, mettendo davanti a tutto l’interesse, i comodi di un reuccio capriccioso quanto assoluto, Io. Uno strano sovrano, schiavo di innumerevoli dipendenze. Planned Parenthhood asserisce di occuparsi della salute, ma la gravidanza non è una malattia e sterilizzare la funzione riproduttiva naturale – maschile o femminile – cancella l’integrità del corpo. Il contrario della salute.

E’ lo stesso mondo che impone farmaci di ogni genere, che ha medicalizzato l’esistenza, generalizzato l’uso di psicofarmaci (dunque la democratica società dei diritti rende infelici, il che in America è incostituzionale!) oltreché dipendenti da sostanze artificiali. Il camper democratico fa qualcosa per diminuire i centomila morti all’anno in Usa per uso di fentanyl? Oppure quella strage assolve alla tripla funzione di diminuire la popolazione, specie giovanile, arricchire produttori e distributori del veleno e provocare la domanda di sicurezza indotta dalla paura, con ulteriori limitazioni della libertà e deroghe alla santa democrazia? La “cura della salute” comprende l’educazione a una vita sana, o l’abuso di farmaci determina controllo sociale oltreché l’arricchimento e il potere di Big Pharma, i cui azionisti – guarda la combinazione- sono i grandi fondi padroni del capitalismo della sorveglianza mascherato da santuario dei diritti.

Planned Parenthood è finanziata largamente dalle fondazioni dei miliardari, autodefiniti filantropi. Bizzarri amici dell’umanità che amano la vita lavorando per impedirla. Poco vale argomentare: lorsignori hanno occupato il cervello di molti. Per questo si può credere – contro storia, natura e senso delle parole – che l’unione tra persone dello stesso sesso sia un matrimonio, che interrompere la vita sia un diritto e non una triste possibilità, che sterilizzarsi sia un atto di libertà, che il principio di realtà debba cedere al capriccio, alla bizzarria, alla volontà, alla (vera o presunta) auto percezione.

Credenze che possono attecchire solo in una civilizzazione estenuata, vecchia, priva di futuro, ripiegata sul presente e sul culto dell’Io. Sterili e sterilizzati, denaturati, convinti di esercitare diritti, affrettiamo una fine meritata con la certezza di essere i migliori, i più giusti, i più progrediti, i più democratici. Saliamo sul camper della non-vita democratica certi di correre verso le magnifiche sorti e progressive. Il camion azzurro precipiterà nel burrone come la berlina di Thelma e Louise.